Scuola di Pensiero Forte [5]: dalla cultura ai valori

 

Scuola di Pensiero Forte [5]: dalla cultura ai valori

La relazione fra natura e cultura è, abbiamo visto, di complementarietà. Anzi, possiamo aggiungere che natura umana e cultura non possono essere isolate: senza la cultura, la natura umana non si sviluppa né personalizza e, senza la natura umana, la cultura rimane impossibile. L’ universalità della natura umana esiste sempre in modo culturale. La cultura è il vero universale particolare in cui si manifesta la natura umana.

Tale centralità della cultura ha portato, nel corso dei secoli, al cosiddetto etnocentrismo europeo, nel quale la cultura europea – nota oggi più spesso come cultura occidentale – è stata elevata a modello di perfezione della cultura, finendo per relativizzare ad essa ogni giudizio. Le scoperte delle culture precolombiane e orientali, avvenute soprattutto nel Rinascimento e durante i secoli XVII e XVIII, misero in crisi questa ideologizzazione. Ne seguì l’estremismo opposto, ovvero la relativizzazione di ogni cultura a se stessa, finendo per giustificare qualsiasi elemento culturale di ogni società, fino alla incoerenza ed illogicità di ammettere comportamenti contrari persino al diritto naturale. La globalizzazione, poi, a portato a riconoscere che vi è un terreno comune, antropologicamente proprio di ogni comunità umana e non determinato dalla sola calcificazione culturale.

Come diceva Terenzio “humanum sum, nihil a me alienum puto”, cioè “sono umano, nulla reputo strano”. Allora, ci chiediamo, i giudizi di valore che possiamo esprimere sui comportamenti indipendentemente dalla cultura sulla quale sono innestati, su quale criterio si fondano? Questo è la natura umana come dover essere; perciò tutto ciò che la perfeziona è un valore.

La cultura fa riferimento al dover essere della persona e ciò ci permette di definire una scala di valori e di contro-valori. I primi non ammettono commensurabilità e pertanto è erroneo giudicare a partire da essi le culture come inferiori o superiori. Certamente, nelle culture possono darsi accentuazioni di valori che corrispondono al dover essere della persona. I controvalori, invece, sono manifestazione di una degradazione della cultura.

Proprio in essa, i valori hanno un significato centrale: la cultura, elaborandosi attorno a un sistema di preferenza e scelte che danno ad essa una peculiare fisionomia, prevede non solo meri giudizi razionali, ma anche affettivi, emotivi, relazionali.

Uno dei valori propri di ogni  società umana è proprio quello politico: vivere insieme ad altri simili, che è necessità imprescindibile di ogni essere umano, comporta la necessità razionale di dare un ordine alla convivenza, ed una affettiva di perseguire il bene secondo la forma migliore, realizzando concretamente quel perfezionamento tipico del dover essere di ogni persona. Non esiste, strettamente parlando, alcuna forma di associazione umana che non sia politica.

Ecco perché la riscoperta del senso nobile della politica, necessario per un pensiero forte, passa attraverso la riscoperta della sua essenza che sta alla origine e al fondamento del vivere umano.

 

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