Siamo nell’epoca dell’inganno universale, quella in cui dire la verità è un atto rivoluzionario, come diceva Orwell, uno scrittore la cui portata profetica non è stata considerata con il giusto realismo, presi come siamo dal considerare la nostra vita come la migliore di tutte quelle possibili. La società globalizzata si è rinchiusa nelle proprie convinzioni, alienandosi dalla verità dell’essere, dalla verità dell’azione e dalla verità della persona, preferendo la menzogna e le sue figlie bastarde.
Lo stiamo vivendo in questi giorni di reclusione, ma facciamo fatica a rendercene conto: la falsità su cui abbiamo costruito la realtà di quella che noi chiamiamo “civiltà”, fatta di narcisismo egolatrico, consumo sfrenato di tutto, annientamento dell’identità soggettiva e collettiva, perdita della memoria storica, negazione della trascendenza ed omicidio del più debole, in nome del profitto, del benessere, del successo e del potere, ecco sta venendo a galla. Ma è proprio nel momento in cui la massa delle persone, tendenzialmente assopite dal torpore del menefreghismo perché – ci dicono mentendo – che #andràtuttobene, comincia a destarsi da questo sonno della ragione, ecco che il sistema invia i suoi apostoli per ripristinare la pace e l’equilibrio stabiliti.
Questi messaggeri illuminati, perché è così che ci vengono presentati, siedono sui troni delle nostre nazioni, fra le gerarchie delle Chiese, sulle poltrone d’onore dei programmi televisivi, nei consigli d’amministrazione delle super-aziende, e parlano senza interruzione di proposte, progetti, iniziative, task force, finanziamenti, aiuti, soluzioni; ci raccontano di un mondo orribile, dove l’umanità, assolta da ogni peccato, è ridotta così da l’occasionale nemico di turno, scelto tra le fila dei loro nemici; ci dicono che tutto va allo sfascio e che solo loro possono salvarci, poiché mandati dal messia che non riconosciamo perché siamo ignoranti e che non ci mostrano – per adesso- perché non siamo pronti, sebben siano stati loro a portarci fino a questo disastro; parlano di ecologia e di ambiente, dopo aver devastato il pianeta con il turbocapitalismo, la distruzione degli ecosistemi e l’esplosione indiscriminata di bombe nucleari per decenni; affermano che la cultura è marcia, piena di falsità e corrotta, e quindi deve essere riformata tramite una imposizione di massa di programmi stabiliti dai loro esperti, senza però dirci che l’hanno avvelenata per più di un secolo con la loro immoralità, con le leggi inique e con la distruzione sistematica delle tradizioni e delle identità; la vita è un bene troppo prezioso che deve essere arbitrariamente gestito dall’inizio alla fine da chi ne sa più di noi, dagli esperti, perché non si può essere liberi per davvero, stavano solo scherzando quando parlavano di diritti umani; l’economia va male e il mondo soffre la fame sempre di più perché spendiamo troppo, consumiamo male, non sappiamo rispettare le regole della loro moneta e viviamo al di sopra delle nostre possibilità, perciò occorre che facciamo quello che ci dicono, stringendo i denti per un altro indefinito numero di generazioni, così loro possono godersi beatamente i loro tesori; dicono che la politica è fatta male, che tutte le forme precedenti sono orrori irripetibili e che, quindi, bisogna accettare la loro innovativa dittatura perché solo essa ci potrà garantire un tetto sopra la testa e il nostro pane quotidiano, omettendo di dirci che i corrotti fino all’osso sono loro, che lucrano sulle nostre vite e ci prendono in giro da mattino a sera.
Ma va bene così. Ci abbiamo fatto l’abitudine, anno dopo anno, decennio dopo decennio, lasciandoci rendere schiavi, approvando le peggiori nefandezze senza opporre particolare resistenza. La finestra di Overton è divenuta la prassi ordinaria della legge politica e giuridica. Tutto questo fino a metterci contro gli uni con gli altri, facendoci puntare il dito con violenza, scatenando guerre, suscitando rancori fra popoli, etnie, religioni, così da renderci ancora più deboli e incapaci di ragionare. Divide et impera è, non ci stancheremo mai di dirlo, la legge universale del potere. E con questo semplicissimo principio, continuano a governare indisturbati le nostre vite.
Ultima tappa del dominio è l’informazione, la cultura, la libertà di quest’ultima. Adesso è il momento di cancellare gli ultimi avamposti di pensiero libero e serio e pertanto stanno procedendo alla sistematica censura di ogni voce che coraggiosamente grida nel deserto, con la speranza che qualcuno ascolti l’appello, la chiamata alla battaglia, il messaggio di verità. Verità che viene gridata sui tetti, ma non viene ascoltata; verità che, prima o dopo, la grideranno le pietre, di questa Terra che trema sempre di più e non ci lascia immobili, perché ci grida contro l’orrore del nostro peccato, il male che trasuda in ogni luogo, l’iniquità con cui l’umanità si è corrotta.
Gli apostoli della menzogna sono fra noi. Quanto tempo ci rimane per svegliarci, prendere in mano la nostra libertà e poter operare contro di loro la Giustizia, prima che all’appello per il patibolo venga pronunciato il nostro nome?