Punk’s Not Dead

 

Punk’s Not Dead

Punk è un termine inglese (aggettivo che significa di scarsa qualità), nato per identificare una subcultura giovanile emersa nel Regno Unito e negli U.S.A. a metà degli anni settanta. Musicalmente identifica una musica rozza, rumorosa, e ribelle, nata tra Stati Uniti e Gran Bretagna con gruppi come Sex Pistols, The Damned Clash o Ramones e portata pur con le relative evoluzioni sino ad oggi. Per essere precisi, la musica punk cominciò a emergere nei primi anni settanta nella East Coast degli Stati uniti, in particolare New York e Detroit. Fra i primi a essere definiti Punk, troviamo i Ramones. Parallelamente con lo sbarco nel regno unito alla musica si fuse subito un’estetica, immaginata e realizzata dalla stilista Vivienne Westwood, moglie di Malcon McLaren produttore, e già manager dei New York Dolls. Vivienne e Malcom gestivano a Londra un negozio di abbigliamento il “Sex” specializzato in articoli di tendenza e sadomaso, nel 1975 McLaren ebbe la geniale idea di far emergere alcuni ragazzi tra frequentatori e conoscenti proponendo di fondare un gruppo musicale dalle caratteristiche provocatorie. Il loro look era composto da vestiti strappati, capelli corti e spesso colorati, indumenti sadomaso, giubbotti e pantaloni in pelle, catene, lamette, borchie, spille da balia, lucchetti usati come collane, collari borchiati, e riferimenti presi dalla simbologia Nazista, come svastiche, la “testa di morto (Totenkopfverbände) ed il simbolo delle ss. I Sex Pistols si esordirono nel 1975, nei sobborghi di Londra, introducendo testi, elementi e atteggiamenti provocatori. Avevano modi rudi, orgogliosi di rivendicare la propria appartenenza alla classe operaia, il loro pubblico era famoso per l’attitudine violenta, spesso durante i concerti si creavano risse tra gruppi di spettatori, facendo sospendere o terminare in anticipo i concerti. I Sex Pistols, scandalizzando l’Inghilterra e il mondo.

Col tempo il movimento si è suddiviso in un’infinità di diverse classificazioni, che vanno dall’anarchismo al comunismo e principalmente verso un neonazismo di forma, più che di sostanza. Lo stile di vita, ideologico e di rottura del Punk, dette nuova linfa anche alla rinascita della subcultura skinhead, dagli anni settanta fino alla seconda metà degli anni ottanta, il movimento skinhead britannico ebbe forti legami con il National Front fino alla nascita del Combat 18 all’interno del gruppo Blood & Honour.  Nel 1978 anche ambienti prettamente Punk, al pari dei Naziskin, si unirono al National Front, andandone a fondare la costola Punk Front,  che radunò i punk vicini all’area di estrema destra.  Durante la prima ondata (Punk 77), il punk non aveva veri indirizzamenti politici,  non vi era una filosofia specifica, fu Sid Vicius, che esponendo simboli dell’estrema destra a scopo scandalistico, e provocatorio fece avvicinare la destra al movimento, imitato da Siouxsie Sioux dei Siouxsie and the Banshees, e da Captain Sensible dei The Damned. Fu questa simbologia che avvicinò il punk al neonazismo. All’interno del movimento Punk convivevano sia l’ideale Anarchico, capeggiato dalla band Crass che i gruppi del Punk Front, arrivando ad una strana commistione, che anche inconsciamente si rifaceva al Futurismo Italiano e Sovietico, ed al “Sansepolcrismo”.  Il movimento punk si affacciò presto anche in Italia, già alla fine degli anni settanta, soprattutto nel nord, il genere si sviluppò in diverse frange: sotto un profilo non ideologico nascevano band che facevano del divertimento la loro filosofia, come Skiantos e Kandeggina Gang. Parallelamente, si sviluppava anche la sua parte ideologica, anticommerciale e anticonformista, HitlerSS, Bloody Riot, Klaxon, Traumatic, Wretched e Nabat  Total Chaos e Nerorgasmo.

