Tfa sostegno 2019, tra il diritto allo studio e il dovere alla disoccupazione

 

Tfa sostegno 2019, tra il diritto allo studio e il dovere alla disoccupazione

Negli articoli 33 e 34 della “nostra” costituzione è possibile evincere come la Repubblica con le sue Istituzioni “si faccia garante” del diritto allo studio per ceti meno abbienti, portatori di handicap e generici casi; nella legge ne sono sanciti i principi: tutto viene regolamentato da norme e codicilli e poco si lascia al caso e alla probabilità.

Se però ci spostiamo d’un balzo verso quel complesso sistema di leggi e decreti che mai completamente hanno avuto riscontro nella società di oggi, ci possiamo accorgere di tre fattori determinanti:

  • o qualcosa non ha funzionato come doveva
  • o sono come al solito prevalsi gli interessi dei singoli rispetto al concetto di comunità
  • o nella fattispecie, come avviene nella demagogia dell’Italia “salvata”, si sono utilizzate le stesse leggi e gli stessi decreti per meglio giustificarne la truffa legalizzata.

Per chi non fosse del mestiere è bene dire che l’attuale ministro Bussetti ha firmato a febbraio un DM 92 dove introduceva il TFA (tirocinio formativo attivo sul sostegno ) e ciò “sbloccava “ più di 14.000 unità per introdurle, dopo un corso di 8 mesi circa, nell’ ambito del lavoro su sostegno.

E’ bene dire – perché faccio parte anche io del “comparto” –  che questo decreto in realtà non va a sancire la sicurezza che  ad un soggetto –  con laurea di nuovo o vecchio ordinamento, 24 crediti conseguiti e pagati già profumatamente sempre alle stesse università che si erano prese l’onere di emanare il bando –  diano alla fine un posto di lavoro più che meritato e sudato ma solo la possibilità di entrare da una serie C (III fascia ) ad una serie B ( II fascia ) garantendosi un piccolo pezzettino di supplenza in più.

Non vi sarebbe nessun problema e nessuno scandalo se questo piccolo pezzettino di libertà sancito dalla più alta forma di democrazia che i più identificano nella Repubblica potesse essere, come recita la formula, gratis et amore dei, ma datosi che questa ennesima truffa ai danni del contribuente ha un costo di sola iscrizione al test pre-selettivo dagli euro 150 ai 200 a seconda dell’Università, beh allora le cose cambiano un pochettino.

Passata la prova preselettiva, la prima prova scritta e la seconda orale si accede ad un corso di lezioni che danno “diritto” a 60 cfu ( crediti formativi universitari) del costo che varia dai 3000 euro ai quasi 4500 ( collegandovi alla rete e mettendo nel motore di ricerca tfa 2019 sostegno potrete toccare con mano quello che vi sto scrivendo).

Tutto questo pacchetto, pagato da chi  – a ragion di logica – o non lavora proprio o lavora su supplenze o fa altro nella vita, dà una garanzia al 10% di comprarvi un posto di lavoro nella scuola, per lavorare in situazioni particolarmente delicate con soggetti aventi semplici disturbi o affetti da patologie gravi ed handicap, senza avere un manuale di istruzioni, nè tanto meno esperienza.

Il tutto condito, con la scusa della formazione, con lo sperpero di denari pubblici per la creazione di fantomatici corsi o pseudo abilitazioni ad personam.

Da inguaribile romantico penso alla “inadatta “scuola di quel Giovanni Gentile che con regio decreto n. 1054 del 6 maggio 1923 non solo, all’ articolo 96, stabiliva esonero totale o parziale dalle tasse scolastiche per i più bisognosi ma, sempre con lo stesso, sanciva la “gratuità” della formazione dei docenti.

Ma si sa, allora c’era la dittatura e la formazione era di natura maschilista ( vedasi le parole massaie, ricamo etc ); oggi un’illusoria democrazia partitica ha permesso di comprarci democraticamente e legalmente un posto di lavoro per poi magari non solo non avere la sicurezza del medesimo ma per morire di fame tra lo strapotere dei Presidi, il nonnismo de colleghi e le offese gratuite dei genitori che pensano ai loro figli come futuri manager in una società dove il ruolo dell’insegnante è secondario.

Studia e preparati su quel che vuoi, ma prega Maastricht perché un tozzo di pane, dopo che hai venduto tutto per fino te stesso, ti giunga “democraticamente”  sul tuo tavolo un attimo prima che tu muoia ….

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