Tuenda Carthago e la fine dell’unipolarismo

 

Tuenda Carthago e la fine dell’unipolarismo

157 A.C, Marco Porcio Catone, passato alla storia come Catone il Censore, fu uno dei delegati romani mandati a Cartagine per arbitrare tra i cartaginesi e Massinissa, re di Numidia. La missione fu fallimentare, ma Porcio, colpito dalla forza e prosperità dei cartaginesi, dal suo ritorno sino all’anno della sua morte avvenuta nel 157 A.C., al termine di ogni suo discorso al Senato ripeteva la frase Carthago delenda est, (abbreviata in Delenda Carthago.)

Nella pubblicistica italiana di fine ottocento, fu utilizzata l’antitesi del sintagma, ovvero “tuenda Carthago”, per designare l’esistenza di interessi del regno d’Italia al mantenimento dell’indipendenza della Tunisia. L’8 settembre 1868, L’Italia aveva siglato uno speciale trattato che portava il Paese Africano in orbita italiana,  garantiva  un partenariato della durata di 28 anni che prevedeva fra l’altro agli italiani di Tunisia il mantenimento della nazionalità, e  la giurisdizionalità esclusiva dei residenti al Consolato Italiano in materia civile, commerciale e giudiziaria. L’uguaglianza civile assicurava agli italiani la libertà di commercio ed un vero e proprio privilegio d’extraterritorialità. In materia di pesca e di navigazione, beneficiavano dello stesso trattamento dei tunisini. Infine, il Bey non poteva modificare i dazi doganali senza consultare preventivamente il Governo Italiano. Senza una vera e propria dichiarazione di guerra e senza interpellare il Governo, il 3 maggio 1881 un contingente francese di duemila uomini sbarcò a Biserta, raggiunto la settimana successiva da altre truppe. La Francia occupò militarmente la Tunisia facendone un proprio protettorato, ai danni degli Italiani, certi che quest’ultimi non sarebbero stati in grado di reagire, anche in virtù del fatto che l’Italia era ancora impegnata a saldare un debito contratto con la Terza Repubblica Francese di oltre 600 milioni di franchi.

La faccenda sarà ricordata nella storia del nostro paese, come “lo schiaffo di Tunisi”, e costrinse l’allora Primo Ministro Italiano Benedetto Cairoli alle dimissioni. Cairoli, come Agostino Depretis prima di lui, essendo ostili ad una politica militarista non ritennero mai di procedere ad una occupazione militare dell’ex impero cartaginese e riuscirono seppur per poco a portare il paese nella nostra sfera di influenza senza colpo ferire. Operazione che circa 100 anni dopo (1987), riuscì nuovamente a Bettino Craxi, con l’appoggio al colpo di stato incruento di Zine El-Abidine Ben Ali, che andò a sostituire il “padre della patria” tunisino, Habib Bourguiba, dichiarato “incapace di intendere e di volere”, il tutto ventiquattr’ore prima della mossa francese per la successione. (Fonte dei servizi). Ben Ali resterà saldamente al potere (favorendo l’interscambi con l’Italia a discapito Francese) sino al 2011, quando fu deposto nel corso della “Rivoluzione dei Gelsomini”, finanziata da Francia e Stati uniti, allo scopo di innescare le “Arab Spring’s”, (primavere arabe), che portarono alla destabilizzazione di numerosi paesi, fra cui: Tunisia, Egitto, Siria, Libia, Yemen, Algeria, Iraq, Bahrein, Sudan, Gibuti, Somalia e Giordania. I capi di stato furono costretti alle dimissioni, alla fuga e in alcuni casi furono “giustiziati”.  In Tunisia Ben Ali, in Egitto Mubarak, in Yemen Ali Abdullah Saleh e in Libia Muammar Gheddafi, che fu catturato e ucciso dai sedicenti ribelli con l’aiuto determinante di Francia e Stati Uniti e dell’intelligence israeliana, il 20 ottobre 2011.

Sono state le primavere arabe, concepite a Parigi, Washington e Gerusalemme, in ottica di una visione del mondo unipolare, a destabilizzare completamente l’area, creando guerre, carestie, ed il conseguente acuirsi del fenomeno migratorio. La Tunisia, la Rivoluzione dei Gelsomini avrebbe dovuto portare benessere e libertà, invece, le condizioni di vita del popolo sono andate ulteriormente deteriorandosi, favorendo le speculazioni occidentali (soprattutto francesi), tanto che il 22 luglio del 2022 il neo presidente Kaïs Saïed, (già esperto legale per la Lega Araba), eletto alle presidenziali del 2019 con il oltre il 72% dei voti, ha fatto adottare, tramite referendum, una nuova costituzione, caratterizzata da un forte potere esecutivo, che fa riferimento all’interesse nazionale, abrogando la costituzione filooccidentale del 2014.

