Il convitato sconosciuto: il Bene Comune

 

Il convitato sconosciuto: il Bene Comune

Non possiamo non notare, con una certa apprensione, che il principio di Bene Comune sfugga ormai ai più, anche alla minoranza dei pur ben intenzionati che hanno una visione discretamente lucida del dramma che stiamo vivendo, dramma non solo sanitario ma anche democratico e ancor più “metafisico”.

Sfugge alla maggioranza dei “cattolici”, ahimè, sfugge alla cosiddetta sinistra e alla cosiddetta destra. Forse vi si avvicina chi ha una formazione di destra sociale o di “vecchia sinistra” – quella che non ha dimenticato la giustizia sociale – e chi ha una robusta formazione di tradizione cristiana, ma restano ancora tutti alla superficie delle cose: hanno paura di scendere in profondità, là dove ogni realtà si unisce nell’Unico Centro. Rimane pertanto una visione parziale, buona per iniziare il cammino, ma dannosa se lo impedisce.

Lascia inoltre alquanto interdetti, almeno chi scrive, la diffusa convinzione che non sia facile stabilire cosa sia il Bene Comune, che ognuno sia mosso da ciò che ritiene importante, che conciliare visioni differenti non sia scontato.

Il Bene Comune non è in alcun modo l’incontro di interessi diversi, il medio tra gli estremi, la soluzione a metà. Abbiamo smarrito totalmente che Esso è qualcosa che supera ogni interesse particolare, personale o di gruppo; trascende i singoli Ego. Ma la nostra società non è forse “strutturata” proprio sull’Ego? È la società che promuove l’analisi ma che annichilisce ogni capacità di sintesi, che è per l’appunto unificazione superiore del molteplice. Solo quindi con discernimento, dedizione e il coraggio di abbandonare i propri abiti diveniamo capaci di riconoscere il Bene Comune.

Proviamo a calarci ad esempio nella situazione attuale: dopo la chiusura totale delle scuole, la segregazione in casa, un anno scolastico chiuso a distanza con grave danno inflitto ai minori, quale è la cosa fondamentale per i nostri ragazzi? Tornare a scuola: mai i nostri figli sono stati tanto felici di tornare a scuola, riprendere le fila di un anno interrotto, recuperare la socialità, la solidarietà. Nessuno diventa responsabile nel terrore, semmai diventa nevrotico o cattivo. In una democrazia il diritto alla salute deve essere in equilibrio con il diritto all’istruzione e tutte le tutele dell’infanzia e dell’adolescenza.

Il Bene Comune è questo. Chi pensa il contrario, chi ritiene che i nostri figli possano essere sacrificabili in nome della diffusione di un virus ad alto contagio ma a bassa morbilità e mortalità è in grave errore. Non ha un’opinione a cui andare incontro. È in errore e va corretto. Se possibile gentilmente e ragionevolmente. Se non è possibile va fermato.

Prendiamo un altro esempio sempre all’interno di questa situazione: molte persone affette da malattie diverse dal covid sono state abbandonate a loro stesse, non hanno ricevuto cure adeguate, non hanno potuto fare accertamenti. Con gravissime differenze tra chi può permettersi cure private e chi no. Può essere tollerabile una mancanza simile? Può la tutela dei cosiddetti “fragili” dalla diffusione del Sars-Cov-2 causare la non tutela di altri fragili che sembrano poter morire in nome dello stato di emergenza? La risposta è no. E chi non ritiene sia grave la sospensione o i tremendi ritardi delle cure a causa del covid è in errore. Non ha un’opinione a cui andare incontro. Va corretto, se possibile gentilmente e ragionevolmente. Se non è possibile va fermato.  Dove sta il Bene Comune e la Giustizia se la categoria dei fragili da un lato può essere usata come manganello per terrorizzare la popolazione presunta irresponsabile e dall’altro i fragili possono essere sacrificabili in nome dell’emergenza?

La democrazia non è il migliore dei sistemi di governo possibili, ma probabilmente è l’unico “tollerabile” da questa umanità decaduta. Soprattutto è quello che abbiamo ancora vigente nel nostro paese e questo dobbiamo tutelare come Bene Comune, anche perché la storia e la filosofia insegnano che la democrazia può degenerare in demagogia (ed è già accaduto) e infine in tirannide.

Di fronte ad un governo che invita, nemmeno velatamente, alla delazione in modo sconsiderato, un uomo si alza in piedi e dice no. Non esiste giustificazione alla delazione, non esistono tentennamenti, non esiste non prendere posizione. La delazione è il fondamento di ogni dittatura. E i delatori non sono i criminali brutti e cattivi, sono le “brave persone” che hanno un’idea molto sbagliata di Bene Comune, che non vogliono essere prese per “estremiste”.

Dobbiamo urgentemente scendere, noi che affermiamo di essere lucidi, dal piedistallo del razionalismo e della posizione mediana intellettuale e presunta superiore, che bacchetta gli “estremismi” di ogni sorta pur di non prendere posizione perché “bisogna vedere, bisogna valutare, non dobbiamo esagerare”. Il Bene Comune non è mediano e va perseguito con coraggio, intelletto e dedizione. Anche rischiando qualcosa di proprio, se necessario. Certamente il proprio ego e le proprie certezze materiali. La storia sta bussando in modo assai dirompente.

Semmai il vero “punto mediano” è come il vertice di un triangolo che ordina gli angoli alla sua base. Questa è la vera Tradizione, il resto sono gli strascichi velenosi di un “democristianismo” che continua ad infettarci inconsapevolmente

Citando una coraggiosa dirigente scolastica «non sono qui per negare ma sono qui per affermare», affermiamo che la diffusione del Sars-Cov-2 è una realtà che può essere gestita in modo ragionevole e senza calpestare la democrazia e ricordo, come ha già fatto il Capo della Polizia Gabrielli, che per “sospendere la Costituzione” deve essere dichiarato lo stato di guerra dal Parlamento, la tutela della salute dell’incolumità pubblica non è motivo sufficiente.

Gabrielli non lo ha ricordato a caso, lo ha spiegato ai nostri ministri che pretendevano le irruzioni della polizia per controllare gli assembramenti in casa, in sfregio dell’articolo 14 della Costituzione che recita l’inviolabilità del domicilio privato. Non solo, ha citato la costituzione di Weimar che ha permesso a Hiltler di instaurare il regime perché prevedeva ipotesi di sicurezza pubblica senza limiti.

Di fronte ad un governo che vorrebbe gestire un’emergenza sanitaria scavalcando la Costituzione e a ministri che sembrano ignari del funzionamento delle nostre istituzioni, avremmo, più che del virus, paura della storia che avanza. Quanti sono quelli che vogliono servire il Bene Comune e non se stessi, le proprie paure e i propri interessi?

Una doverosa precisazione finale: non si dà Bene, senza il Bello. L’Estetica contiene l’Etica, dà forma e confini. Altrimenti si scivola nel solito moralismo, che tanto male continua a fare. Per agire per il Bene Comune bisogna dare forma ad un altro mondo, bisogna ricostruire l’Immaginario. C’è ancora qualcuno disposto a questo grande viaggio? I pericoli e le difficoltà sono tante, ma l’alternativa è la morte e non ci riferiamo a quella corporale.

[Il presente articolo ha visto la cooperazione di Belinda Bruni]

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