Orvieto 23 – è scesa in campo l’intelligenza
Orvieto, venerdì 28, sabato 29, e domenica 30 luglio, al “Palazzo del Capitano del Popolo” luogo simbolo, politicamente associato alla cosiddetta “Destra Sociale”: E’ scesa in campo l’intelligenza, (per rubare la definizione dell’amico Nicola Colosimo).
La 3 giorni, di confronto, organizzata dal comitato “Fermare la Guerra”, preseduto da Gianni Alemanno, insieme ad una quarantina di movimenti, enti e associazioni, fra cui: “Magnitudo Italia”, “Terra dei Padri”, “Ass. Generoso Simeone”, e “Comunità Militante Soliferrum”, ha visto riunirsi reduci della destra sociale, insieme ad esponenti del variegato mondo del dissenso. Titolo dell’Incontro: “Un Movimento per L’Italia – Forum dell’indipendenza Italiana”.
L’ incontro, forse propedeutico alla nascita di un nuovo soggetto politico pesca persone e contenuti dalle idee della “Destra Sociale”, completamente tradite dalla destra liberista, libertaria e libertina di governo, e si pone a traino delle piazze del dissenso, che negli ultimi anni si sono affacciate sullo scenario politico. Oltre a nomi storici della destra sociale, fra cui Marcello Taglialatela, Adolfo Morganti, Fabio Granata, Massimo Magliaro, Bruno Laganà, Bruno Esposito, si sono avvicendati nelle varie sessioni in programma i leghisti Simone Pillon, Antonio Rinaldi, e Marco Zanni. l’ex vicepresidente di Casa Pound Italia Simone di Stefano, i filosofi Andrea Zhok e Diego Fusaro, i giornalisti Francesco Borgonovo e Fabio Dragoni, rappresentanti del “terzo settore” come Maurizio Abbate, (Presidente dell’E.N.A.C. – Ente Nazionale Attività Culturali.) e Giancarlo Moretti, (dirigente nazionale dell’ M.C.L, Movimento Cristiano Lavoratori), ex militari, come il Generale Marco Bertolini già comandante della Brigata Folgore, ed altre decine di relatori, fra cui una delle migliori penne del nostro giornale Roberto Pecchioli.
Molto importante per evidenziare la visione multipolare di questo incontro anche la presenza di Marco Camelos, (già ambasciatore in Iraq) e di Hanieh Tarkian, docente di studi islamici, e fine analista geopolitica. Importante valore aggiunto secondo il mio modesto parere, la presenza della vignettista ed influencer Paola Ceccantoni (in arte Pubble), l’unica capace di parlare un linguaggio attraente per il mondo giovanile. (Giovani effettivamente ce n’erano pochi).
Diversi i temi trattati nelle tavole rotonde che si sono susseguite con titoli come: “Verso un mondo multipolare”, “Sussidiarietà e crisi della politica”, “E’ l’Europa che ce lo chiede”, “In difesa dell’umano” “Per non morire americani”. Oltre ai relatori, nella sala gremita, la storia della destra Italiana, (soprattutto quella extraparlamentare), presenti come “osservatori”, ma comunque interessati a capire se le teorie di Giambattista Vico, siano sempre attuali, se cioè si possa attribuire all’evento lo status di “Provvidenza storica”, o se preferite di “Eterogenesi dei fini”, cioè la teoria che per comprendere la storia non sia sufficiente la volontà dei singoli, ma che, una volta messi in moto dei meccanismi, nella dinamica dei gruppi emergono fatti e situazioni che obbediscono a leggi spontanee e autonome.
Si perché la paura di molti, (anche del sottoscritto) è che si possa trattare dell’ennesimo “Gatekeaper” come dicono nella perfida Albione, ciò un tentativo del sistema, per intercettare ed annullare il dissenso verso le politiche Guerrafondaie, atlantiste, e servili degli ultimi governi, in un apposito contenitore per contenerle ed infine annullarle. come accaduto con il movimento 5 stelle, con la Lega di Salvini, ed oggi con la destra Neocon di Fratelli d’Italia. Se dovessi attribuire un voto teorico all’evento gli attribuirei una sufficienza piena, un bel 8,5, Alemanno ha rivendicato il suo passato “rivoluzionario” “antiamericano” ed “antiatlantista”, non scordiamoci che dopo la morte di Beppe Nuccolai e Antonio Carli, la deriva “atlantista” di Rauti, ed il tradimento di Altero Matteoli, fu lui insieme a Francesco Storace, ha cercare di dare continuità alla “Destra Sociale” dall’interno del sistema. (Anche se i veri rivoluzionari ne rimasero fuori). E’ Stato uno dei pochi “Colonnelli” Finiani, ha non fare “solenne professione di antifascismo”. Durante la campagna alla carica di Sindaco di Roma nel 2008, Alemanno (primo nella storia di un candidato capitolino) ha visitato la Moschea di Roma per un incontro ufficiale con la comunità musulmana ribadendo una visione politica “Mediterranea” ed “Antiamericana”.
