Scuola di Pensiero Forte [96]: le relazioni di potere: l’ineguaglianza

 

Scuola di Pensiero Forte [96]: le relazioni di potere: l’ineguaglianza

Abbiamo finora inteso il potere nella sua dimensione teoretica, ma esso è strettamente relazionale, basato ed esperito all’interno di relazioni fra le persone. Il potere è detenuto ed esercitato da alcuni individui su altri, ed è quindi a fondamento di un certo tipo di relazioni asimmetriche di cui occorre esaminare la natura più da vicino.

La prima asimmetria è quella della ineguaglianza. Si tratta di un concetto puramente distributivo, inerenti alla distribuzione di vantaggi o benefici di vario genere all’interno della società. Le ineguaglianze, letteralmente mancanze di uguaglianza, possono infatti riguardare i beni materiali come la ricchezza, il lavoro, ciò che si possiede, oppure le opportunità di vita come lo status o il prestigio, o ancora possono riferirsi ai beni astratti come la felicità, il benessere, la formazione. In sociologia è un argomento che viene molto studiato in riferimento alla stratificazione sociale e allo sviluppo delle società, così come anche i filosofi speculano molto sulla bontà o meno di certe condizioni, per non parlare dell’opinione pubblica che, attraverso i mass media, sostiene a tempi alterni posizioni dettate dall’opportunità giornalistica; in tutti questi casi, bisogna ribadire che non è possibile studiare un fenomeno umano assumendolo come stato finale, ma sempre è doveroso indagare quali sono i substrati, i processi decisionali, le strutture istituzionalizzate e via dicendo che li hanno generati.

Talvolta la causa dell’ineguaglianza è, ad esempio, il sistema economico, che con il suo mercato, la divisione del lavoro, la produzione materiale, dà luogo a ricompense e posizioni sociali differenziate; oppure l’organigramma gerarchico, fra sovrastrutture e sottostrutture che generano differenze di status sociale e di accesso al potere decisionale; ancora, ci sono magari dei processi di natura culturale che danno luogo a esclusione e rifiuto basati sugli stili di vita e le identità di gruppo. Incentrare l’attenzione sulle ineguaglianze significa prendere in considerazione solo i risultati finali di queste strutture e processi, è evidente. Il potere è distribuito in modo ineguale e ciò dà luogo alla stratificazione sociale, alle cosiddette classi, ceti o simili termini; tuttavia, è potere che si declina su dinamiche altre ed in maniera complessa, non è il potere in sé a dividere la società. Il concetto di potere è usato qui con l’accezione non ristretta, ma in senso distributivo, quale capacità di individui e gruppi di ottenere ricompense o risorse materiali e sociali. È un problema di natura empirica, non risolvibile con la sola riflessione. Certamente, l’ineguaglianza è una caratteristica propria del nostro mondo e la Storia ci mostra che sempre vi è stata una suddivisione sia della società che dei beni, mai si è trovata una distribuzione perfettamente equa e paritaria fra tutti i membri. Ciò che ci interessa fissare adesso, al netto delle teorie politiche che più tardi verranno affrontate, è che l’ineguaglianza è una conseguenza relazionale del potere fra le persone.

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