The Damiano Horror Picture Show
Novembre del 1974, due ragazzi Brad e Janet partecipano al matrimonio di amici, al termine del quale Brad chiede a Janet di sposarlo. Lei accetta e decidono di comunicare questa loro decisione al loro mentore, ed ex docente universitario, il Dr. Scott. I due partono in auto per recarsi all’abitazione dell’insegnante. Durante il tragitto però vengono colpiti da un forte temporale e si perdono nei boschi, per giunta bucheranno una gomma, proprio mentre all’autoradio ascoltano la voce di Nixon che annuncia le proprie dimissioni da presidente degli Stati Uniti. Abbandonata la vettura seguono le luci di un’abitazione lontana, luci che scopriranno appartenere ad un castello. Vengono accolti da due domestici il maggiordomo Riff Raff, e la domestica Magenta, e accompagnati nel salone principale dove è in corso una festa. Janet spaventata chiederà di andarsene, quando le musiche si interrompono per l’arrivo del padrone di casa il dottor Frank-N-Furter. Questo è l’incipit del Cult Movie “The Rocky Horror Picture Show”, diretto da Jim Sharman e tratto dall’omonimo spettacolo teatrale di Richard O’Brien, che qui ricoprirà anche il ruolo di sceneggiatore e di interprete nel ruolo di Riff Raff. Nella classifica dei migliori “cult movies” della storia del cinema, stilata nel 2003 dalla rivista “Entertainment Weekly”, “The Rocky Horror Picture Show”, si piazza al primo posto. Nel 2005 è stato scelto per la conservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti.
Il personaggio del Dr. Frank-N-Furter, interpretato magistralmente da Tim Curry, appare per la prima volta con in reggicalze, e inizierà ai piaceri del sesso entrambi gli imbranatissimi promessi sposi.
Il personaggio di Janet, interpretato da Susan Sarandon, ci regala scene di conturbante sensualità etero, dove l’abbigliamento di Frank-N-Furter, stranamente non stona con il rituale di seduzione, che porterà l’illibata futura sposa ad abbracciare il piacere della carne. Nel film molteplici riferimenti alla cultura, americana ma soprattutto europea. Si vedono il salvagente del Titanic, il David di Michelangelo (simbolo di bellezza virile) e la Gioconda di Leonardo.
Nell’ Italia bigotta della Città del Vaticano, il film uscirà solo in lingua originale (sottotitolata) in formato 4:3 solo negli anni ‘90.
Allora non vigeva la Cancel Culture o il politicamente corretto, vi era una censura di stato spesso aggirabile, gli artisti erano liberi di esprimersi secondo la loro natura, senza dover soggiogare a regole universalmente imposte. Nel cinema la “censura” avveniva con un divieto alla visione ai minori, o magari in una mancata distribuzione. Oltre che stilisticamente gli artisti di allora, potevano permettersi anche scelte politiche forti, basti pensare a tutti i gruppi o cantautori fortemente schierati a sinistra, financo a legittimare il terrorismo armato delle BR. Ma vi erano artisti che non nascondevano le loro simpatie a Destra, le scelte politiche potevano causare minori ingaggi, ma quasi mai censure preventive o esposizione del malcapitato al pubblico ludibrio, come avvenuto recentemente ad Enrico Montesano.
In quegli anni (settembre 1976) il “Duca Bianco” David Bowie, che non ha mai nascosto, ma anzi sovraesposta la propria bisessualità, rilascia alla rivista PLAYBOY di Hugh Hefner un’intervista dove fra le altre cose afferma: “Vorrei fare della politica e un giorno la farò senz’altro. Mi piacerebbe moltissimo essere primo ministro. Ma è anche vero che credo fermamente nel fascismo. Il solo modo che abbiamo per vivificare questa specie di liberalismo ristagnante è di accelerare l’avvento di un regime (..).”. Bowie era un fervido collezionista di cimeli del Terzo Reich, si vocifera anche di sue sponsorizzazioni al “National Front”. Il 27 aprile 1976 venne fermato ed arrestato sul confine tra Russia e Polonia. dopo che, in una perquisizione del suo bagaglio erano stati trovati svariati libri di propaganda Nazista, fra cui il Mein Kampf ad altri libri scritti da Goebbles e Albert Speer. Brigitte Bardot, prima e vera attivista sui diritti degli animali, maturerà l’abbandono delle scene e il dedicarsi alla salvaguardia dell’ambiente dopo la lettura dei testi di Savitri Devi, (chiamata anche “La Vestale di Hitler), poetessa e attivista greca, già agente segreto per l’Asse in India durante la seconda guerra mondiale. B. B. finirà per militare nel Front National. di Jean-Marie Le Pen. Potrei citare decine di casi di artisti internazionali “antisistema”, non solo artisticamente, ma anche “politicamente”. In Italia sono centinaia, dagli ex Repubblichini Walter Chiari, Raimondo Vianello, Giorgio Albertazzi, Enrico Maria Salerno, Ugo Tognazzi, e Luciano Salce, riammessi nel circuito teatrale e cinematografico grazie all’”amnistia Togliatti” del giugno 1946. A molti artisti degli anni ‘50/60/70, per segnalarne qualcuno, Gilberto Govi, Bruno Lauzi, Lando Buzzanca, Lino Banfi, tutti gli artisti del “Bagaglino” i fumettisti Jacovitti, e Hugo Pratt, etc, sino ad arrivare a Lucio Battisti, che durante il suo tour statunitense, fu tenuto costantemente sotto controllo da agenti della CIA, o il massimo esponente del teatro italiano, quel Carmelo Bene ammiratore di Marinetti, e autore dell’Autobiografia: “Sono apparso alla Madonna” che in una intervista al Maurizio Costanzo Show alla domanda se si ritenesse Fascista rispose polemicamente, fascista no, semmai nazista.