Impossibile però dimenticare che Gianni è stato fra i promotori di “Alleanza Nazionale”, ministro del governo Berlusconi, (seppur uno dei pochi competenti), e che da Sindaco della Capitale, al di là delle vicende giudiziarie da cui è stato assolto con formula piena, è sceso più volte a compromessi, soprattutto con la comunità ebraica, che mai gli ha perdonato le giovanili simpatie Palestinesi ed il fermo di polizia durante una manifestazione nei pressi dell’ambasciata americana. In prossimità della data dell’8 settembre 2008 il Sindaco Gianni alemanno, affermò una verità palese ma politicamente scorretta, cioè che il Fascismo non fu «male assoluto» a differenza delle leggi razziali a cui si può tranquillamente attribuire l’epiteto, scindendo i due fenomeni.
Le reazioni intimidatorie della comunità ebraica, furono tali che Alemanno fu costretto a ritrattare, ed ad assecondare la comunità Ebraica Capitolina, arrivando a promuovere “viaggi della memoria” da parte delle scolaresche romane, o ad approvare (novembre 2008), il progetto di un Museo della Shoah nel parco di Villa Torlonia, il complesso di edifici e ville di Roma, che fu residenza Romana di Benito Mussolini, ed a conferire la cittadinaza onoraria al soldato israeliano Gilad Shalit, all’epoca prigioniero di gruppi combattenti palestinesi, comportamenti che portò esponenti anche di punta della Destra Sociale, antisionista quanto antiamericana, ad attribuirgli il soprannome di “Vicesindaco”, intendendo che il vero sindaco di Roma fosse l’allora presidente della comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici.
Stessi dubbi potremmo averli su Fabio Granata, da sempre vicino alle posizioni terzomondiste, di Beppe Niccolai (che ha citato nel suo bellissimo discorso Orvietese), ma che poi è finito nelle liste del PDL, ed ha dato origine insieme a Gianfranco Fini al fallimentare progetto del Fli.
“Qui sine peccato est vestrum, primus lapidem mittat” recita la locuzione latina, tratta dal Vangelo di Giovanni «chi tra voi è senza peccato scagli la prima pietra».
Nessuno dei partecipanti può considerarsi “puro”, nemmeno il sottoscritto, anche perché come scriveva nel suo “Confessioni di un Fazioso” Tomaso Staiti di Cuddià, citando il socialista Rino Foremica, “la politica è sangue e merda”, e Gianni come molti di noi sono stati costretti ad aver a che fare con questi elementi, col sangue dei tanti (troppi), giovani militanti del Fronte della Gioventù uccisi in nome dell’antifascismo, fra cui il suo caro amico Paolo Di Nella, e la merda (tanta, forse troppa) in cui ha nuotato come amministratore.
A chiosa della 3° giornata di orvieto, restano le sue parole: “Come tanti di voi ne abbiamo viste di tutti i colori, ho visto le cose giuste, ho visto le grandi battaglie ho visto i compromessi, questa volta non ci saranno compromessi, a me personalmente a 65 anni, di andare ad occupare uno scranno in qualche posto parlamentare per schiacciare un bottone e dire signor si, non me ne frega un cazzo:”quindi se c’è qualcuno quà dentro (,,) che c’ha un retropensiero e dice: ma in fondo si stanno agitando perche non gli hanno dato qualcosa e quando gli avranno dato qualcosa si staranno zitti vi garantisco, ci metto la faccia (..) che questa volta non torneremo indietro e non ci faremo comprare a nessun prezzo”.
Al di là della cronaca e degli interventi, va comunque sottolineato lo spirito del Convegno che di fatto ha tracciato un percorso destinato ad essere foriero di sicuri sviluppi interessanti sulla scena politica italiana. Il progressivo spostamento al centro del governo Meloni ha infatti aperto uno spazio politico alla sua destra che potrebbe essere rapidamente occupato da chi saprà muoversi con intelligenza e determinazione. Vogliamo crederci, a volte la storia segue sentieri tortuosi. Se ad ottobre come sembra partirà un nuovo soggetto politico, dovremmo almeno dargli una possibilità, per non morire “Americani” ,”atlantisti”, liberisti, e soprattutto come ha coraggiosamente detto nel proprio intervento (il più applaudito) Massimo Magliaro, “Per non morire Antifascisti”.