Di fronte alle minacce degli USA

 

Di fronte alle minacce degli USA

L’Amministrazione Trump, con la sua aggressiva politica di minacce e sanzioni, è riuscita ad ottenere un risultato prevedibile: la Cina e la Russia stanno coordinando le loro forze militari contro il nemico comune.

A settembre, la Russia ha previsto di mettere in scena le più grandi esercitazioni militari dalla caduta dell’Unione Sovietica, con la partecipazione di un forte contingente cinese. Migliaia di truppe provenienti dalla Cina e dalla Mongolia parteciperanno agli esercizi in Siberia, soprannominati “Vostok 2018”, secondo le dichiarazioni dei ministeri della difesa russi e cinesi.

Tali esercitazioni avranno una “dimensione in scala senza precedenti”, sia per estensione di territorio che per numero di truppe coinvolte”, ha detto in una dichiarazione il comandante supremo delle forze armate russe Sergi Shoigu.  Il contributo della Cina alle massicce esercitazioni sarà di 3.200 soldati, 900 mezzi, fra carri armati e blindati, e 60 aerei ed elicotteri, che verranno dispiegati dall’11 al 15 settembre presso il campo di addestramento di Tsugol in Russia, dove si incontrano i confini tra Russia, Cina e Mongolia orientale, ha riferito il ministero della Difesa cinese.

Queste esercitazioni rappresentano una manifestazione di forza ed una risposta alla nuova Strategia di Sicurezza Nazionale teorizzata da Trump in cui la Russia e la Cina sono stati apertamente definiti “nemici”.

La Russia dispone di un notevole vantaggio rispetto agli USA nelle armi nucleari tattiche. Lo afferma un esperto, il dr. Vincent Pry già a capo della Commissione militare per le armi elettromagnetiche presso il Congresso USA e in precedenza membro della CIA. In particolare la Russia ha dimostrato di disporre di armi avanzate di Terza Generazione come le ogive super Elettro magnetiche a Impulso (EMP), che possono paralizzare le forze nucleari degli USA, oltre ad avere missili balistici di alta precisione che, in caso di conflitto, potrebbero assestare un colpo a sorpresa.

Questa sfida sulle potenzialità reciproche di distruzione avviene nel momento in cui l’Amministrazione Trump preme per un nuovo intervento militare diretto USA contro la Siria e contro l’Iran, alleati della Russia.

Proprio in questi giorni si registra l’entrata nel Golfo Persico di unità navali lanciamissili USA che sarebbero destinate ad una nuova aggressione contro obiettivi siriani tramite lancio di missili Cruise. I servizi di intelligence russi hanno denunciato la preparazione di una provocazione con armi chimiche, una “false flag”, appositamente predisposta dal gruppo di specialisti dei “White Elemts” (un gruppo affiliato ai terroristi e collegato ai servizi di intelligence britannici) che avverrebbe ad Idlib, dove le forze siriane si preparano a sferrare una massiccia offensiva per ripulire la zona dalla presenza degli ultimi gruppi di terroristi takfiri sostenuti da USA e Arabia Saudita.

La provocazione sarebbe il pretesto per l’intervento militare diretto degli USA. La spiegazione della nuova aggressione militare sta nella necessità dell’Amministrazione Trump di uscire dall’angolo in cui il presidente è stato messo dalla serie di scandali in cui risulta coinvolto. D’altra parte ci sono le richieste pressanti di Netanyahu per risolvere definitivamente il problema Iran.

 Il premier israeliano è rimasto contrariato dal “niet” ricevuto dal presidente Putin sulla sua richiesta di ritiro delle forze iraniane dalla Siria. Putin considera l’Iran un alleato strategico. Al contrario i russi hanno creato altre postazioni antimissile sul territorio siriano per rispondere alle nuove aggressioni dell’aviazione israeliana.

Il Presidente Putin intanto ha dato ordine ad altre unità navali armate di missili Kalibr, di entrare nel Mediterraneo ed avvicinarsi alle coste della Siria per potenziare la difesa delle basi russe e delle infrastrutture del paese arabo.

La Cina non è ancora chiaro se sarà coinvolta da subito in questo conflitto ma è sicuro che non si limiterà ad assistere perché Pechino è consapevole che il loro paese sarebbe il prossimo obiettivo delle azioni militari degli USA.

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