La stretta sui popoli favorita dalla crisi del Coronavirus
Come interpretare quello che sta accadendo?
La crisi determinata dal Coronavirus ha messo allo scoperto il piano dell’Elite transnazionale di utilizzare la pandemia per ottenere il controllo totale delle popolazioni e dei governi sotto il pretesto dell’emergenza sanitaria. Dietro le quinte si muovono i grandi protagonisti della finanza e della politica internazionale dettando le loro direttive e, in qualche circostanza, manifestando apertamente le loro intenzioni.
È il caso di George Soros, il vecchio finanziere, speculatore e cinico promotore di migrazioni e di scardinamento degli stati nazionali, il quale non si è trattenuto ed ha voluto dire la sua. Nel corso di un’intervista rilasciata l’11 maggio, Soros ha detto che la pandemia apre la strada a cambiamenti sociali ritenuti impossibili, definendo questa come “un’opportunità rivoluzionaria per completare i nostri obiettivi”.
Naturalmente altri si muovono con discrezione per comunicare le direttive ad organismi come l’Organizzazione Mondiale della Sanità, il FMI, il WTO, la Banca Mondiale, la BCE e consimili dove sono presenti i fiduciari dell’Elite.
Ci sono però resistenze di alcuni governi che vedono nella crisi l’occasione per riaffermare la sovranità dello stato nazionale e allentare i vincoli dell’Unione Europea, abolendo l’apertura delle frontiere e affermando la preminenza delle proprie costituzioni rispetto alla UE. È il caso dell’Ungheria e della Polonia, che sfidano le regole imposte dalla UE e sono insofferenti delle intromissioni di questa.
Più preoccupanti per la elite sono i tentativi di ribellione di gruppi di cittadini verso la stretta messa in atto dai governi con le misure che sospendono le libertà costituzionali e impongono uno stretto controllo dei movimenti. Queste misure suscitano una reazione di rivolta di settori della popolazione a causa, fra l’altro, di una crisi economica che sta portando all’impoverimento di una massa di persone.
Tutto questo rende la gente dipendente dagli aiuti di stato e quindi maggiormente ricattabile dalle classi dominanti che possono imporre i loro provvedimenti sulla base degli interessi dei grandi gruppi economici a scapito delle comunità nazionali. Il tutto viene favorito dal clima di paura alimentato dai media facendo balenare l’idea di una nuova ondata di contagi in autunno.
Isolare le persone, prevenire gli assembramenti e dare un senso di precarietà è un fattore importante per condizionare possibili tentativi di resilienza da parte dei soggetti più critici.
Già da tempo nelle riunioni ristrette dei club della Elite (Bilderberg, Trilateral, Davos, ecc. ) si paventava un possibile “risveglio globale” (“the Global Awakening”), come un rischio reale. Tale fenomeno potrebbe avvenire (ed è avvenuto) non soltanto nei paesi in via di sviluppo ma anche nei paesi occidentali, vista la situazione di impoverimento di massa.
Da qui la necessità di controllare il fenomeno, censurare le pagine di controinformazione nei social ed isolare i fautori della dissidenza. Uno scenario a cui ci stiamo avvicinando sempre più con casi eclatanti come la censura di Facebook, di You Tube e l’internamento di personaggi come Julian Assange.
Non bisogna farsi illusioni: il sistema sta progressivamente stringendo la morsa del controllo e si stanno perfezionando strumenti di sorveglianza quali algoritmi su pagine web, app di tracciamento, braccialetti elettronici, microchip sottocutanei. Ci stiamo avviando verso un sistema sociale dominato dallo scientismo dogmatico per instaurare il Nuovo Ordine Mondiale, quello che rende superflui i governi nazionali, obsolete le costituzioni.
Soltanto una sana sollevazione dei popoli, pacifica ma determinata, può evitare questa deriva.
Le difficoltà spezzano alcuni uomini ma rafforzano la volontà di altri.