Alessandro Gassmann e la Società del Sospetto

 

Alessandro Gassmann e la Società del Sospetto

Ammettiamolo: essendo stati prima che popolo, moltitudine e – a parte certe diplomatiche vergogne in stile ius soli – avendo avuto più “nobili spie” che buoni politici figli di quella Roma e di quella Atene da cui diciamo di discendere, il ruolo dell’imbonitore dall’ alto del pulpito – sia esso radio, tv o web – ci ha fatto sempre un immenso piacere recitarlo.

Non è un caso che l’attività censoria in questo Paese non si sia fermata mai davanti a nulla e a nessuno ed è forse la cosa in cui eccelliamo più di tutte le altre.

Ce lo hanno insegnato a loro tempo i  figli del sogno infranto e dell’ immaginazione al potere ( non tutti per carità quelli che poi hanno rivestito cariche politiche in seguito); ce lo insegnano i nuovi delatori; quegli urlatori scenici o “menestrellanti” che essendo impossibilitati or ora di cantare per il Kosovo piuttosto che per il Corno d’Africa si fanno fieri di una campagna volta allo scovamento del “delitto di incontro in casa altrui”.

E non esitano ovviamente, fieri di una logica del “ rispetto”, a denunciare.

E’ accaduto all’ attore Alessandro Gassmann che –come riportato dal quotidiano on line Roma Today pare che si sia fatta ed abbia dato un seguito a codesta Amletica domanda: Party a casa del vicino, Gassmann scatena il dibattito: “Chiamare la polizia e rovinare i rapporti o ignorare?”
“Sai quelle cose di condominio quando senti in casa del tuo vicino, inequivocabilmente il frastuono di un party con decine di ragazzi? hai due possibilità: chiamare la polizia e rovinarti i rapporti con il vicino, ignorare e sopportare, scendere e suonare”. Questo il dubbio che Gassmann ha lasciato all’opinione del popolo dei social e che ha ricevuto diverse opinioni contrastanti che si sono alternate a colpi di Tweet. “

Lui ovviamente poi si è comportato di conseguenza; ma la frittata era fatta da tempo. E si perché, la frittata non è data dal porsi quesiti giusti o sbagliati quanto dal fatto che prima di pormi in una qualsiasi posizione io metto questa cosa al pubblico ludibrio “in piazza “ in modo da avere, dalla stessa, il bene placido ad agire o nella eventualità coinvolgere più persone possibili nella stessa identica visione delle cose stesse.

E in questo momento di storiche restrizioni lasciate passare come tutele, vi starete forse chiedendo  chi mai possano denunciare costoro ? E’ presto detto; gli stessi imbonitori di quella società dello spettacolo – udite udite –sovente ora denunciano coloro che nascondendosi in una ventina dentro una abitazione, non sapendo se sono positivi o negativi  al Covid19  – perché di tutte le obbligatorietà non vi è stata “imposta” forse la più utile  e necessaria, cioè quella sul tampone – gli stessi, dicevo, si fanno partecipi di un golpe sventato; quello sulla pubblica sicurezza.

Ma è proprio così ci domandiamo? o è invece un modo per restare sulla cresta di una certa onda che sembra non esserci più ? ( o essere sparita momentaneamente causa lockdown ? )

Sappiamo bene perché le vicissitudini ce lo insegnano, di come l’ozio sia il padre dei vizi; ce lo ricordiamo solo a mo’ di “tiritera” senza pretese metodiche. Forse lo stesso deve aver colto il buon Alessandro Gassman del fu Vittorio in una di queste ultime pantomime circensi quando l’altro giorno è apparso sul web, sulle pagine di svariati social oltre che su certa carta da giornale come paladino dei diritti di tutti – da un lato –e come invece indegno spione dall’ altro.

Non ci occuperemo direttamente di ciò che possa essere; a ciascuno la sua coscienza. Quello che ci fa rabbrividire di questa situazione al limite di una distopica visione situazionista è come abbia potuto scatenare le solite bufere da salotto televisivo.

Si, siamo consapevoli che l’Umanità è lo specchio essenziale del suo proprio momento storico ma riferendoci a chi cerca di superare o meglio di andare oltre alle semplici apparenze, senza volerne fare un discorso di natura puramente retorica, ci chiediamo cosa possa esserci all’ interno di alcuni involucri viventi di così interessante da discutere o su cui gioire o di cui incazzarsi.

In entrambi i casi il buon Alessandro, attore davanti cui mi chino per capacità tecniche ed interpretative che non avendo fatto il suo stesso percorso io non ho, avrebbe potuto – Gran Padre insegnante – trasformare una rionale polemica in un qualcosa di più costruttivo; anzitutto artisticamente, datosi che comunque pur essendosi fatto “garante” di un diritto alle libertà di tutti, questa garanzia non è stata però il suo miglior abito di scena e francamente, per come la vedo io, l’ha anche rilegato ad un ruolo che forse nei suoi film così come nelle sue commedie non gli apparteneva poi così tanto e poi perché la ricerca del plauso in un momento di chiusura dei teatri tutti tramite una sorta di opera buffa  – quella del padre che rimprovera gli scapestrati figli probabilmente infetti davanti ad una PSP –  è forse una malattia che avrebbe potuto lasciare a noi umani divisi tra uno stato nel bagno con facebook e la foto di una carta igienica su Istagram su cui apporre un filtro vintage.

Oh Alessandro delle mie brame, fosti tu lo spione del reame ? Questa domanda a cui l’urlante coscienza gli implora di rispondere è riferita ad un fattore fondamentale: ci teneva tanto a salvaguardare la vita di altri stolti che avrebbero potuto poi infettare i propri familiari o ciò che ha fatto è stato un po’ il ribadire nessun tipo di contrarietà su virus, pandemia e vaccini ? Ai posteri L’ardua sentenza:/nui Chiniam la fronte al Massimo Fattor…

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