24 marzo 2023. In seno ai lavori del Consiglio europeo il Premier Italiano Giorgia Meloni, si intrattiene con il premier Francese Macron sulla questione “migranti”, annunciando in viaggio di stato di Paolo Gentiloni a Tunisi, di Lunedì, atto a tastare il terreno in vista di un accordo tra il Fondo Monetario Internazionale e il Governo Tunisino, colpito duramente dalla crisi economica ed alimentare provocate dalla guerra in Ucraina. Invece di tentare di risaldare il vincolo che lega “Roma a Cartagine”, e favorire gli interessi dell’Italia, il nostro governo, si rivolge con il cappello in mano, a chi questo vincolo ha deciso di reciderlo già dal 1881.

L’ennesimo errore geopolitico, anche perché il Governo Tunisino, si sta sempre più smarcando dalla visione unipolare occidentale, e mentre Parigi letteralmente brucia, il Presidente Tunisino Kais Saied riapre l’ambasciata in Siria chiusa su ordine statunitense nel febbraio 2012. Il Ministro degli Esteri tunisino Nabil Ammar in un comunicato a Mosaique FM, fra l’altro lancia un significativo monito all’occidente:  «Avremo un ambasciatore accreditato presso lo Stato Siriano, e non accetteremo che la Siria sia divisa in pezzi». Più o meno nelle stesse ore, (19 marzo 2023) il presidente degli Emirati Arabi Uniti, lo sceicco Mohamed bin Zayed Al Nahyan, riceve ad Abu Dhabi, il presidente della Siria Assad, accompagnato dalla First Lady Asma. I jet da combattimento degli Emirati hanno scortato l’aereo che trasportava il presidente siriano mentre entrava nello spazio aereo degli Emirati Arabi Uniti. Al centro dei colloqui ci sono stati i dossier più urgenti a partire dalla guerra in Ucraina, e la normalizzazione dei rapporti tra Damasco e la Lega Araba, da cui la Siria era stata esclusa dal 2011.   La triangolazione tra Damasco, Abu Dhabi e Mosca in chiave energetica e militare, ha infastidito Stati Uniti, Inghilterra, Francia, ed Israele, che per risposta ha bombardato gli aeroporti Siriani, dove stavano arrivando gli aiuti per il devastante terremoto che ha colpito il paese circa un mese fa. L’importante accordo arriva dopo pochi giorni dall’annuncio del ristabilimento delle relazioni diplomatiche tra Arabia Saudita ed Iran grazie alla mediazione cinese, e 5 mesi dopo l’incontro a San Pietroburgo fra Mohammed bin Zayed al Nahyan e Vladimir Putin.

Al consiglio Europeo di cui sopra, mentre la Meloni si dimostra più realista del Re, il presidente dell’Ungheria Viktor Orbán, spacca l’Ue con i suoi no all’immigrazione, al gender, ed alle sanzioni contro la Russia. A Mosca intanto Putin riceve una delegazione di capi di stato africani, e si pone come baluardo contro il colonialismo francese, che ancora assoggetta paesi tramite il Franco CFA (usato ancora in Camerun, Ciad, Gabon, Guinea Equatoriale Repubblica Centrafricana, Congo, Benin, Burkina Faso, Costa d’Avorio, Guinea-Bissau, Mali, Niger, Senegal e Togo). Il Governo Russo al pari di tutti i paesi “Brics” si è molto impegnato nello sviluppo economico e sociale dell’intero continente africano.  Per venire incontro a questi paesi Putin ha deciso di condonargli parte del debito pubblico che questi avevano con la Russia, (oltre 20 miliardi di dollari), ponendosi politicamente come difensore degli interessi africani.

Intanto, dall’altro capo del mondo, il ministro degli esteri argentino Santiago Cafiero ha formalmente reso noto al suo omologo britannico, James Cleverly, che l’Argentina pone fine unilateralmente al “patto Foradori-Duncan” del 2016″, rivendicando nuovamente la sovranità delle Isole Falkland.

Il tutto mentre in occidente ci raccontano ancora dell’isolazionismo della Russia, della vittoria Ucraina nel conflitto, e della bellezza dei valori occidentali, basati sull’ ” american way of life”.

Quando i governi “O/Accidentali” si desteranno, avranno un brusco risveglio.

 

Immagine: https://www.ilpost.it/

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