Scuola di Pensiero Forte [65]: la persona è libera

 

Scuola di Pensiero Forte [65]: la persona è libera

L’analisi fin qui svolta ci pone davanti ad una attenta riflessione, che si articola su più livelli, necessaria per proseguire nella formazione del Pensiero.

Per prima cosa, l’evidenza di una fondazione metafisica della persona umana e delle sue relazioni ci obbliga a considerare un elemento chiave, centrale, irrinunciabile e impossibile da non analizzare: la libertà.

Abbiamo detto che la persona umana è tale sulla base di alcuni elementi metafisici ed altri fisici; la vita stessa mostra alla persona, che vive la vita, questa sua determinazione, con tutto ciò che essa comporta e che abbiamo descritto precedentemente; ora, la persona umana vive delle relazioni con altre persone e con l’ambiente circostante, le quali sono esse stesse di carattere materiale e spirituale; in tutto questo procedimento c’è un qualcosa che funge da chiave di tutte le porte, che è per così dire il centro, il fulcro, la condizione senza la quale niente può funzionare: la libertà.

Parlare di libertà è senza alcun dubbio complicato e certamente non esauribile in poche righe. Bisogna però affrontare tale argomento perché è davvero importante per rifinire la riflessione e comprendere il perché profondo di molto di quanto scritto fino ad ora.

Ci viene in aiuto, ancora una volta, il grande San Tommaso d’Aquino, che riprende Aristotele e gli altri grandi pensatori del passato dandone una lettura critica e costruttiva, andando a delineare con mirabile chiarezza il concetto che abbiamo preso in analisi.

La scelta è un desiderio deliberato[1], afferma il Filosofo. Essa si propone come l’azione fondamentalmente propria della libertà. Il libero arbitrio è infatti proprio quella facoltà, propriamente umana (come sarà dimostrato in seguito), che fa dell’uomo un essere libero di scegliere tra quella moltitudine di possibilità che gli garantisce la reale possibilità di scegliere. Dove non c’è la possibilità di scegliere tra una moltitudine infatti, sparisce anche la libertà.

Ecco dunque che la libertà si pone come una delle fondamentali spiegazioni dell’esistenza del male: se non vi fosse la dualità bene-male, non vi sarebbe nell’uomo alcuna possibilità di essere libero e liberamente scegliere tra queste due parti antitetiche: l’essere ed il non essere, il bene ed il male. Tutti gli uomini cercano il bene ultimo della felicità, quell’εὐδαιμονία[2] aristotelica, ma tra loro si distinguono in base alla scelta dei mezzi con cui raggiungerla.

Ecco dunque che san Tommaso si propone nella Somma Teologica di analizzare il libero arbitrio[3], subito dopo aver analizzato il tema della volontà, inserendo queste due facoltà presenti nell’essere umano, e tra loro così intrecciate, all’interno delle potenze appetitive.[4]

La partenza è con l’analisi del termine: cosa significa libertà e quanti tipi di libertà esistono? Notiamo che il termine libertà deriva dal latino libertas, che a sua volta è riconducibile alla parola liber, con la quale ci si riferiva ad un uomo legalmente libero. La prima definizione del termine è riferita alla condizione sociale del soggetto libero. “Per libertà negativa o libertà da coazione o da costrizione, si intende la mancanza di costrizione esterna o interna subita dalla capacità di operare appartenente a un soggetto umano[5]: l’uomo libero è anzitutto colui che non subisce gli effetti di un’azione coatta su di sé. Uomo libero è quindi anzitutto un non-schiavo, un non-prigioniero.

Il concetto di libertà può dunque intendersi sia come “libertà di”, quando l’accezione che gli viene data è quella della libertà positiva, o come “libertà da” quando invece si intende sottolineare una libertà da qualcosa di esterno che potrebbe comprometterla. 
Una volta eliminate le forze coatte esterne, allora l’uomo è in grado di esercitare in pieno la propria libertà positiva, può autodeterminarsi. Tale libera autodeterminazione, “nel suo esercizio ideale è attuazione dell’umano[6]. L’uomo è tale perché è libero, ed è libero perché è razionale. Come afferma Aristotele nella Politica, l’uomo è animale razionale.

 L’essere uomo è totalmente realizzato nel suo essere libero. L’uomo che pone la propria autodeterminazione prima (che non sempre significa porla contro) del proprio istinto animale è quell’uomo totalmente realizzato come essere libero.

 

 

[1] Aristotele, Etica Nicomachea, VI, 2, 20-25.

[2] Dal greco, tradotto “Euidamonia” – Aristotele, Etica Nicomachea, §21, 1095a15–22

[3] Nella questione ottantatreesima, per chi volesse approfondire.

[4] San Tommaso si occuperà poi nella questione tredicesima della seconda parte della prima parte di quest’opera della scelta. Tale trattazione è inserita all’interno della sezione riguardante le azioni umane in se stesse e riguarda gli atti che sono propri dell’uomo compiuti dalla volontà stessa aventi per oggetto i mezzi ordinati al fine.

 

[5] Cfr. Dizionario filosofico Bompiani, p. 6394

[6] Ibid.

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