La RAI umilia la povertà irreversibile

 

La RAI umilia la povertà irreversibile

Circa sette milioni d’italiani, per poco fortunati percorsi di vita, sono stati ridotti nella condizione d’irreversibile povertà: analisi più dettagliata dei singoli casi rivela che il loro stato è dettato da motivazioni bancarie, fiscali, giudiziarie e amministrative di vario genere. La politica e le pubbliche amministrazioni (in buona compagnia di enti no-profit, volontariato vario, Ong ed enti caritatevoli) non sembra abbiano altra soluzione che offrire a questa gente un pasto caldo ed un giaciglio da dormitorio. Ha fallito persino il reddito di cittadinanza, che teoricamente avrebbe dovuto realizzare una sorta di “povertà sostenibile”, poiché si è dimostrato un valido sostegno aggiuntivo unicamente per chi abusivamente già svolgeva (e svolge) il lavoro di falegname, carrozziere, meccanico, cameriere e facchino: infatti i circa 600euro mensili voluti dai 5Stelle non hanno nemmeno sfiorato chi ridotto in povertà irreversibile per motivi bancari, fiscali, giudiziari e amministrativi; e perché l’Inps ha reputato immeritevole chi ridotto in stato di bisogno per motivi di giustizia e per debiti acclarati da sentenze. La faciloneria 5Stelle non ha risolto il problema, e la linea politica degli attuali non intende riaprire le porte del lavoro a chi non ha più la forza economica di vivere una vita decente.

È stato dimostrato da pletore d’economisti che l’abolizione del contante aggraverà la situazione, e perché ridurrà in “povertà irreversibile” circa un 20-30% tra precari e lavoratori irregolari che, non potendo usufruire d’una tracciabilità bancaria, finiranno per perdere anche l’ultima forma claudicante di sostentamento.

Nonostante tutto, apprendiamo che continuano ad essere elargiti dalla Rai compensi spropositati a vari personaggi: giudici e concorrenti di “Ballando con le stelle”, presentatori di Sanremo, gente da “che tempo che fa”, mai tramontati consulenti d’oro, pseudo-giornalisti e gallinacci vari da intrattenimento.

Alcuni di questi personaggi televisivi, con compenso annuo tra 300-600mila euro (fonte LaPekoranera), si permettono persino il lusso di dare dell’evasore fiscale a fornai, pasticceri ed artigiani vari, e solo perché espongono il cartello “niente pagamenti Pos sotto i 60euro”. C’è persino il caso di Fiorello che, per presentare il Festival di Sanremo, ha pensato di diseppellire l’ascia di guerra tra favorevoli al vaccino anti-Covid e contrari: bell’esempio, davvero consono allo spirito del Festival, che nasceva nel 1951 con lo spirito di “Vola Colomba”, canzone popolare che riuniva gli italiani tutti nel sogno di Trieste libera e d’una meritata rappacificazione nazionale. Perché il servizio pubblico deve pagare quasi 100mila euro a puntata ad un Fiorello che scherza sul sistema sanitario e sulla salute dei cittadini, con allusioni sul grafene e polemiche circa le vittime degli effetti collaterali da vaccino? Fiorello non fa ridere e riaccende i veleni vissuti dal 2019 al 2022, le polemiche politiche, le manifestazioni di piazza, il dissenso, l’amarezza di chi ha perso familiari per le incompetenze del sistema sanitario pubblico, la rabbia di chi invalidato dagli effetti collaterali delle vaccinazioni.

Questa sarebbe l’iniezione di spensieratezza e rappacificazione offerta dalla Rai? Non pago, Fiorello ha pure offeso il cittadino medio (quello che paga il canone in bolletta) con la battuta “tutta colpa dei poteri forti”… come per dire la gente crede alle bubbole che esisterebbero le lobby, che ci sarebbe un “deep state”, che il potere non usi controllare i cittadini e condizionarne le scelte, che non è vero che esisterebbe gente che lavora per il “sistema”. Anche il candido Amadeus è ovviamente “sistema”, visto e considerato che il suo compenso starebbe sfiorando i 150mila euro al giorno. Tutta satira per compiacere il potere, che paga questi personaggi perché sia messo in ridicolo il cittadino, l’uomo di strada, quello che paga tasse e canone Rai.

Stesso discorso con la signora Selvaggia Lucarelli che, lautamente pagata da “Ballando con le stelle”, continua a dare dell’evasore fiscale all’artigiano italiano. E stendiamo un velo pietoso sui tangentisti dell’Ue in salsa Pd: pare contino su importanti amici in Rai e giornali, ecco perché le notizie vengono annacquate. Quest’anno la Rai investirà quasi 50milioni di euro per un Festival inutile, che come al solito permetterà la passerella a dirigenti di stato, alte personalità istituzionali, magistrati, attori di moda e cantanti sopravvalutati. La rappresentazione di queste due situazioni italiane, “povertà irreversibile” per sette milioni di cittadini e tanti soldi regalati ai soliti personaggi, impone ci sia una profonda riflessione. La non presa di coscienza politica dell’inconciliabilità (e della non possibile coabitazione) tra il metodo Rai ed il paese reale acuisce le lacerazioni sociali, il malessere dell’enorme corpo elettorale italiano.

Gli ingredienti storici d’epoca moderna (ottocentesca) ci sono tutti, e ci riportano a quando Parigi cacciava il governo Thiers. Motivo? Epidemia di colera, guerra con la Prussia, violenza dei prefetti di polizia su poveri ed operai, lauti compensi ad intellettuali e vertici dello Stato che sapevano solo accusare di bonapartismo chiunque protestava. Il senatore Victor Hugo metteva in guardia la politica francese (ed europea dell’epoca) dal dramma dell’irreversibile povertà delle classi operaie, artigianali e contadine, soprattutto poneva sul banco degli imputati la “morte civile” che l’alta burocrazia comminava ai più poveri. Inascoltato, persino quando ebbe a prevedere che la Comune di Parigi avrebbe imbracciato le armi contro l’opulenta indifferenza dei pochi al potere. Da quei fatti è uso che i poveri paghino col sangue il compenso che sarebbe dovuto al potere in danaro. Chi è povero è povero, ed il potere che si blinda nel palazzo non cerca spiegazioni o soluzioni alla miserabile esistenza dei cittadini.

 

Immagine: https://www.aumuch.it/

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