Rivoluzione ittica

 

Rivoluzione ittica

1993, il telefono di Franco Battiato squilla, dall’altro capo del filo, Carla Bissi in arte Alice, dopo qualche convenevole pone una domanda diretta, “Franco ma sei uscito con un nuovo singolo?” e lui: ” chi io? e lei:” Si quello delle aringhe”! Il realtà il brano in questione era cantato da Rosario Tindaro Fiorello conosciuto semplicemente come Fiorello, reduce dai 2 suoi primi album veramente falso (1991) e nuovamente falso (1992) nel quale l’artista siciliano cantava noti brani di interpreti italiani imitandone la voce. Nel singolo “Mare nostrum” avrete capito, Fiorello imitava (perfettamente) Franco Battiato, con un testo che parla di aringhe, merluzzi, totani, e cozze apatiche.

Aringhe, acciughe, e sardine, appartengono ai Clupeiformi, un grande ordine di pesci comprendente circa 280 specie, caratterizzate da un comportamento gregario, adattate cioè a vivere in gruppi formati da migliaia di individui, manifestazione tipica, è la coordinazione dei movimenti, per cui essi si spostano tutti insieme come se fossero un solo individuo. Roma, sabato 14 dicembre, piazza San Giovanni, a stento contiene le oltre 35 mila persone, che si rifanno al neomovimento delle “Sardine”. Ma chi sono le sardine? Chi le ha ideate, cosa chiedono?

A metà novembre quattro trentenni di Bologna Mattia Santori, Andrea Garreffa, Giulia Trappoloni e Roberto Morotti, hanno ideato lo slogan «L’Emilia Romagna non abbocca» in riferimento alle prossime elezioni regionali, Insieme allo slogan un simbolo, quello delle sardine, piccoli pesci che secondo l’interpretazione di dette menti geniali,  si stringono e si spostano in gruppo di fronte allo «squalo» rappresentato, non dalla finanza apolide, ma dall’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini, che al massimo potrebbe somigliare ad un sgombro. Il volto più noto del movimento è Mattia Santori, 32 anni, collaboratore della rivista “Energia”, fondata dall’ex Ministro Alberto Clò, e dall’ex leader dell’Ulivo Romano Prodi.

Dal primo momento, le sardine si sono dichiarate come un movimento apartitico, Ma basta fare una rapida ricerca nei curriculum di alcuni dei loro attivisti per comprendere quanto la suddetta affermazione sia distante dal vero. Bernard Dika, uno degli organizzatori delle sardine di Firenze, è “alfiere della Repubblica” nominato da Mattarella, ex presidente del parlamento toscano degli studenti, giovane democratico Renziano e iscritto all’Anpi. Michele Abbatticchio, amministratore del gruppo “Arcipelago delle sardine”, è sindaco di Bitonto ed è stato candidato alle elezioni europee del 2019 nelle fila di “Più Europa” Emanuele Quarta, altro amministratore del gruppo “Arcipelago delle sardine”, è un segretario locale del Pd e sindacalista della Fiom di Bari. Filippo Rossi, amministratore delle sardine di Roma, è blogger sul Fatto Quotidiano, nonché ex consigliere comunale di Viterbo. Stephen Ogongo, altro amministratore del gruppo delle sardine romane, è il fondatore del movimento “Cara Italia”, che sostiene cittadinanza facile e diritto di voto per gli immigrati. Fabio Cavallo, amministratore del gruppo delle sardine di Milano, è attivista della “Rete nazionale antifascista”. Lo scorso giugno, ha aperto una raccolta fondi a favore della Ong Sea Watch e della speronatrice Carola Rackete. Giorgio Mattiuzzo, amministratore del gruppo delle sardine marchigiane, è il responsabile per i diritti civili del Partito Democratico della regione Marche. Alberto Irone, amministratore del gruppo delle sardine di Treviso, è funzionario della CGIL, nonché “seminatore d’amore” quando nel 2018 suggeriva a Salvini che c’era ancora posto in piazzale Loreto. Andrea Ferroni, amministratore del gruppo delle sardine di Perugia, è coordinatore nazionale dei Giovani Comunisti e capogruppo presso il comune di Torgiano. Francesco Cro, amministratore del gruppo “Sardine, l’Italia non si lega”, è blogger dell’Huffington Post, e segretario dell’associazione Renziana “Il popolo del sì”.  Simone Borio, amministratore del gruppo delle sardine di Cuneo, è stato candidato alle elezioni comunali della città piemontese per Potere al Popolo. Stefano Fusco, amministratore del gruppo “Napolinonsilega”, è stato candidato nelle fila del Pd alle elezioni comunali di Napoli, etc. 

Con il pompaggio dei media un movimento reazionario, spacciato per rivoluzionario, si pone contro quell’ondata popolare di (pur confuso) cambiamento, emersa il 4 marzo 2018, infranta e rigettata indietro dal fallimento del governo giallo-verde. In questo contesto manovratori occulti hanno trovato squallidi personaggi che, sotto il fantasmatico fascismo-in-assenza-di-fascismo, propugnano l’imposizione del regime dell’evaporazione dell’Italia sotto l’Ue del pensiero unico, del politicamente corretto ed eticamento corrotto.  Le «sardine» sono il peggio d’Italia, gli eredi dei sanfedisti contro la Repubblica partenopea, dei Badogliani, complici della svendita dell’Italia, questi sono i degni eredi (come piace loro vantarsi) dei partigiani, pretoriani del governo illegittimo “Conte bis”.

Il pescetto, imparentato con l’acciuga, fu già protagonista della storia Italiana, 25 anni fa, il 23 dicembre del 1994, il “Senatur” Umberto Bossi, allora leader della Lega, ospitò nel suo piccolo appartamento romano all’Eur, Massimo D’Alema e Rocco Buttiglione, davanti a un piatto di sardine ed una lattina di Coca-Cola, i tre politici firmarono il “patto delle sardine” appunto, sancendo così la fine dell’esperienza a palazzo Chigi di Silvio Berlusconi e l’arrivo del tecnico Lamberto Dini. Le Sardine di oggi, aprono la strada ad un altro tecnico, potranno ostacolare, l’avanzata degli altri, i sovranisti di cartone, i quali già dimostrano aperture ad un governo di salvezza nazionale guidato da Mario Draghi, che sarebbe il sigillo del pieno reflusso all’ondata popolare del 2018. Mattia Santori ha dichiarato: “Per troppo tempo vi abbiamo lasciato fare… Adesso ci avete risvegliato. E siete gli unici a dover avere paura. (..) Non avete il diritto di avere qualcuno che vi stia ad ascoltare”. Se questi passaggi del manifesto delle sardine, fossero stati scritti da un qualsiasi movimento non allineato, la folla dei benpensanti avrebbe già gridato “eversione”. Ma i pescetti a quanto pare sono considerati dalla parte giusta della storia.

Che ne sanno le aringhe nubili

Dei riti dei merluzzi baltici

In questa fine di secolo?

In questa fine di secolo?

Che ne sanno cozze apatiche

Dell’umore di vivaci totani

All’alba del terzo millennio?

All’alba del terzo millennio?

Ne sapranno, ne sapranno

Quel che ne sapevano

Un milione di anni fa,

Mare amabilis

Mare ammirabilis

Salus infimorum

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