Ognuno ha tanta storia. E’ una delle numerose e reiterate frasi che piacciono a Bastian Contrario. E ne consegue come egli racconti episodi e descriva avvenimenti e rappresenti stati d’animo ed emozioni e sentimenti ove il protagonista – ‘c’era una volta un re’, come esordio di una favola – è sempre il medesimo. (Icastico il grande Ennio Flaiano ironizzava ‘la modestia è il paravento dell’imbecille’ ed io, coltivando la virtù della vanità, tale non mi riconosco anzi…). Solo che, oggi, faccio strappo alla regola e d’altri sarà il mio argomentare. Chiedo venia.
Andrea il Biondo mi chiede di poter incontrare Stefano in quanto sta lavorando alla tesi di laurea, argomento la destra e i suoi contatti con il mondo arabo, palestinesi e conflitti con lo Stato di Israele. E’ nota la nostra ‘simpatia’ (ricordo il libro di Maurice Bardèche Che cosa è il Fascismo?, letto quasi come narrazione formativa). E ricordo i viaggi, ad esempio, in Libano e, successivamente, nell’Iraq di Saddam Hussein. Fra gli scaffali con i libri ormai ammucchiati in più file, conservo l’opuscolo dal titolo da me proposto Iraq contro, durante la prima guerra del Golfo, e a cui ho dato il contributo primo e fondamentale. E ricordo altro e tanto ancora. Neppure di questo, però, oggi intendo scrivere.
In macchina Andrea intende precisare come la comunità e le altre realtà giovanili a cui partecipa poco o nulla hanno in comune con la nostra storia le idee le battaglie le scelte che furono gli anni del nostro impegno. Lo dice senza intento alcuno d’essere polemico ostile. I venti del cambiamento hanno soffiato impetuosi. Eppure ci tiene a precisare come, quando ne parlano fra loro, riconoscono che la nostra, rispetto alle altre coeve il nostro essere in prima linea, è quella che ha saputo sopravvivere e dar-si una continuità di affetti intenti richiami. ‘Le radici profonde non gelano mai’, per gli estimatori del Signore degli Anelli, mi viene la tentazione di rispondergli. E tanti mi vengono a mente di episodi che potrei annoverare e riportare. E’ una eredità di fierezza e di nobiltà, un dono grande, forse inutile o forse no, una lezione di stile. I versi di Pound sono la migliore risposta: ‘Quello che veramente ami rimane – il resto è scorie – quello che veramente ami non ti sarà strappato – quello che veramente ami è la tua vera eredità’…
Una lezione di stile, ho scritto, e lo riaffermo nonostante guitti e saltimbanchi siano apparsi, simili a funghi velenosi dopo il temporale nel sottobosco. Non fanno storia. Lo stile che ci fu lasciato a testimonianza dal sangue versato da più generazioni, da donne ed uomini in camicia nera, umili fedeli fieri nulla chiedendo in cambio e tutto donando. E questo dono, in apparenza irripetibile, aspro come diamante, contiamo di lasciarlo, a nostra volta, a coloro che sono qui, in questo malo presente, a coloro che verranno. Nulla chiedendo.