Sul barcone gli 007 parlavano dell’Italia
Possono essere solo e soltanto supposizioni quelle che circolano sulla riunione dei ventuno agenti segreti italiani e israeliani naufragati nelle acque del Lago Maggiore. E’ paradossale che il mondo dei media diffonda le dichiarazioni dei diportisti del lago spacciandole come rivelazioni stupefacenti. Così settimanali generalisti e quotidiani vari amplificano il “si suppone” ed il “si dice”, arrivando ad affermare che gli spioni si sarebbero riuniti per parlare dei “laboratori di Euratom”. Non è una notizia che a Ispra, nei pressi del lago, insista un laboratorio del “Comitato nazionale per le ricerche nucleari” del Cnen, e che oggi faccia parte del programma Euratom CCR dell’Unione Europea: ma che senso avrebbe riunirsi sul lago quando nel centro di ricerca pare insistano ampi spazi per incontri segreti? Poi le informazioni custodite nei laboratori di Ispra sono a disposizione dell’intelligence italiana quanto di quella europea, statunitense e israeliana. E se gli 007 occidentali volessero organizzare una riunione per parlare delle tecnologie iraniane non lo farebbero certo in maniera così maldestra. E poi un tassista come un pilota o uno skipper abituati ad essere ingaggiati dai servizi segreti non si lasciano certo andare a chiacchiere da bar, raccontando ad amici e conoscenti che il giorno successivo avrebbero portato in gita sul lago un gruppo di spie che seguono Euratom. Informazioni delicate che, qualora diffuse, avrebbero lesionato il rapporto di fiducia tra skipper e committenza. La stessa stampa “istituzionale”, prima di parlare di spionaggio nucleare, aveva detto che gli 007 s’erano riuniti sul Lago Maggiore per scambiarsi informazioni su ricchi russi residenti nelle zone di confine alpino e lungo i laghi: anche questa ipotesi pare l’abbiano ricavata dal mormorio casereccio tra bar ed osterie nei dintorni di Verbania.
Come se non bastasse, un noto settimanale (Oggi) ha messo in correlazione le chiacchiere raccolte tra la popolazione delle cittadine lungo le rive del Lago Maggiore con quanto diffuso dalla rete televisiva israeliana Channel 12: ovvero che è avvenuto “l’incontro tra agenti segreti israeliani e italiani in una località sul Lago Maggiore per la chiusura di una lunga operazione coronata da successo legata alle tecnologie di armamento non convenzionale iraniane”. Ma vi pare plausibile che il Mossad diffonda una simile verità? E’ probabile che abbiano parlato di nucleare per sviare l’attenzione dal vero motivo dell’incontro. Considerando che la riunione s’è tenuta su una barca malmessa, e tra 007 un po’ impacciati a mettersi in salvo, sorge il sospetto che il convivio non fosse tra le migliori professionalità dell’intelligence: piuttosto tra burocrati italiani ed israeliani, lì convenuti per fare il punto su varie ed eventuali vertenze (anche annose) tra Roma e Gerusalemme. Non è da escludere la riunione sia stata orchestrata dagli italiani per rassicurare gli israeliani su questioni amministrative e giudiziarie. Del resto Dror Eydar, l’ambasciatore d’Israele in Italia, s’è più volte incontrato con il presidente della Regione Piemonte per avere notizie sulle infrastrutture italiane. Indagini che certamente la diplomazia israeliana ha svolto dopo la tragedia della funivia Mottarone del 2021, nella quale hanno perso la vita Amit Biran (30 anni, medico che si stava specializzando all’Istituto Maugeri), Tal Peleg, 27 anni (psicologa che stava specializzandosi a Pavia) ed il piccolo Tom, e con loro sono morti anche, Itshak Cohen (82 anni) e la sua compagna Barbara Konisky Cohen (71 anni): tutti israeliani venuti in Italia a trovare i parenti. Nell’incidente periva l’intera famiglia ad eccezione del piccolo Eitan.
Sono passati due anni dal fatidico incidente del maggio 2021, e la funivia Stresa-Alpino-Mottarone è stata additata internazionalmente come esempio di “mala gestio” italiana. E’ noto che il procuratore capo di Verbania, Olimpia Bossi, abbia fatto l’impossibile per accelerare le indagini e predisporre il sequestro dell’impianto della Funivia. Il cavo della funivia si era spezzato di netto per mancanza di manutenzioni ed assenza del freno. Non è da escludere il governo italiano abbia promesso ad Israele indagini precise e veloci. Soprattutto il ministero della Giustizia potrebbe stare col fiato sul collo di procure ed amministrazioni varie per scongiurare proteste dei paesi d’origine delle vittime. E non dimentichiamo che Eli Cohen, fondatore del Mossad, era il nonno di Itshak Cohen, morto con tutta la sua famiglia nel disastro del Mottarone: lo stesso Eli Cohen esperto di trasporti che fondava la compagnia aerea israeliana per volere di Ben Gurion. E’ evidente che Israele, a differenza dell’Italia, difenda planetariamente i propri cittadini: soprattutto è notorio faccia pressioni perché non subiscano ingiustizie e torti in stati dove regna l’irresponsabilità generalizzata. Se ne deduce che gli 007 italiani potrebbero aver incontrato gli israeliani per dimostrare come lo Stivale abbia cambiato registro, che certe lungaggini e rimpalli di competenza abbiano riguardato altre amministrazioni. Dal summit di 007 si ricava solo la notizia che l’Italia è osservata, che cerca di vendere una sorta di sua nuova efficienza e, probabilmente, gli israeliani si aspettano solo risultati. Ma il naufragio del barcone è per certi versi come la tragedia de+l Mottarone, due storie all’italiana che fanno il paio con alluvioni e crolli: un fritto misto, una minestra pasticciata…una sequela di storie drammatiche che solo l’Italia ha la forza di trasformare in commedie e chiacchiericcio giornalistico.
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