Scuola di Pensiero Forte [86]: dalla comunità alla società: la struttura sociologica
La società ha poi una sua struttura sociologica. In un certo senso, si tratta di quello più “popolare” e facilmente comprensibile dai più, spesso tirato in causa anche nel linguaggio comune, e proprio per questa sua ampia diffusione richiede una certa analisi dettagliata. La Sociologia è la scienza che studi i fenomeni che si verificano in un contesto sociale, indagando i rapporti tra l’individuo e il gruppo, attraverso un’analisi di cause ed effetti, ma anche formulando interpretazioni dei comportamenti sociali. Possiamo facilmente comprendere come la sociologia sia fra le scienze sociali forse quella più adottata ed adottabile, quale strumento di altissima utilità per il Bene comune.
Analizzando la società sotto il profilo sociologico, la struttura di cui è fatta emerge con chiarezza: i membri della società si organizzano in una gerarchia, cioè una organizzazione nella quale vengono distribuiti i doveri e i poteri necessari per conseguire il fine condiviso dal gruppo sociale; la gerarchia è regolata da norme sociali, usi e consuetudini, che ne definiscono i limiti e le aree di ingerenza, stabilendone anche il valore sociale e, quindi, l’esito morale; inoltre, la gerarchia ha una sua dinamica propria, per la quale genera a sua volta prodotti sociali temporalmente secondari, come altre norme ed usi, ma anche situazioni relazionali complesse fra i membri della società. Contestualmente alla gerarchia, in una società troviamo la differenziazione in ceti sociali, che sono la suddivisione delle persone in base alla dimensione sociale, definita da criteri quali le condizioni di vita (economiche, lavorative, intellettuali, biologiche, religiose), andando a codificare una sorta di status, che è il complesso di risorse sociali o di beni connotati da valore materiale o morale che classificano i membri del gruppo sociale.
Le componenti della società sono poste in quell’equilibrio garantito da una funzione di controllo delle azioni che si svolgono all’interno del sistema che è l’ordine sociale, il quale garantisce la stabilità costituendo la base consolidata delle tradizioni. Possiamo allora parlare di identità sociale, insieme di criteri che permettono una definizione sociale dell’individuo o del gruppo, identità che è attribuita, consensuale, data da una parte consistente di altri individui o gruppi della società. L’identificazione sociale comporta una imitazione di persone e modelli, prima manifestazione di un legame relazionale emotivo con un’altra persona, prova ulteriore della natura sociale dell’uomo. Coniugandosi all’altro e alla relazionalità con tutte le sue multiformi caratteristiche, l’identificazione porta alla costituzione di una serie di identità tipizzate, che appartengono all’area intra e inter gruppo sociale, e che costituisce un insieme di tratti attribuiti a se stessi, relativi ad aspetti disposizionali, comportamentali, espressivi e di ruolo, che hanno una funziona di orientamento per il soggetto nel sistema, la sua formazione e crescita, l’azione e la realizzazione di un’adeguata immagine di sé. La società, infatti, produce dei sottogruppi, che la costituiscono in quanto membri ma che ne sono discendenti come prodotti del suo stesso essere: sono le cosiddette micro-culture e le svariate forme di gruppi sociali che si identificano attorno a certi modelli, immagini, valori.
Tutte le componenti della società vivono assieme in una sinergia organica più o meno efficiente, funzionale alla sopravvivenza della società stessa e, di riflesso, dei singoli componenti, mentre è cosa ben diversa parlare di armonia organica: in questo caso la società si presenta come ordinata su di uno scopo ultimo a cui tutti i membri e i gruppi fanno riferimento, accordandosi nelle parti per realizzare univocamente quel preciso fine. È importante sottolineare questa distinzione per non cadere nell’errore di considerare ogni società come perfetta in sé, da un lato, e dall’altro per non gettarsi in utopie irrealistiche di forme ideali di società. Ogni società ha una propria organicità che è in continua evoluzione e trasformazione, una struttura che oggi è data in un certo modo ma che può cambiare, anzi cambia costantemente, in vista della realizzazione del bene dei singoli e di quello comune. Le stesse contraddizioni sociali, i problemi, le criticità sono tutte opportunità intrinseche allo sviluppo della società intera, in una progressione fatta di alternanze fra successi e insuccessi, vita e morte del tessuto sociale, che è il motore proprio dell’evoluzione.
Comprendiamo, dunque, come la società abbia un alto valore morale, in quanto si fa madre dei suoi membri nel più alto livello di strutturazione relazionale umana, più di famiglia e comunità, che ne restano comunque le componenti micro-dinamiche. Il dinamismo della società è il suo costante ridefinire la propria struttura, le norme, le componenti e il fine prossimo antecedente al fine ultimo generale.
Non è questa la sede adatta per trattare le tante questioni che certamente sono sorte nella lettura di questo capitolo, pertanto rimandiamo ad approfondimenti sociologici personali. Resta essenziale comprendere la struttura della società per poterne andare, ora, a riconoscere la sua strutturazione politica.