Scuola di Pensiero Forte [74]: cercare la verità del mondo, la base cosmologica (1)
Lasciando a più avanti un’analisi della trascendenza e della finitezza, guardiamo adesso come nella vita tutto abbia un suo ordine costituito, a dir poco perfetto; da questo ordine possiamo riconoscere la verità del mondo.
Come già abbiamo avuto modo di affrontare[1], la Filosofia classica aristotelico-tomistica, o realismo mediato, usa un termine specifico per indicare il fine ultimo delle cose: teleologia[2]. La domanda da porsi è, dunque, la seguente: quale è il fine ultimo del mondo intero? Davanti a questo interrogativo, la nostra riflessione si sposta su un aspetto cosmologico[3], vale a dire che comprende la totalità del cosmo, di tutto ciò che esiste, nel rapporto fra ciò che siamo noi ed è in noi, e quanto è attorno a noi. Senza dubbio un tema così grande e discusso nel corso dei secoli non pretendiamo di riassumerlo in poche righe; tuttavia è necessario passare per una spiegazione, forse nemmeno troppo sintetica, per raggiungere l’acquisizione dello strumento riflessivo di cui abbiamo bisogno.
Risalendo indietro nella storia del pensiero filosofico per trovare una sintesi cosmologica classica di ampia portata, si arriva facilmente all’opera di San Tommaso d’Aquino. Pochi autori come lui riescono a fondere in una fluida unità aspetti tanto diversi dell’essere, rendendo compatibili le continuità e le discontinuità della scienza dell’essere. La filosofia di San Tommaso si può considerare, in questo senso, una metafisica dell’universo.
L’universo di San Tommaso è il dispiegamento delle strutture dell’essere finito a seconda delle esigenze dell’essere stesso. Il suo concetto di cosmo è metafisico, indipendente da un modello cosmologico particolare legato ad una determinata fisica o ad una visione matematica concreta. Il cosmo è visto come l’ordine delle creature, un ordine che scaturisce dall’essere come atto costitutivo della creatura. In altre parole, la nozione di universo è in stretto collegamento con la intuizione originaria dell’essere e quindi della creazione come momento fondante dell’essere finito.
Nella filosofia greca era viva una peculiare attenzione rivolta alla natura, accanto alla convinzione della razionalità intrinseca degli eventi naturali. Da questa sensibilità naturalistica emergeva con forza la vocazione scientifica e filosofica della cultura greca. La via della comprensione della natura tuttavia non era facile, poiché non si conoscevano ancora le immani difficoltà epistemologiche inerenti al pensiero umano, né tantomeno le scienze tecniche erano evolute come ai giorni nostri.
Aristotele tentò la strada della comprensione essenziale e non solo matematica della natura, con una preferenza per le metodologie biologiche e psicologiche, nelle quali il lógos matematico aveva poco da dire. Il naturalismo aristotelico cercava una “forma tipologica” intrinseca nei fenomeni naturali, un atto immanente alle cose del mondo. La natura aristotelica è un principio intrinseco dotato di un caratteristico dinamismo. L’essere mutevole “consiste” o si risolve in una “forma” che tende a certe operazioni. L’atto dell’ente mutevole è il suo movimento, una modalità primaria di enérgeia, ma gli enti naturali nel loro muoversi arrivano a fini propri e ciascuno contribuisce a costituire l’ordine topologico e dinamico che è tutta la Natura universale2 La trascendenza si svela ad Aristotele non come l’immaterialità immobile di un oggetto intellettivamente intuito, bensì come l’immaterialità attiva di un’intelligenza vivente. È questo il modo in cui l’aristotelismo supera la dimensione fisica. L’atto più elevato della natura è l’intelletto umano. Un atto ormai non fisico, ma al di là della fisica.
La natura manifesta un ordine intrinseco teleologico tale da rimandare alla mens (=mente), ad un atto superiore immateriale simile all’intelletto umano. Il balzo alla mens viene motivato specialmente dalla contemplazione dell’ordine di tutte le cose, poiché se ciascuna di esse opera seguendo una spinta naturale, il loro coordinamento universale rimanderà ad un atto unico che dovrà abbracciare la totalità.
Si fa sempre più chiaro il fatto che il mondo intero è ordinato e in relazione con la persona e con il suo fine.
[1] Cfr. Lorenzo M. Pacini, Scuola di Pensiero Forte, vol. 1, cap. 13.
[2] Teleologia: dal greco τέλος, τέλεος (thelos o theleos =fine) e λόγος (logos =discorso). Termine con cui si indica una concezione secondo la quale gli eventi, anche quelli non legati all’azione volontaria e consapevole propria degli uomini, avvengono in funzione di un fine o uno scopo.
[3] Cosmologia: scienza che studia la formazione, la struttura e l’evoluzione dell’universo, ma anche la speculazione filosofica e teosofica sull’origine e finalità del mondo cosmico.