Non basta comunicare, occorre fare

 

Non basta comunicare, occorre fare

Il nostro è un Presidente del Consiglio cui piace fare annunci sensazionali cui segue poca concretezza. Le cose che sono state dette nell’ultima conferenza potevano sembrare ottime, contare su 400 miliardi è tanto, per lo meno per come sono state annunciate.

Premesso che questo provvedimento serve solo per le imprese mentre per le famiglie rimane tutto invariato e legato solo ai buoni spesa affidati ai comuni, va subito rilevato che questo decreto miliardario è solo una forma di ulteriore indebitamento per le imprese senza alcuna moratoria né sulle tasse né sulla restituzione, cosa indispensabile visto che la ripresa non sarà contemporanea all’apertura delle attività i cui tempi sono ancora incerti. Inoltre, anche se qualcuno avesse deciso di incrementare la propria esposizione debitoria, aumentando le possibilità di fallimento, solo per i finanziamenti più piccoli sono semplificate notevolmente le procedure, in quanto c’è la garanzia totale dello stato, per gli altri invece ci saranno le solite lungaggini e difficoltà della burocrazia bancaria.

A questo va aggiunto che per poter rendere esecutivo il provvedimento bisogna attendere l’autorizzazione dell’Unione Europea. Quindi i tempi per indebitarsi ulteriormente decorreranno, prima, dalla data di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, poi, dalla data di autorizzazione della UE e, infine dall’espletazione di tutte le istruttorie bancarie. Ma serve questo all’esausta economia nazionale? Non è forse vero che tanti piccoli e medio piccoli esercenti e artigiani non ce la faranno ad riaprire? Vogliamo prevedere un aiuto a fondo perduto da parte dello stato e non delle banche per riavviare attività che comunque all’inizio stenteranno perché anche l’utenza, da quel che si capisce, potrà uscire in modo controllato e condizionato? Vogliamo almeno prevedere il differimento di, per lo meno, due anni senza interesse, per l’inizio del rimborso delle somme erogate? Ma riescono, Conte e i suoi sodali del PD, a capire la gravità della situazione italiana? Vuole iniziare a pensare a una forte sanatoria fiscale ed a un differimento delle tasse in corso per un periodo più lungo di quello previsto?

Questo eventuale intervento di sanatoria sarebbe anche un ristoro per le famiglie, che stanno uscendo massacrate da questo tremendo periodo di limitazione delle libertà individuali, realizzate fuori da qualsiasi norma costituzionale e senza alcuna legittimità né politica né popolare. Anzi i divieti di incontro e riunione, principale elemento della libertà di azione politica, davanti al significato limitato e oserei dire quasi nullo dei provvedimenti adottati fino ad ora ci fanno pensare sempre più ad un’incapacità congenita di affrontare in toto il tema del rilancio dell’Italia. Il popolo ha dimostrato di essere pronto, la classe dirigente invece vive solo di piccolo cabotaggio ed è pronta a scaricare sui più deboli. Ci vuole un atto di coraggio e bisogna fare proprio il Piano di Salvezza Nazionale, preparato da illustri economisti, teso a creare un grosso fronte di popolo solidale per affrontare le difficoltà, impegnandosi tutti quanti, sia mettendo a disposizione il risparmio privato, questa volta sì garantito dallo stato, sia rimboccandosi le maniche e rendendo veramente l’Italia una repubblica fondata sul Lavoro. L’occasione è giusta, il momento è opportuno, gli uomini che sono al Governo, se non si sentono all’altezza, devono dimettersi oppure, se, come dicono, amano l’Italia e vogliono tutelare il bene comune, devono provarci.

I fatti sono evidenti, basta comunicati sensazionali, bisogna agire, il tempo stringe.

Torna in alto