Con il declinare nei primi anni 80 del Punk Rock vero e proprio, assistiamo al proliferare del genere soprannominato New wave (“nuova onda”), che raccoglie l’eredità del Punk avvicinandola sempre più al pop. In Italia  fin dai primissimi anni ottanta si formarono numerose band nelle maggiori città italiane, tre band Fiorentine, Litfiba, Neon e Diaframma ne incarneranno lo spirito con il maggior successo commerciale. Altri nomi di spicco furono Gaznevada, Confusional Quartet, Denovo, Frigidaire Tango, Kirlian Camera, Pankow, Underground Life, CCCP Fedeli alla linea, Disciplinatha, Decibel, e molti altri.  Menzioni particolari sul versante “Ideologico” vanno ai CCCP Fedeli alla Linea di Giovanni Lindo Ferretti, ed ai Disciplinatha. I CCCP Fedeli alla Linea si definivano orgogliosamente “emiliani e filosovietici”, attingendo all’iconografia Comunista sia nella grafica sia nei testi. Di Contro troviamo i Disciplinatha, gruppo New Wave formatosi nel 1987 a Bentivoglio (Bo), rimasti famosi soprattutto per la loro iconografia dichiaratamente Fascista. L’Idea di fondare il gruppo nacque a Cristiano Santini (voce), Marco Maiani (basso) Daniele Albertazzi (batteria) e Dario Parisini (chitarra), dopo un concerto dei CCCP – Fedeli alla linea.  Santini e Maiani, guardavano con sospetto, sia le esperienze governative che il movimentismo alternativo, iniziando ad assumere un’estetica dai chiari riferimenti militareschi, anticonformisti ed iconoclasti. Il loro primo lavoro uscirà nel 1988 con la label Attack Punk Records, un mini-LP intitolato “Abbiamo pazientato 40 anni. Ora basta!”. L’album vedeva fin dalla copertina due balilla in posa da saluto romano. All’interno un volantino con immagini e riferimenti disparati, tra i quali, Louis-Ferdinand Céline, Ezra Pound, Franco Freda e Francesca Mambro, con l’intento di costruire una strategia della sovra-identificazione che può assomigliare a quello dei Laibach.  Il disco si apre con un discorso di Benito Mussolini. Purtroppo questa scelta stilistica confinerà i Disciplinatha al margine della scena musicale, all’epoca i concerti di musica Rock, venivano fatti prevalentemente nelle case del popolo, spesso veniva vietato loro di suonare, o nel migliore dei casi i concerti si trasformavano (come nello spirito del Punk originale) in colossali risse. Solo Giovanni Lindo Ferretti, non gli abbandonerà producendogli nel 1994 l’album “Da Crisi di valori ad Un mondo nuovo.” con liriche fortemente incentrate su una visione pessimistica delle sorti della Seconda Repubblica nata dai processi di “Mani Pulite” e sull’omologazione delle generazioni presenti e future. Il gruppo emiliano Offlaga Disco Pax nel brano “Sensibile”, riserva ai Disciplinatha una citazione al vetriolo: «Francesca Mambro è citata nei ringraziamenti di un disco intitolato: “Abbiamo pazientato 40 anni, ora basta!”. Sensibili anche loro.». Il 14 dicembre 2013 il cantante degli Offlaga, Max Collini, verrà menato da Dario Parisini (chitarrista dei Disciplinatha) all’Estragon di Bologna, nel backstage di un concerto. Dei Disciplinatha si torna a parlare nel 2012 in occasione dell’uscita del cofanetto celebrativo “Tesori della patria”, contenente, oltre all’intera discografia del gruppo, un documentario intitolato “Questa non è un’esercitazione”, con interviste ai membri del gruppo ed a personaggi del calibro di Giovanni Lindo Ferretti, Manuel Agnelli, Paolo Barnard e Jello Biafra, frontman dei Dead Kennedys, celebre gruppo Hardcore punk di San Francisco, ha definito i Disciplinatha “l’unico gruppo italiano che vale la pena ascoltare”. Molti gruppi della cosiddetta “Musica Alternativa” fra cui Skoll e Sottofasciasemplice sono debitori, nel suono e nei testi, alla scena Punk/New Wave italiana, il Punk non è morto, si è reinventato come alle origini dalla parte degli invisi alla società del “Politicamente Corretto”.

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