Scuola di Pensiero Forte [103]: le relazioni di potere positive

 

Scuola di Pensiero Forte [103]: le relazioni di potere positive

Dei tanti aspetti del potere analizzati fino ad ora, abbiamo notato che la maggioranza sono negativi, pertanto è giunto il momento di osservare anche quelli positivi. Prendiamo in considerazione la situazione di un genitore con i propri figli piccoli: padre e madre devono far crescere il bambino, trasmettendogli tra le tante cose anche il senso stesso del potere; debbono dargli un codice morale, concorde con l’esperienza stessa del bene e del male; spetta loro istruirlo alla vita comunitaria e alla prima e nobile forma di politica e di economia, entrambe vertenti sulla cura del Bene Comune. Nella cura cosiddetta paternalistica vi è l’intento di evitare un danno e procurare un beneficio, supplendo alle mancanze dovute o a fattori naturali, come nel caso dell’età, di disabilità o gravi patologie, oppure per ragioni dovute a norme specifiche. Diversa cosa è se questo esercizio di potere trova la pretesa di avvenire in casi che esulano dai limiti, come quando un genitore pretende di comandare su un figlio adulto. È evidente la necessità di un equilibrio da raggiungere tra la tutela e la promozione degli interessi del prossimo, nel rispetto dell’autonomia di ciascuno.

Il potere politico esercitato nella forma di Stato si occupa anche delle forme positive. La visione liberal-liberista vede in qualsiasi forma di imposizione o limitazione un abuso della libertà individuale, anche qualora questa andasse contro il Bene Comune; chi si rifà ad un’etica tradizionale, riconosce nella regolamentazione paternalistica un richiamo all’ordine naturale del cosmo, che si riflette anche nella vita morale e politica; il nichilismo post-moderno vuole l’annientamento di ogni norma volta al Bene, in favore del caos. A tale proposito, Tommaso d’Aquino propone un approccio realista, cercando di osservare e descrivere la realtà politica com’è, nel bene e nel male, per comprendere l’ordine che essa rivela e quindi ottenere indicazioni anche operative su come migliorarla, per quanto è possibile. Il potere è un bene voluto da Dio volto ad aiutare l’uomo a raggiungere il suo fine, ossia a perfezionare la sua natura; il potere politico non è mai mero uso della forza, ma è sempre legato all’autorità, che è la capacità, di chi comanda, di dare disposizioni razionali, cioè conformi all’ordine che è già realizzato (dagli uomini e da Dio) nelle cose, ma solo parzialmente, e richiede, per questo, che noi lo completiamo. Essendo il potere esercitato da esseri razionali, è sempre moralmente qualificato, nel bene o nel male, per migliorare l’ordine della realtà o per distruggerla.

Quel che bisogna considerare come positivo in una forma di potere, è la sua capacità trasformativa per la persona: più la relazione smuove la riflessione e la critica, più permette la crescita individuale e collettiva. Non bisogna sottovalutare anche il fatto che persino le relazioni negative possano volgersi in senso positivo, come è successo nei casi di rivolte per riappropriarsi delle libertà e dei diritti fondamentali, o per rovesciare sistemi di potere malvagi che opprimevano e schiavizzavano. C’è un seme di opportunità anche nei paradigmi apparentemente più inquinati e corrotti, dai quali comunque è possibile trarre una re-azione positiva.

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