Rimanendo in tema Rock, moltissimi dei gruppi Post Punk e New Wave (e pure Metal) non hanno mai fatto mistero di avere una diversa visione del mondo slegata dal “Politically Correct”. Senza contare le trasgressioni della musica “Industrial”, Psychic Tv, Current 93, Dead in June, Sol Invictus, Enturzende Neubouten, etc… non sarebbero mai esistiti senza le sperimentazioni della musica Futurista dei primi del ‘900. Anche i Joy Division, band iconica, finita sulle magliette di generazioni (che probabilmente non li hanno mai ascoltati), derivano il loro nome al romanzo del 1955 “La casa delle bambole” di Yehiel De-Nur, termine che designava, nei lager nazisti, una capanna adibita all’intrattenimento sessuale dei soldati tedeschi e dei prigionieri collaborazionisti, dove venivano segregate le prigioniere più avvenenti. Con il suicidio del frontman Ian Curtis, il gruppo cambierà nome in New Order (Ordine Nuovo?). Rozz Williams l’originario cantante della dark Band “Chistian Death”, spesso intercalava le esibizioni con la lettura del Mein Kampf. Carmelo Bene una volta orinò sul pubblico, Walter Chiari iniziava ogni spettacolo con: Un particolare saluto alla prima fila, “e alla Decima”, Hugo Pratt, firmava le proprie missive al suo editore Francese con “De Votre Fasciste Hugo Pratt”.
Oggi il dissenso, è costruito in laboratorio, come i prossimi cibi artificiali, i vaccini o le tecnologie green, esempio lampante è il successo globale della Rock Band Italiana dei Maneskin, gruppo musicale formatosi a Roma nel 2016 e composto da Damiano David (voce), Victoria De Angelis (basso), Thomas Raggi (chitarra) ed Ethan Torchio (batteria).
Musicalmente acerbi ma con una buona presenza sul palco, dopo aver suonato nelle piazze di Roma nel 2017 parteciperanno all’undicesima edizione Italiana del format internazionale “The X Factor.”
Qui i giovanissimi artisti sono stati educati al “Politicamente corretto”, e gli è stato costruito uno stile “Universale” fatto di finte provocazioni, ma di totale sudditanza allo star system.
Con questa formula le giovani cavie da laboratorio hanno potuto vincere ogni evento nazionale ed Internazionale. Dalla 71ª edizione del Festival di Sanremo alla 65ª edizione dell’Eurovision Song Contest, permettendogli di affermarsi anche sulla scena mondiale. Fra un “Riff” e l’altro, le prese di posizione “controcorrente??”, pro LBGTQ, pro Vax, pro Ucraina, etc. condite con una sessualità fluida e l’immancabile culto antifascista.
Novembre 2022, I Måneskin vincono pure gli “American Music Awards”, una delle più importanti manifestazioni musicali a livello mondiale. La band si presenta alla premiazione in reggicalze, come Tim Curry quasi mezzo secolo prima, abbinate però a quattro completi monocolore di Gucci, perché rinunciare al glamour (ed agli sponsor). Tutta la stampa del settore esalta i quattro ragazzi poco più che adolescenti come modello di trasgressione, trasgressione da indossare come i reggicalze, però senza trasgredire non sia mai si faccia la fine di Montesano.
In “The Rocky Horror Picture Show”, che trasgressivo lo fu davvero, la mia memoria si posa sul personaggio di Eddie, il motociclista tossicodipendente interpretato da Meat Loaf, mentre sfreccia sulla sua moto all’interno del salone delle feste, e il primo piano della sua mano mentre dà gas su cui brilla la scritta “Hate”. L’immagine si sovrappone a quella di Damiano, in Gucci e reggicalze, che sfreccia per Roma con il suo monopattino, la mascherina, la spilletta della quarta dose del vaccino e la bandiera della pace.
Per me la trasgressione, è un’altra cosa.
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