In relazione al mio articolo di qualche settimana fa sull’ipotetico ricorso all’ elettroshock per “guarire” da sentimenti identitari, nazionalisti e/o “Razzisti,” ho avuto sui social un scambio di opinioni con una lettrice che valutava tale ipotesi “fattibile” in quanto riteneva l’essere “razzista” “…un l’insieme di paure (infondate) verso chi è diverso, è quindi un qualcosa che deve essere assolutamente scoraggiato.” Continuava: “le razze umane non esistono, è dimostrato scientificamente che la specie umana non è suddivisibile in razze biologicamente distinte.” Tale affermazione non veniva da una fan della Cirinnà, ma da una ragazza inserita nella macchina sociale di accoglienza di Santa Romana Chiesa.
Cerchiamo di fare il punto della situazione sul significato del termine “razzismo”. Se per razzismo si intende l’ideologia di stampo giudaico, di popolo eletto superiore agli altri, è da considerarsi chiaramente negativo, diversa connotazione l’uso del termine razzialismo, un’ideologia, prosperata tra la metà del XVIII secolo e la metà del XX secolo, che vede nelle razze umane il motore della storia. Tale ideologia non coincide necessariamente con il razzismo, ovvero il comportamento irrazionale di disprezzo ed esclusione nei confronti del diverso, ma attribuisce alla protezione della razza la necessaria condizione per la sopravvivenza dei popoli. A far confusione sull’uso dei termini anche lo stesso Evola che nel suo: “Sintesi di dottrina della razza” usa il termine razzismo in vece del più consono razzialismo. Evola sostiene che il razzismo totalitario inteso cioè ad abbracciare l’uomo nella sua completezza, è tenuto a considerare la razza come una realtà non solo fisica, ma anche interiore.
“Le razze umane non esistono”? Prendiamolo per buono, nonostante il recente ritrovamento di un ominide ribattezzato Graecopithecus freybergi, che ri-sposta in Europa l’origine della specie sino ad oggi fatta risalire a progenitori africani, ma questa è zoologia, la razza esiste non solo come fattore biologico e somatico, bensì come una realtà interiore, spirituale, ed è strano sia rinnegata da chi, di una visione spirituale della vita ha fatto dottrina e sviluppato millenni di cultura, non si spiega la campagna elettorale contro i sovranismi portata avanti dalla Chiesa, ed il palese supporto al tragico governo giallorosso che si prospetta il più “materialista” della storia repubblicana. Il disconoscimento della “razza interiore” frutto di dipendenza del pensiero unico derivante dal Darwinismo materialista e della psicanalisi ebraica diventa pensiero questo si, realmente “razzista,” trasformando l’altro, chi non la pensa come te, in un nemico, unendo, nazionalismo, identità, cultura, e difesa dei valori della famiglia nell’unico appellativo di “razzismo”.
Sull’Immigrazione Benedetto XVI, disse chiaramente che il primo diritto del migrante è quello a “non emigrare”, ovvero a trovare le condizioni economiche e sociali giuste per rimanere nel proprio Paese e farlo prosperare. Anche Giovanni Paolo II nella sua “Ecclesia in Europa”, pubblicata nel 2003, pose l’accento sulla questione immigrazione e il rapporto che l’Europa avrebbe dovuto affrontare con la commistione con altre religioni. Wojtyla scriveva che “Si tratta pure di lasciarsi stimolare a una migliore conoscenza delle altre religioni, per poter instaurare un fraterno colloquio con le persone che aderiscono ad esse e vivono nell’Europa di oggi” ma “deve essere condotto con prudenza, con chiarezza di idee circa le sue possibilità e i suoi limiti…” Per il Papa Polacco “E’ responsabilità delle autorità pubbliche esercitare il controllo dei flussi migratori in considerazione delle esigenze del bene comune” per “salvaguardare il patrimonio culturale proprio di ogni nazione”.
Cosa resterà fra 20, o 50 anni delle tradizioni spirituali dei popoli europei, e cosa delle tradizioni dei paesi africani? Il nostro dovere da uomini liberi resta come detto da Kemi Saba, scrittore, attivista e leader politico panafricano, è quello di ricercare un mondo dove: “i bianchi, i neri, gli arabi e gli asiatici si organizzino insieme per difendere la propria identità.” Sogniamo un mondo alto ed altro, e ci addormentiamo sereni, magari canticchiando un motivetto: “Per fortuna il mio razzismo non mi fa guardare/ Quei programmi demenziali con tribune elettorali…”