Se queste son donne

 

Se queste son donne

Nella geometria delle città, divenute caotiche e rumorose, vi sono ancora piccoli spazi di sosta posti lì per ricordarci che siamo tutti dei pellegrini su questa terra. Luoghi in cui il tempo pare respirare ad un ritmo diverso, poiché sacri e quindi protetti dalla profanità temporale che ci spinge a correre e ci allontana dalle alte vette del cielo. Le edicole votive, così come le statue che raffigurano la Vergine Maria, sono dei centri di ristoro dell’anima e di pace. Fermano il passo incerto, ci sollevano dalle pene poiché ci inducono ad una resa, ci sollevano dal clamore cosi ché grazie a loro ci ricordiamo e ci affidiamo al divino, fosse anche per una breve preghiera o un dono di fiori.

Omaggio che come un coro unanime, gli abitanti di un dato quartiere offrono, anche al di là della propria fede o della pratica di fede costante. La statua della Vergine Maria sita in Piazza Sempione a Roma ne è un esempio. Eretta come rosa al centro di un turbinio d’asfalto, pare osservare con comprensione ed infinita grazia tutto ciò che le gira attorno.

Di fronte a lei molte donne e molti uomini si sono chinati unendo le mani palmo a palmo, anche solo per una volta, anche senza la grazia della fede. Eppure l’otto marzo scorso, ognuna di esse è stata singolarmente oltraggiata, sbeffeggiata e giudicata come bigotta.

Un gruppo di sparute neo-femministe hanno marciato – agghindate di rosa – trasportando sulle spalle una enorme vulva fucsia – caricatura della Madonna- in nome di una “sacra celebrazione anti-patriarcale”.  

Un triste circo giunto all’apice del ridicolo quando, incuranti degli abitanti del quartiere, le stesse femministe hanno affisso alle spalle della statua uno striscione con l’eloquente scritta: ‘Like a virgin’.  Titolo di una canzone degli anni ottanta, canticchiata dalla sempre diabolica icona del mondialismo arcobaleno più sfrenato, il cui nome conosciamo tutti!

Tali donne, o meglio tali caricature di donne, non hanno solo oltraggiato i devoti; la statua simbolo della Madre di Dio; un intero quartiere; il credo di molti, ma anche e soprattutto se stesse, le loro madri, le loro nonne e tutte le altre donne che prima di loro hanno rivolto lo sguardo al cielo in cerca di un conforto, una grazia, un pensiero.

Ed allora viene da chiedersi con rabbia, quale sia il senso di tale meschina iniziativa! La lotta al patriarcato in nome dei così detti femminicidi?  La parità di trattamento in ambito lavorativo? Chimere! Non confondiamo la giustizia o i diritti con le argomentazioni fallaci di chi preferisce la pagliacciata volgare e offensiva alla giusta difesa di chi, donna o uomo verte in condizioni di abuso o difficoltà.

Perché tale certezza? Poiché non risulta che queste stesse passionarie del volgarismo moderno marchiato dal politically correct, siano scese in piazza per lottare contro iniquità bensì solo per mostrare arroganza e sfrontatezza. Le armi dei deboli senza contenuti. Non hanno giustappunto gridato in difesa di tante donne, costrette per indigenza a strapparsi dalle braccia un figlio per donarlo a qualche ricca famiglia arcobaleno. No, loro hanno preferito vestirsi di rosa, forgiare un organo sessuale femminile e oltraggiare una statua della Vergine Maria. Eppure si dicono vicine a chi non ha diritti! Tale cantilena viene ripetuta ossessivamente da una parte di mondo; un mondo che appare in perenne putrefazione.  Siamo giunti ad un punto d’arresto epocale in cui i molti cercano di scardinare la tradizione pensandosi giusti. Eppure care donne progressiste, ricordatevi che siamo tutte madri in virtù di Colei che Madre di Dio ci dona la grazia di esserlo. Oltraggiarla significa oltraggiare la vita stessa, il respiro ed i figli che verranno. Il nostro corpo, anche se non diventeremo mai madri in facto, è vaso sacro che può contenere tutte le creature con immenso amore. Questo è ciò che la Theotokos ci dona. Si può essere guerriere ed impugnare una spada restando fedeli a tale grazia. Purtroppo la secolarizzazione coatta ha macchiato l’anima degli uomini e ancor più quella delle donne. Il mondo è divenuto un luogo oscuro dove la volgarizzazione dei corpi è vista come opportuna ed è applaudita; dove i contenuti sono superflui. In questo contesto contro-iniziatico sono proprio le progressiste che la fanno da padrone. Guai al maschio che cammina un passo avanti, va svirilizzato e ridotto a dolce ed effemminato suddito. Non scordiamo che nel giusto ordine delle cose, l’uomo che cammina avanti alla donna lo fa per proteggerla. Poiché la donna è colei che contiene la vita, è chiave che apre al trascendente. Compito che se non attuato con amore le rende terribili creature.    

E terribili sono gli oltraggi che alla Madre di tutti noi sono stati fatti. Poiché la Santissima Vergine Maria, «la rosa in che ‘l verbo divino/ carne si fece», è cerchio perfetto che contiene d’amore tutto il creato. 

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