Re Travicello

 

Re Travicello

1852 a due anni dalla scomparsa del celebre poeta monsummanese esce per le edizioni Felice le Monnier di Firenze una raccolta di versi editi ed inediti di Giuseppe Giusti, fra i quali spicca la poesia “La terra dei morti”. La terra dei morti era l’Italia, chiamata così in un articolo pubblicato su un giornale statunitense, a cui “Beppe”risponde, con alcune strofe dedicate all’amico Gino Capponi:

     (..) E poi, se lo domandi,

     Assai siamo campati;

     Gino, eravamo grandi,

     E là non eran nati.

Versi profetici, su una nazione che sta lentamente morendo, per l’inedia dei suoi abitanti. La presupposta pandemia, ci trasformerà nelle rane bollite di Noam Chomsky. Il principio della rana bollita è un principio metaforico raccontato dal filosofo e anarchico statunitense per descrivere la pessima capacità dell’essere umano moderno di adattarsi a situazioni spiacevoli senza reagire. 

Immaginate un pentolone pieno d’acqua fredda nel quale nuota tranquillamente una rana. Il fuoco è acceso sotto la pentola, l’acqua si riscalda pian piano. Presto diventa tiepida. La rana la trova piuttosto gradevole e continua a nuotare. La temperatura sale. Adesso l’acqua è calda. Un po’ più di quanto la rana non apprezzi. Si stanca un po’, tuttavia non si spaventa. L’acqua adesso è davvero troppo calda. La rana la trova sgradevole, ma è indebolita, non ha la forza di reagire. Intanto la temperatura sale ancora, fino al momento in cui la rana finisce semplicemente morta bollita. Se la stessa rana fosse stata immersa direttamente nell’acqua calda avrebbe sicuramente dato un forte colpo di zampe, sarebbe balzata fuori e sarebbe sopravvissuta.

Abbiamo accettato gli arresti domiciliari, e cantato dai balconi, Abbiamo accettato di indossare una museruola, anzi, 2 una fisica, (la mascherina) ed una virtuale (la censura social). Abbiamo accettato di lasciar morire da soli, i nostri cari, senza nemmeno la possibilità di un ultimo saluto. Abbiamo abdicato completamente al senso del sacro, con chiese chiuse, messe in streaming e l’erede di Pietro, che si arrende definitivamente al mondo della materia. Abbiamo accettato la distruzione di interi comparti strategici per la nostra economia, dalla ristorazione al turismo, cinema, Teatri, piccola e media impresa.  Abbiamo accettato di tenere i nostri figli, segregati in casa, senza una reale istruzione con una “didattica” (a distanza) che deve essere considerata un’azione di demolizione di valori cardine dell’uomo, partecipazione, empatia, coinvolgimento, amicizia.

Si è impedito l’aggregazione di eventuali dissidenti, minato il senso di appartenenza, demolito il trascendente, annientato il tessuto economico del nostro paese.  I tanto decantati aiuti europei, se arriveranno saranno appannaggio delle sole aziende “redditizie”, le S.P.A. le S.R.L. le catene multinazionali e coloro che sapranno riciclarsi nel digitale o nella (pseudo) green economy. Le altre, quelle non “riconvertibili” dovranno perire. La ristorazione e la caffetteria Italiane saranno sostituite dai vari McDonald e Starbucks. Il turismo sarà gestito da società internazionali come Expedia, Booking, etc. L’arte e la cultura saranno fruibili solo digitalmente con archivi caricati su cloud e ceduti a Netflix o a National Geographic. Le palestre che dovranno chiudere i battenti saranno assorbite dal gruppo Virgin, e così via. Anche la scuola si trasformerà in una mera banca dati da cui scegliere corsi on demand. Quanto accaduto di recente alla Concordia University a Montreal ne è un chiaro esempio, l’università canadese sta utilizzando per un corso academico le videolezioni del professor François-Marc Gagnon, uno studente ha chiesto di interagire con il proprio docente, salvo scoprire che è deceduto nel 2019. Alle rivendicazioni degli studenti, la Concordia University non si è scomposta e in un comunicato, ha spiegato che le videolezioni del professor Gagnon sono da considerarsi strumenti didattici, al pari dei libri, che si sa, spesso sono scritti da persone non più in vita. Anche per quella fascia sinora ritenuta privilegiata di dipendenti pubblici si apre una nuova stagione, dove sono rimpiazzabili da sistemi informatici, ed adesso anche dai defunti, che come si sa non abbisognano di uno stipendio. A proposito di rane Giuseppe Giusti le usa per la sua poesia più conosciuta, “Il Re Travicello”, lo abbiamo avuto, e giustamente criticato, (Conte) ora Giove ci ha mandato il serpente (Draghi).

“Volete il serpente

che il sonno vi scuota?

Dormite contente

costì nella mota,

o bestie impotenti:

per chi non ha denti,

è fatto a pennello

un Re Travicello!”

Meritiamo di finire bolliti.

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