Sono tante, troppe le domande che in questo eterno presente storico vengono alla mente non di chi pensa di essere meglio degli altri ma di chi pensa punto.
Cosa sarebbe stato una trentina di anni fa se con una serie di DPCM comandati e voluti da un fantoccio dalla tracotante “Europa indefinita” delle lobbies e dei mercati, qualcuno si fosse azzardato solo a pensare quello che la negazione della politica oggi ha messo in atto per una “influenza stagionale “ più irruenta? Di sicuro qualche bomba esplosa all’ occorrenza qua e la avrebbe spostato la dormiente opinione pubblica dalla strage della sanità vera al solito stragismo dei “soliti noti” fondamentalismi e lo Stato come al solito avrebbe fatto la figura del “buon padre” che tutela il sangue dei suoi “liberi” figli.
Oggi invece la riduzione al bancone del bar virtuale – datosi che per la gravità degli eventi non ci si può più incontrare ne tanto meno colloquiare – è demandata alla potenza degenerativa dei social dove i “leoni da tastiera” si fronteggiano sulle pagine virtuali di social sempre più “assenti” da materiale umano e fatti da “specchi di accessori” che non sanno nemmeno rifletter-si; ulteriore segno evidente – questo – anche di una non volontà di conservazione della mera vita biologica che questo governo ci sta raccontando di tutelare. Cosa sarebbe accaduto se – stretti nella morsa di allora bipolarismo “perfetto” dc-pci – avessimo optato per una disobbedienza civile fatta semplicemente dall’uscire fuori dall’ uscio di casa almeno a vedere di quale pandemia potevasi trattare? Si sarebbe già da allora costruito il non sense del negazionista e terrapiatista e quant’altro oppure qualcuno si sarebbe con cognizione di causa fatta la domanda fatidica sul “mondo lì fuori che dopotutto scorre?”
Ci saremmo potuti ancora permettere non una coscienza critica che è cosa ben più alta ed altra, ma il perché quella società che in un istante aveva chiuso la stiva e ammainato le vele, ora tornava in maniera preponderante a parlare di deficit, spread, inflazione occupazione e quant’ altro? Si sarebbe potuto ancora parlare di svalutation o tutto quel polverone di “debito verso chi o cosa? “ Sarebbe stato anche all’ ora capitalizzato dalla boria dell’occupante Amerikano che con la scusa della liberazione ci aveva e ci ha lasciato una sovranità sempre e comunque molto limitata?
Oggi le “cose sono cambiate” tranne il lupo però che pur perdendo ancora più pelo ha accentuato il vizio divenuto oramai di forma. E nella forma sta tutto questo virus che potrebbe fuggire domani se lo volessimo; se l’opinione pubblica volesse uscire fuori all’ aperto a vedere –come avviene in una nota scena dell’altrettanto fortunato film di Spielberg “Incontri ravvicinati del III tipo”, se quegli animali sono morti per un gas inodore o se gli è stato spruzzato qualcosa per farli dormire e rende l’area libera dai curiosi… Ma no; oggi non si può perché il virus c’è e si vede, si tocca con mano anzi con le bare e solo un vaccino ci potrà salvare dalla fine dei tempi; lo stesso che però non ci salverà da questa fantapolitica davvero più terrapiattista degli stessi terrapiatisti.
Il virus c’è, come ci sono state le bombe dei fascisti e degli anarchici lanciate su luoghi pubblici o messe nelle stazioni. C’è tutto questo perché noi ne siamo figli, illeggitimi ma pur sempre figli ed oggi se vogliamo conservare quella libertà garantita costituzionalmente non dobbiamo muoverci; non è che non dobbiamo ribellarci, non dobbiamo uscire, incontrare, aggregarci; perché è nella fucina delle idee di piazza reale che si formano uomini ed oggi per il politically correct gli stessi non servono; anche perché saremmo tacciati di misoginia verso il sesso più debole o finiremo per “quella insulsa passione per l’etero” che oggi non fa né l’uomo né il politico.
Oggi è necessario il silenzio più che mai; lo stesso con cui “Cosa Nostra” ha insegnato a queste plutocratiche democrazie a governare. Oggi non è il momento del popolo ma della sua isteria… perché l’isteria con i farmaci si cura il popolo vero no.