Criminalizzare le proteste: la svolta del nuovo regime sanitario
Come si poteva prevedere, procede spedita e con grande potenza mediatica l’operazione di criminalizzazione delle proteste anti “green pass” da parte del regime sanitario del duo Draghi/Speranza con il plauso dei partiti, dei sindacati collaborazionisti e delle centrali di potere finanziario.
Di fronte ad una contestazione di massa che già da settimane avviene nelle piazze italiane, dopo gli episodi di violenza e teppismo avvenuti lo scorso sabato a Roma, il governo ha scelto di disarmare le proteste e disincentivare il pericolo di sciopero generale dei lavoratori, previsto per il 15 Ottobre, associando l’immagine degli anti green pass a neofascisti violenti e provocatori. Questo il risultato della manovra trappola tesa ai manifestanti con il favoreggiamento dell’aggressione alla sede CGIL da parte di un gruppo di esagitati e mediante l’opera di infiltrati e atteggiamento passivo degli addetti all’ordine pubblico.
L’ossessiva attenzione di tutte le tv ed i media all’episodio, opera di poche decine di facinorosi, richiamando il pericolo del fascismo che risorge, ha permesso di oscurare le ragioni della protesta di circa centomila manifestanti pacifici radunatisi in piazza del Popolo, eludendo le responsabilità del Ministero degli Interni e di quanti avrebbero dovuto vigilare e prevenire gli episodi.
Una strategia da manuale che ricalca le indicazioni date a suo tempo su come disarticolare le manifestazioni di protesta: favorire infiltrazioni violente, gettare il discredito sui manifestanti e la paura fra la gente comune tentata di partecipare. In aggiunta questo ha permesso di creare una nova grande campagna antifascista che rappresenta l’espediente migliore per distrarre l’opinione pubblica e dividere il fronte degli oppositori.
Inutile dire che in questa campagna si sono gettati a capofitto i leader di partiti come il PD, Enrico Letta, i 5 Stelle, nonché i leader dei sindacati, fra cui lo stesso Landini, abbracciato affettuosamente al premier Mario Draghi, a dimostrazione plastica del grande accordo di intesa fra potere politico/finanziario e sindacato di regime.
L’antifascismo si ripropone come il collante sperimentato tra tutte le forze politiche di sinistra di centro e di destra, utile per tutte le occasioni.
Questa campagna cerca di distogliere l’attenzione dal disagio sociale che esiste nel paese, con l’aggravante di misure liberticide che stanno sopprimendo diritti fondamentali garantiti dalla costituzione, violando persino regolamenti della UE che prevedono il divieto di discriminazione fra cittadini.
Di fatto chi non è in possesso del green pass, ovvero del lasciapassare sanitario, si vedrà impossibilitato a lavorare, entrare in azienda, circolare liberamente, frequentare palestre o circoli sportivi, teatri, cinema, ristoranti e centri culturali, trasporti veloci, ecc.
La misura, degna di un regime tipo Corea del Nord, viene persino spacciata come “misura di libertà”, eludendo il fatto che l’Italia è unica in Europa ad aver introdotto un sistema tanto rigoroso e liberticida.
L’idea dei governanti (vedi Brunetta) è quella di far soffrire chi non si adegua, con una vera tortura fisica e psicologica, fino a convincere questi a sottoporsi al vaccino salvifico, con o senza il consenso degli interessati, come trattamento sanitario obbligatorio. Lo Stato però si lava le mani delle possibili reazioni negative che vanno crescendo in maniera esponenziale (trombosi, miocarditi, flebiti, ecc..) come molti scienziati avevano avvertito inascoltati.
Per il profitto della Big Pharma niente deve essere lasciato intentato e si allungano le mani anche sui bambini.
Il green pass, lungi da essere una misura sanitaria, rappresenta un sistema di controllo sociale e non è un semplice strumento ma già un fine di per sé stesso e codesta è la vera finalità dell’operazione; l’Italia fa da campo sperimentale per le centrali di potere transnazionale.
Sarà interessante vedere cosa accadrà al momento in cui scatterà l’obbligo, sono in molti ad aver compreso la truffa ed altrettanti non sono disposti a rinunciare ai propri diritti dietro una imposizione sotto forma di odioso ricatto.
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