Recensione del libro: Ather Cappelli di Luca Bonanno
Un bel libro quello di Luca Bonanno su Ather Capelli; bello per tanti motivi.
La scrittura incisiva, la ricerca accurata, capillare e talvolta cavillosa sono elementi portanti di questo libro che mirano a restituire verità e luce su un personaggio ucciso vigliaccamente e a tradimento il 31 marzo 1944 e offeso anche da morto sia con le basse insinuazioni sul suo conto, ma soprattutto per la medaglia d’oro conferita nel 1947 al suo assassino da Alcide de Gasperi.
Non sapevo esattamente chi fosse Ather Capelli, sapevo solo che la prima Brigata Nera di Torino portava il suo nome; questo libro capitatomi casualmente tra le mani mi ha illuminato, mi ha chiarito, mi ha commosso.
Ather era un giornalista, un italiano, un fascista, ma era soprattutto un eroe, uno che non ha saputo, né voluto tirarsi indietro. Dal libro traspare una forte personalità di “moderato” ma io non amo questa parola che si addice soprattutto ai vili borghesi mai disponibili a sacrificare nulla di se stessi per gli altri. La figura che emerge dal libro invece è quella di un uomo giusto profondamente sociale che sapeva farsi amare e rispettare dagli altri,
Uno di quegli uomini che con i suoi articoli e le sue azioni impediva che si scadesse nella guerra fratricida che invece covava sotto sotto. Lui la impediva sia perché ad ogni assassinio e attentato terroristico partigiano sapeva trovare le ragioni per tenere a freno coloro che volevano dare un’immediata risposta violenta, sia perché era circondato dalla stima e dall’ammirazione della gran parte dei cittadini di Torino.
E’ una di quelle figure cui inevitabilmente l’Italia dovrà fare riferimento quando decideremo di tornare ad essere una nazione orgogliosa della propria storia per rimarcarne il coraggio, l’onestà, lo stile. Insomma, un esempio da seguire.
Numerosi sono i documenti che Luca Bonanno o trascrive o stampa in questo volume per dare testimonianza e prova storica di quanto sostiene e a noi piace citare solo un brano tratto dalla Gazzetta del Popolo del 2 aprile 1944 in occasione del funerale di Ather Capelli: “Sono venuti a salutarlo i torinesi, molta gente del popolo, gente che, forse, non lo aveva mai conosciuto e che lo piange ora come si piange chi muore per la Patria… Sono venuti a salutarlo i torinesi, a portargli un tributo di omaggio ed anche per esprimere a noi più che una solidarietà, il dolore, il lutto che li colpisce direttamente, anche se non lo conoscevano di persona, perché sapevano che era un puro, era un buono.”
Speriamo che questo libro di Luca Bonanno su Ather Capelli, uscito per le Edizioni Ritter e con la collaborazione di Storie di Memento, abbia il successo che merita sia per lo sforzo dell’autore durato oltre tre anni, sia perché ci sembra giusto che una figura come Ather Capelli venga riconosciuto da tutti e possa essere additato come esempio da seguire alle future generazioni.