Consumismo templi e sacerdoti

 

Consumismo templi e sacerdoti

Milano, 2018, è giunta la sera nel Carrefour del “CityLife shopping district”, si abbassano le saracinesche e i dipendenti iniziano le pulizie di rito. Ad aspettare la chiusura non solo i metronotte di sempre, ma niente di meno che il rapper Fedez con famiglia e amici, tutti pronti a festeggiare il compleanno di lui in un luogo un po’ alternativo, un centro commerciale.

L’evento avrebbe potuto passare inosservato agli occhi di molti, ma così non è stato, merito probabilmente dell’orrendo spettacolo al quale gli invitati hanno dato vita; cibo lanciato un po’ ovunque, panettoni presi a calci, frutta e verdura strusciate sui corpi degli stessi invitati, seni e fondoschiena protagonisti inermi di strane rappresentazioni, e fin troppo ben chiare allusioni, bibite e confezioni aperte e poi rimesse sugli scaffali. Tutto quanto condito dalle ovvie e immancabili condivisioni sui social, dove milioni di persone erano in attesa di osservare i loro idoli deviati e le loro manifestazioni di opulenza.

Proprio sui social tuttavia è successo qualcosa che gli “aristocratici” post-moderni non si aspettavano, ovvero sono arrivate migliaia di critiche, anche molto pesanti, relative ai comportamenti manifestati con così tanta “nonchalance”. Il geniale comunicatore Fedez allora, ha deciso di correre ai ripari, ovvero su instagram, dove ha prontamente “postato” una su dichiarazione, nella quale specifica che tutto il cibo toccato e preso verrà pagato e donato in beneficenza, il tutto enfatizzato dal volto dimesso e triste della sua “musa” Chiara Ferragni.

Peccato che in un altro video, uno dei pochi che i suoi collaboratori non hanno rimosso in tempo dai social, dal labiale del rapper trapelino parole poco convincenti del tipo – diciamo che il cibo lo diamo in beneficenza?

Questa rappresentazione grottesca alla quale siamo stati obbligati ad assistere, è la sintesi perfetta dell’era post-moderna; tutto si svolge nel tempio moderno per eccellenza; il centro commerciale, luogo di perdizione e di consumo, dove lo sfruttamento peggiore e i desideri più avidi si incontrano e si sommano. Come ogni tempio che si rispetti, anche quello moderno ha i suoi sacerdoti, youtuber, blogger e influencer ricchissimi, lontani da qualsiasi tipo di formazione culturale e legame con la propria terra, i quali inscenano un vero e proprio rito, manifestazione vivida di arroganza classista e opulenza, proprio laddove – a chiudere il cerchio – le famiglie di tutti i giorni cercano prodotti scontati e non troppo costosi, con i quali preparare pranzi e cene ai propri cari.

Da una parte il popolo, schiacciato, oppresso, e vessato da un lavoro sempre più precario, e sempre più assente, dall’altra la casta dei privilegiati, degli sradicati, coloro che non hanno né patria né legami di alcun tipo con la propria “communitas”, che si sentono a casa ovunque e da nessuna parte, a Milano, a New York, a Londra e via dicendo, ogni luogo è casa e non lo è, poiché casa significa stabilità, sacralità del contesto familiare, appartenenza e soprattutto consapevolezza. Tutti concetti a loro estranei, poiché mal si accompagnano al loro misero retroterra culturale, liberista, libertino e libertario, spietato da ogni punto di vista.

I problemi in questa assurda storia sono più di uno; in primis il fatto che persone abituate ad essere sulla cresta dell’onda giornalmente, e quindi per loro stessa natura esposte al pubblico giudizio, non si siano minimamente rese conto di quello che stavano facendo è oltremodo assurdo. Secondo, il fatto che milioni di persone stessero in “pole position” con i cellulari per vedere la festa di compleanno di un “cantante”, ce la dice lunga sullo svilimento ormai totale dell’antropologia dell’uomo occidentale.

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