Dal Medio Oriente il segnale della supremazia americana che volge al termine
Gli avvenimenti delle ultime settimane in Siria hanno confermato ed accelerato il grande cambiamento geopolitico che è in corso nel Medio Oriente e che avrà notevoli conseguenze in tutto il mondo.
La decisione dell’Amministrazione Trump di ritirare le truppe dal nord della Siria rappresenta non solo un tradimento per i curdi, ma anche la fine dell’influenza americana in buona parte del Medio Oriente.
Non si vuole affermare che l’egemonia americana nella regione sia completamente scomparsa. Il declino della dominazione USA è un processo che non può avvenire in tempi brevi ma ha sicuramente subito un’accelerazione dovuta ai molteplici fallimenti della politica estera di Washington. L’inaffidabilità della protezione americana è stata ormai sperimentata in varie parti del mondo: dal Vietnam ai curdi.
Il vuoto lasciato dagli USA in Medio Oriente viene immediatamente riempito dalla presenza della Russia e dei suoi alleati, l’Iran, la Siria e le forze popolari di resistenza.
Potrebbero essere necessari diversi anni per consolidare questa fase di perdita di potere in modo definitivo. Tuttavia è chiaro che tutto il mondo sta assistendo con stupore al declino dell’impero americano, che sembrava imbattibile.
L’ enorme potenza della macchina militare-nucleare USA non serve a nulla, se non a distruggere completamente l’umanità, questo perché anche altri paesi dispongono di armi nucleari che possono essere ugualmente letali.
L’impero americano tuttavia disponeva anche di un enorme potere economico e finanziario, basato sul dollaro. Accade però che attualmente ci sono altri paesi molto potenti che stanno sfidando quella supremazia economica, mettendo da parte il dollaro nelle loro transazioni commerciali.
Gli Stati Uniti hanno anche avuto uno straordinario progresso tecnologico e scientifico in tutti i settori e avevano il controllo della maggior parte delle risorse naturali del pianeta.
Allo stato attuale, tutto questo viene messo in discussione a causa della crescita economica, finanziaria, militare, scientifica e tecnologica di paesi come Cina e Russia, che hanno anche aderito a un’alleanza strategica. Da un punto di vista militare, la Russia quasi supera ampiamente gli Stati Uniti in termini di potenza aerea ed è anche recentemente diventato chiaro che solo i missili dell’esercito cinese potrebbero “rendere inutili” le forze militari statunitensi nel Pacifico nel giro di poche ore.
Forse la fine dell’egemonia americana richiederà diversi anni, ma questa è inevitabile, così come possiamo prevedere che si procede verso un nuovo ordine mondiale che sarà multilaterale. Di sicuro il ruolo distruttivo della politica USA in Medio Oriente e in Asia occidentale, con le sue guerre ingiustificate, con l’asservimento agli interessi di Israele e della monarchia Saudita, ha prodotto dei guasti irrimediabili. Le sassate di cui sono state oggetto le forze USA mentre si ritiravano dalla Siria sono state emblematiche.
Nel frattempo gli stessi Stati Uniti sono dilaniati da una profonda frattura interna fra le forze del “deep State” e il partito primatista di Trump e degli evangelici che vorrebbero far tornare gli USA al protezionismo e all’utilizzo, mediante rapina, delle risorse di altri paesi per fronteggiare la perdita di potere del paese. Così le mani dell’Impero USA si allungano verso il Venezuela ed altri paesi dell’America Latina.
La situazione però diventa sempre più complicata visto che, anche in America Latina, sono in corso rivolte popolari contro l’ordine neoliberista e americano-centrico, questo avviene in Cile, Ecuador, Honduras, Argentina ed altri.
L’ossessione prioritaria del governo degli Stati Uniti al momento è quella di fermare la crescita del drago cinese, ma risulta un compito quasi impossibile.
La guerra commerciale USA-Cina, a base di dazi e sanzioni, sta chiaramente dimostrando che perfino l’America Latina, considerata per decenni, come il “cortile” degli Stati Uniti, viene conquistata commercialmente dal gigante asiatico. Tuttavia questa volta la conquista sta accadendo in un modo diverso rispetto all’impero americano: senza violenza, senza blocchi, senza imporre governi dittatoriali, ma piuttosto aiutando i paesi a industrializzarsi e costruendo infrastrutture.
La grande quantità di risorse naturali come acqua, terra fertile, petrolio, gas, rame, alluminio, oro, litio, coltan e molti altri minerali preziosi, di grande valore strategico di cui l’America Latina dispone, non passa inosservata al resto del mondo che ne ha necessità.
Accade così che la Cina è attualmente il partner commerciale più importante di Argentina, Brasile, Cile, Perù, Venezuela e il secondo in Messico. Ha fatto grandi investimenti in opere infrastrutturali come porti, ferrovie, aeroporti, idrocarburi e miniere che l’anno scorso hanno superato i 240.000 milioni di dollari.
Uno schiaffo per il potere nordamericano che vede il suo principale competitor inserito nel suo tradizionale cortile di casa.
Tuttavia il declino della potenza americana viene confermato anche per il fatto che i “gringos” non sono più in grado nemmeno di controllare quanto accade nelle loro case, come dimostrano le innumerevoli sparatorie che si verificano quotidianamente in molte città del paese. Il sistema economico neoliberista miete le sue vittime anche negli USA dove le disparità sociali hanno determinato la crescita di un enorme numero di nuovi poveri, calcolato in 40 milioni di persone.
Inoltre, esiste attualmente la minaccia di una nuova guerra civile, tra i fanatici religiosi armati fino ai denti, alcuni difensori e altri nemici di Trump, a causa del processo politico con cui intendono licenziarlo.
Gli USA pretendevano di imporre il loro modello al mondo ma non sono più in grado di farlo: quel modello è scaduto.