Insegnamenti dei talebani su cui riflettere
Voglio iniziare questo mio articolo con una premessa chiarificatrice per il lettore: non sono un ammiratore dei talebani e non potrei esserlo visto il mio retroterra culturale cristiano.
La mia identità, il mio credo è distante nel tempo e nello spazio dal loro mondo, ma non posso fare a meno di osservare con interesse quasi scientifico il loro operato negli ultimi 40 anni che li ha portati a mettere in difficoltà militare due imperi diversi per struttura e cultura.
Contro i russi negli anni ottanta avevano suscitato ammirazione negli spalti della tifoseria proUSA per la loro serrata guerriglia, peraltro ben foraggiata di armi e finanziamenti. Ma non avevano tracimato a modo di Tsunami tanto che il regime filosovietico ci mise 2 anni abbondanti a cadere sotto la pressione dei mujaiheddin afgani.
A farne le spese furono i vertici dello stato socialista afgano a cominciare dal suo presidente Mohammad Najibullah torturato in maniera medioevale ed ucciso dopo essere stato prelevato dagli uffici dell’ONU dove si era rifugiato.
Gli avvenimenti di questi giorni hanno reso la ritirata sovietica dall’Afghanistan dignitosa se paragonata al tutti a casa dei 350.000 soldati afgani addestrati ed armati per anni dagli USA ed all’abbandono precipitoso degli americani di miliardi di dollari di equipaggiamenti agli studenti coranici.
Guardando con calma i dati di questa lunga occupazione americana non emergono pesanti sconfitte militari sul campo. Anzi il bollettino della campagna afgana si chiude con circa 2500 morti americani e diverse migliaia di feriti, oggettivamente ben lontani dal Vietnam.
Rifletto sul primo insegnamento dato dai talebani:
Sparare addosso all’occupante alla lunga paga.
Certo devi essere così tosto da trascurare l’effetto indesiderato di un paese distrutto e centinaia di migliaia di civili e commilitoni uccisi.
Ma se sei così costante nella tua opera di riconquista e di odio verso l’occupante, alla fine anche l’esercito più agguerrito del mondo si stufa, si arrende per stanchezza.
Anche perché la combattività dell’esercito dello zio Sam è ben lontana dai suoi antenati che difesero Fort Alamo con Davy Crockett in testa.
Invito il lettore a guardarsi il piccolo video da me proposto per capire cosa intendo:
https://www.youtube.com/watch?v=Ge52hGWudec
Mandare ragazzi di venti anni senza una formazione etica culturale e nessun credo ben radicato porta solo ad avere soldati sulla carta bene armati ed addestrati ma che in realtà giocano alla guerra e dal primo scontro a fuoco chiederanno appoggio aereo.
Una guerra costosa e che logora finanziariamente l’occupante.
Quindi i talebani possono non esserci simpatici ma in quanto a dignità e senso dell’onore tocca levarsi il cappello.
Andiamo al secondo insegnamento:
Non insegnare agli altri una guerra che non sei capace di fare nemmeno tu.
I bravi addestratori USA hanno insegnato all’esercito afgano quello che sanno fare, una guerra che verte tutta su trovare i talebani ed al primo contatto chiamare l’appoggio aereo.
Il problema era che le guarnigioni dell’esercito afgano erano isolate e prive di appoggio aereo che era ad appannaggio degli americani e della coalizione Nato in generale.
Sparito questo i soldati afgani alla prima e ultima richiesta di arrendersi ai talebani che tagliavano le vie di comunicazione o si arrendevano o se resistevano si votavano alla morte come questo drammatico video testimonia.
https://www.youtube.com/watch?v=8zmssB5tWVE
Dovete sapere che è prassi da quelle parti (usanza ereditata dal passaggio dei mongoli) di dare una sola possibilità all’avversario di arrendersi, rifiutata questa non ci sarà pietà in ogni caso.
Ora una volta che si diffondevano le notizie che per chi non si arrendeva immediatamente non c’era speranza né di ricevere aiuto né di sopravvivere, la lista degli eroi che si doveva battere per il “perfetto mondo libero e l’emancipazione delle donne “ si è affievolita a velocità esponenziale.
Ben diversa fu la guerra condotta dai sovietici che occupavano posti strategici e li rifornivano per contrastare assedi lunghi in attesa dei rinforzi. Tattiche che insegnate all’esercito afgano gli ha permesso di resistere oltre 2 anni ed il crollo avvenne già dopo la fine dell’URSS.
Ma per fare queste tattiche si devono avere un esercito capace di combattere viso a viso, brutalità contro brutalità, capacità combattiva che viene data da una miscela di addestramento e quotidiana coltivazione del senso dell’onore e del coraggio.
Purtroppo i ragazzi americani vengono da una società con ben altri valori ed alle prime difficoltà hanno comportamenti umanamente comprensibili ma non eroici.
Terzo insegnamento:
La società globalista, buonista demascolinizzata, attenta alla parità di genere e LGBT friendly non produce buoni soldati.
La narrazione era: siamo in Afghanistan per i diritti delle donne e per esportare la democrazia.
Poi è arrivato Biden ed ha detto che era uno scherzo, loro erano lì per perseguire gli interessi americani quali? La produzione di Oppio?
A parte le facezie, nel Nord Europa che spesso frequento per impegni di lavoro, non ho visto una femminista di quelle arrabbiate (e ce ne sono ) che avesse proposto di formare una legione femminile di combattenti per le donne afgane. Nemmeno per convincerle ad addestrarsi a sparare ai talebani.
Ora che la battaglia per la castrazione del maschio fallocentrico è vinta a casa loro, tutto va bene, ma poi mancano gli uomini veri che vanno a sbranare i talebani, donne che si sentono alla pari dell’uomo molte ma volontarie in Afganistan non sono pervenute.
Qualcuna mi ha detto “noi rifiutiamo la guerra” bene ,bello ma la guerra non rifiuta voi e le donne saranno sempre vittime della guerra fin quanto non impareranno sul serio a difendersi.
La guerra esiste è brutta, sporca, cattiva se non ti sai difendere diventi vittima, punto.
La base del problema è questo se (come i russi in Siria stanno dimostrando ai danni di Israele) la Nato perde la superiorità aerea, fare la guerra come avvenuto in Donbass senza appoggio aereo diventa un dramma con ragazzi che non sono allevati al maschilistico culto del coraggio, senso dell’onore.
Il lettore penserà che sono un nostalgico di certe atmosfere e si sbaglia, sono un ex militare e so che per fare sacrifici, per rischiare la pelle devi arrivarci tramite una preparazione mentale che una volta veniva inculcata dalla culla con un bombardamento sub liminare che partiva dal classico “un maschietto non deve piangere” e via dicendo in un crescendo di condizionamenti mentali per mettere da parte la paura, il naturale senso di conservazione. Un modo educativo che veniva da secoli di Storia fatta di guerre.
Questa società globalista ha eliminato la macho cultura ed adesso nonostante i mezzi moderni capitola di fronte a pastori eredi di quella ipermaschilista cultura indoeuropea che in ultima analisi ha costruito l’Europa come la conosciamo.
La cultura della parità di genere sopravviverà solo fin quando sarà possibile avere una differenza tecnologica che permetterà di fare una guerra “pulita” tipo quella dei dromi che massacrano gli invitati ad un matrimonio perché tra essi vi è una sim di un telefonino di un talebano.
La guerra in Afghanistan è stata questo e la sposa fatta a pezzi nel suo burka non ha nemmeno ringraziato i suoi “liberatori”.
Immagine: https://www.repubblica.it/