Scuola di Pensiero Forte [42]: la famiglia, fondamento della società

 

Scuola di Pensiero Forte [42]: la famiglia, fondamento della società

Il nucleo primordiale della società, la cellula prima da cui essa deriva, è la famiglia.

Probabilmente già avrete sentito dire altre volte questa frase, in svariati contesti, ma in termini filosofici e, successivamente, politici, essa ha una rilevanza determinante.

Il termine greco originale che designa la famiglia è οίκος (=oikos), che vuole anche dire “unità primaria”, “unità di base”, “elemento fondamentale”. Non a caso, Aristotele introducendo la sua opera Politica, dice proprio “la comunità che si costituisce per la vita di tutti i giorni è per natura la famiglia”, formata dalla unione di un uomo con una donna, al fine di generare altra vita tramite la loro unione, così come la natura stessa prevede. È naturale non solo perché la biologia impone che la generazione sia possibile solo fra maschio e femmina, ma anche perché l’uomo è un essere sociale, ζῷον πολιτικόν (=zoon politikon), che realizza il proprio fine soltanto insieme ad altri simili (di questo abbiamo parlato più approfonditamente nel Vol.1 di questa Scuola).

La famiglia è, però, una società, nel senso latino del termine ovvero una unione sociale di individui, che si dice imperfetta, poiché da sola non riesce a realizzare e procurarsi tutto ciò di cui ha bisogno; è pertanto necessario che più famiglie si uniscano per formare una comunità e, successivamente, la società vera e propria.

“Agli animali la natura ha dato i peli, i denti, le corna, la velocità per fuggire. L’uomo, invece, dalla natura non è stato formato con nessuno di questi mezzi già pronti; ma al posto di quelli gli è stata data la ragione, per mezzo della quale può procurarsi tutte queste difese. Ma per far ciò non basta il lavoro di un solo uomo, perché il singolo non basta a sé per vivere. Perciò è naturale all’uomo vivere in società […] affinché uno aiuto l’altro, e diversi uomini siano occupati nella ricerca di cognizioni diverse.” (San Tommaso d’Aquino, De regimine principum, lib. I, cap. 1)

La famiglia è basata anzitutto sul rapporto fra uomo e donna, detti marito e moglie. Il contratto che li lega ha una finalità materiale inerente la mutua sussistenza, la coabitazione, la partecipazione alla vita sociale e il raggiungimento dei fini naturali, che in tale unione si presentano più facilmente e piacevolmente realizzabili. Il rapporto, però, non si ferma qui: la sponsalità nel suo aspetto spirituale trascende la materialità, facendo sì che gli sposi si fondano in una sola cosa e realizzino fattivamente il loro fine condiviso ogni volta che si uniscono e nel loro con-vivere di ogni giorno. Tale relazione è compimento del loro essere-per-l’altro, sintesi e compendio del proprio essere-nel-mondo e dell’esser-ci come persone. Vincolo essenziale è l’amore. Da questo potremmo dire primordiale modello di relazione interpersonale si configurano i successivi tipi di relazioni sociali aperti al mondo intero.

Dalla unione di marito e moglie nasce la vita: i figli. Prodotto dell’amore coniugale, i figli costituiscono l’elemento di prosecuzione e perfezionamento dell’oikos: l’estensione non è solo numerica, ma ontologica, modificando l’essere stesso della famiglia, che viene ora a essere partecipata da altre persone, sostanzialmente identiche e formalmente simili agli sposi. Questi ultimi non sono solo più marito-moglie, bensì divengono padre e madre.

Ecco che abbiamo la genitorialità, dato aggiunto di incredibile importanza, che proietta la coppia iniziale in una dimensione nuova che impone una rivisitazione del proprio modo di vivere, attraverso un processo di auto-adattamento e ri-definizione del proprio io nel contesto relazionale. Una crisi, nel senso greco del termine, ovvero un qualcosa che stravolge e mette in discussione portando ad una risposta. Ancora una volta, al centro di tutto vi è l’amore. L’essere genitori è potenzialmente implicito nell’essere sposi, dunque già famiglia nel senso stretto del termine, ma diviene fattuale solo attraverso una libera scelta, che attesta il compimento di una maturazione identitaria e relazionale, sia del singolo che del binomio, e dischiude un livello di perfezionamento ulteriore, nel continuo cammino di compimento del fine ultimo.

Non staremo adesso ad approfondire le molteplici sfaccettature che si possono notare sull’argomento, poiché non è la sede adatta; ci interessa invece sottolineare come le dinamiche interne della famiglia e della sua vita propria siano preludio e “palestra” di quelle che si vivono all’esterno di essa, ovvero nel mondo sociale, dove l’oikos va a unirsi alla comunità, poi alla città, alla nazione e via dicendo. Dal micro-cosmo famigliare si può apprendere molto di come funziona il mondo intero.

 

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