Un gesto, un libro

 

Un gesto, un libro

Ci sono gesti più vincolanti della parola, di una idea. Anche se, sovente, tornano da oscuri meandri della memoria. Ricordi, visioni, immagini senza un apparente perché eppure vivi e tuoi. Nascosti tra le foglie – ne ho scritto in precedente articolo – è un buon libro, da leggersi tra autobiografia ( l’autore ci sta tutto) e romanzo. Ho finito il capitolo dal titolo Nick and Bart (riferimento a Sacco e Vanzetti, i due anarchici che una Corte di Giustizia ‘democratica’ volle condannare e mandare alla sedia elettrica) che permette a René di smascherare una delle tante menzogne dell’antifascismo. E – confesso – il capitolo che, forse autoreferenziale di troppo, mi convince di meno. O forse perché oltre la mia vanità non ne tollero altre… Le mosse prendono dal regime di Franco in Spagna, definito dalla ragazza spagnola ‘fascista’ e che, al contrario, non é riconoscibile in quanto reazionario e clericale (altro fu il Falangismo e il suo Capo, José Antonio Primo de Rivera), da chi ha scelto di interpretare e viverlo nella bella definizione ‘immenso e rosso’ del poeta Robert Brasillach.

Leggo e mi ritrovo, oltrepassato il confine francese di Portbou, lungo la banchina del treno, ormai in terra di Catalogna. Luci profumi colori. ‘Le strade brulle e rosse della nostra Spagna’, come le aveva cantate sempre Brasillach. D’origini arabe forse, a cui si sentiva legato come narra ne La ruota del tempo. Ed io, che già l’avvertivo simile a un fratello più grande e il più caro. Così il gesto, quel braccio levato, la mano dalle dita sottili e affusolate use a trarre armonie dal pianoforte, e il venirmi incontro per ritrovare in un abbraccio tutto il tempo trascorso in trepidante attesa… Riapro il libro per essere immerso nella jungla della Birmania là dove una parte del popolo dei Karen resiste e lotta per preservare la propria identità. E l’autore, con tratti di parole come vernice a scrivere sui muri nella notte, ci proietta e in Afghanistan, in Somalia, nel Congo – tappe di un cuore avventuroso – prima di giungere ‘in patria’, perché è in quelle terre esotiche e sperdute che scopre di trovarsi a casa. Uno è il nemico; unica l’Idea. L’eterna lotta del sangue contro l’oro.

Un gesto, dunque, riposto in qualche angolo della memoria e riportato alla carne e alle ossa e al sangue, al presente appunto, senza ragione alcuna o senza apparenti legami assonanze eco. E un libro ad accompagnare il trascorrere monotono delle ore ormai sempre le medesime, inutili e vane. Eppure, nonostante tutto e comunque, sia l’uno che l’altro sono ‘vita’…                                   

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