Le Idi di Marzo: dalla stampa all’IBAN

 

Le Idi di Marzo: dalla stampa all’IBAN

ovvero:

come 23 soldatini di piombo abbiano trasformato attraverso l’IBAN la favola in storia

[…]Così fu trafitto da ventitré pugnalate, con un solo gemito, emesso sussurrando dopo il primo colpo; secondo alcuni avrebbe gridato a Marco Bruto, che si precipitava contro di lui: “Anche tu, figlio?”. Rimase lì per un po’ di tempo, privo di vita, mentre tutti fuggivano, finché, caricato su una lettiga, con il braccio che pendeva fuori, fu portato a casa da tre schiavi […] “ Par. 81 Liber I “Divus Iulius” De Vita Caesarorum, Svetonio

La storia è un passaggio di stato. sembra essere così diversa a volte ma in realtà è tutta uguale.

Ci vollero 22 coltellate di cui la 23^ fu quella mortale – come i testi ci narrano – per far finire la concezione “romanocentrica”; certo poi nei secoli fu riproposta sotto mentite spoglie ma quel “primo latte” limpido che era sgorgato dal ventre di mamma lupa allattando Romolo e Remo si concluse nelle Idi di Marzo.

Poi una serie di eventi nel susseguirsi delle stagioni storiche iniziarono ad avvicendarsi sulla scia di quelle 22+1 coltellate. Dobbiamo arrivare al XV secolo per i 23 soldatini mobili con cui un uomo conquistò il mondo dando la storia senza i suoi margini differenziali di racconto alla carta stampata: si chiamava Johannes Genfleisch della corte di Guttemberg. Fatto sta che “l’invenzione della sua stampa” decretò già una netta spaccatura tra vincitori e vinti; tra chi in futuro avrebbe potuto scrivere e chi no; tra chi avrebbe potuto raccontare e chi si sarebbe perso nell’oblio della parola.

Già il povero Platone cercava di ammonirci e di dissuaderci dall’intraprendere la scrittura e Socrate suo maestro quando Plato Maior era giovinetto ne sotterrò il seme: a nulla valsero i consigli. Avremmo perso molto ma soprattutto forse non ci saremmo potuti fare un’idea.

Ma una pugnalata è una traccia indelebile: come la scrittura. Anzitutto può sancire un “inizio o fine della storia” e inoltre rimane imperitura e indelebile alle generazioni future consegnandosi di solito come atto di coraggio quasi mai o in rari casi come codardia.

L’uccisione di Cesare e l’avvento “ a breve “ delle religioni monoteiste che avrebbero ripristinato sul trono lo stesso sotto mentite spoglie (vedasi la concezione del Cesaropapismo) sono la prova più evidente del trasformarsi e del mutare delle situazioni che, se in alcuni casi giocano a favore di quella che sarebbe potuta essere un’ottimale situazione primaria, nella maggior parte di essi ne stravolgono la stessa idea o la consegnano come non dovrebbe essere.

Gli uomini passano e le idee restano; ma siamo sempre sicuri che le stesse non siano state contaminate?

22+ 1 soldatini di piombo conquistano il mondo a suo tempo quando il primo libro ( la Bibbia e non è un semplice caso ) arriverà sulle tavole di ogni Cristiano, e non solo, nel mondo ma quando la stessa identica operazione sarà reiterata dallo spostamento di interi capitali dall’una all’altra parte del globo, e le banche per arrogarsene il diritto trasformeranno gli stessi in “ tracce elettroniche alfa-numeriche” spostandole per conto terzi perché come tutte le scritture a differenza del linguaggio restano sì ma non sono mai al portatore.

La creazione di un IBAN ( International Bank Account Number) di – notate bene – 22 numeri finali – in quanto i primi identificano la nazione da cui si parte e altre caratteristiche inerenti il conto – ha permesso e permette a tutt’oggi che anche il “Tu quoque” possa rinverdire.

Se è vero che la reale “intellighentia” è l’arte di unire le cose e di tracciare attraverso materie affini ma non del tutto simili diciamo una linea comune che mantenga agli occhi della profanitas una diversità manifesta, qui le categorie le abbiamo tutte e come al solito la visione d’insieme che manca ai più.

Qua si vorrebbe far chiarezza su ciò che è stato dopo delle tappe storiche dove, con la scusa di uccidere il tiranno, si sono portati al governo di determinati Paesi delle vere e proprie flotte di aguzzini opportunisti che del tiranno non valevano nemmeno l’unghia del mignolo.

Ma si sa e siamo soliti ripeterlo “ Unusquisque Faber fortunae suae”; questo mantra ci ricorda che la storia più che da vinti e vincitori è fatta da macellati e macellai e all’interno di questa macelleria dovremmo optare non per il meno peggio ma per chi ha una visione universale e programmatica di tutto ciò che lo circonda e chi pensa al suo benessere in riferimento a quello altrui. Che ha grande la visione del mondo che è visione di Roma e civiltà. Cesare con tutti i suoi limiti ha avuto il coraggio, l’audacia, la caparbietà e il carattere di lanciare il cuore oltre il Rubicone e oltre il Reno. Quando qualcuno già prima ma soprattutto dopo di lui aveva capito e aveva in cuor suo il medesimo scopo lo ha fatto fuori; per ripetere maldestramente quella storia che si sarebbe consegnata a noi stessi come Dominio di un’ ordine mondiale che avrebbe colonizzato i popoli anche i più ricchi di risorse naturali alla povertà della “ stringa elettronica “ della moneta unica con i suoi annessi e connessi.

 

 

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