È la legge universale del potere: divide et impera, scrivevano gli antichi romani, ed oggi possiamo parafrasarla con covid et impera. Sì, perché la nuova dittatura mondiale sta vedendo la sua sibilante ascesa proprio grazie al sistema di norme sanitarie che il virus Covid-19, che per sempre ricorderemo come Coronavirus, è servito, volenti o nolenti, a fare proprio questo, ad avviare lo stabilimento di quel governo unico già programmato ed avidamente pregustato nel corso dei secoli.
Per bocca se suoi sacerdoti pitici in camice bianco, il virus ha già annunciato che tornerà in autunno. Giusto in concomitanza con il collasso economico e con le possibili proteste sociali, senza considerare quelle già scoppiate in tutto il mondo, magistralmente programmate dagli ingegneri del nuovo mondo. Proteste che, ovviamente, non ci saranno, dacché saremo di nuovo messi in lockdown, reclusi nella prigione dell’io individualistico, posti ad adorare l’ormai nascente messia anticristico sull’altare degli schermi digitali, pronti a cedere quel poco che rimane della propria intimità e personalità pur di avere il conto corrente con qualche spicciolo e l’ambizione, o meglio l’illusione, di tornare un giorno alla “normalità”.
Nel frattempo, tutto si muove e freme per portare a compimento il disfacimento sociale ed incatenare le persone sempre più all’unica ideologia, religione che idolatra l’uomo al punto di volerlo annientare, perché la legge giustizia universale richiede un sacrificio espiatorio e il nuovo clero dell’anti-scienza ha bisogna di quel sangue versato. Gli eventi geopolitici globali ci mostrano una tensione velata ma sempre maggiore, nella ormai a tutti evidente guerra fredda digitale, combattuta al di là dell’arma materiale, prefigurando sempre più un terzo conflitto mondiale. I governi iniqui, assoldati ai potentati transnazionali del mercato, vendono i cittadini come carne da macello, e promuovono la cultura dell’inganno e della morte della ragione, assuefacendo gli individui atomizzati al consumo personalizzato degli oggetti che soddisfano le più disparate fantasie dell’ego brutalizzato, giungendo a negare persino l’evidenza scientifica della natura dell’uomo e della donna, della vita e della morte. Quest’ultime, la vita e la morte, sono le acerrime nemiche del nuovo ordine, perché significano speranza e trascendenza, perché gridano forte la verità anche lì dove viene colpevolmente tradita e pervertita, e ricordano a tutti che l’uomo non è solo materia, ma è spirito, anima vivente ed eterna, che avrà il suo giudizio davanti al tribunale dell’Eterno. L’economia crolla, mandando alla fame sempre più persone, aumentando il divario fra i pochissimi ricchissimi e i tantissimi poverissimi, gettando nella depressione anche quei pochi coraggiosi che volevano tentare qualcosa di buono per migliorare la propria vita, condannando tutti alla rassegnazione, vero decreto di sconfitta. Non esiste più buona politica, non c’è più comunità; vige l’imperativo categorico di smantellare ogni metafisica.
Tutto, ma proprio tutto deve essere cambiato, sovvertito, mutato, lasciando però l’apparenza del benessere e del successo, dando agli spettatori le emozioni di cui hanno bisogno per stare buoni e non lamentarsi del carnefice che, nel frattempo, affila le armi dell’esecuzione. Scriveva Aldous Huxley, che assieme a George Orwell è stato un vero profeta della realtà distopica che stiamo vivendo, che «La dittatura perfetta avrà sembianza di democrazia. Una prigione senza muri nella quale i prigionieri non sogneranno di fuggire. Un sistema di schiavitù dove, grazie al consumo e al divertimento, gli schiavi ameranno la loro schiavitù.»
È tempo di passaggio. È il tempo in cui i segni dei tempi si compiono, uno dopo l’altro. Tutto quello che stiamo vivendo è necessario per compiere quel cambiamento di tutta l’umanità, per uscire da questa era di male, corruzione, errore, e dare luogo ad un mondo migliore. Questa missione è nelle nostre mani, spetta a noi prendere in mano le nostre vite e questo mondo che ci è donato, e trasmutarci in qualcosa di meraviglioso.
Se non ci svegliamo, ben presto, nel giro di non molti mesi, gli apostoli della menzogna potranno esclamare con soddisfazione: «l’esperimento è riuscito, il paziente è morto!»