Il tema Europa è diventato prepotentemente centrale agli occhi di molta gente e gli italiani un tempo annoverati tra i più convinti sostenitori dell’Europa unita si sarebbero ora orientati, a detta dei soliti sondaggisti, almeno in larga maggioranza verso un marcato e diffuso euroscetticismo. Parliamo ovviamente degli orientamenti verso l’UE, l’Europa di Buxelles, la sola sembianza d’Europa che venga proposta, la sola sembianza che la gente può oggi apprezzare o disprezzare.
Ma se la crisi dell’Europa di Bruxelles ci lascia indifferenti ed anzi ci conferma nelle nostre valutazioni di sempre, l’entusiasmo antieuropeo di alcuni cosiddetti sovranisti ci lascia increduli e perplessi. L’ idea di Europa Nazione più ancora dell’idea “degaulliana” di Europa delle Patrie o di Europa dei Popoli non può essere in alcun modo sminuita o travolta dall’eventuale definitivo fallimento (il fallimento morale è già agli atti) dell’Europa di Bruxelles; al contrario tale fallimento potrà dare il destro per intraprendere con energia una nuova iniziativa e una lotta per “la Patria più grande” secondo la definizione efficace che Filippo Anfuso ha dato a suo tempo dell’Europa Nazione.
E’ ben probabile che i lettori più giovani non sappiano granché di Filippo Anfuso, il vecchio ambasciatore italiano a Berlino, il pioniere della nuova idea Europa tra i giovani del Fronte della Gioventù negli anni ’50 e ’60, l’appassionato direttore della rivista che già in quegli anni aveva per titolo “Europa Nazione”.
Perché bisogna pur riconoscere una fondamentale verità: la burocrazia di Bruxelles intenta essenzialmente a revisionare bilanci pubblici e a emanare direttive sulle coltivazioni agricole oppure la diffidenza miope ed indisponente dei tedeschi (riunificati) verso gli italiani e gli europei tutti del sud non possono far dimenticare l’esigenza persistente di un’Europa unita, forte ed ambiziosa , fiera del contributo incomparabile dato alla storia ed alla civiltà del genere umano e consapevole di dovere esercitare ancora il suo ruolo indispensabile per l’equilibrio, la stabilità e lo sviluppo culturale civile ed economico di vaste aree del pianeta, l’Africa ed il Medio Oriente in primo luogo.
Senza Europa il concetto di sovranità nazionale che pur ci rimane caro, in un mondo dominato da Stati a dimensione paracontinentale avrebbe necessariamente significato modesto. Ben venga dunque la Patria più grande chiamata Europa se veramente saprà essere patria, speranza ed orgoglio per tutti gli europei.
Il cammino da compiere può sembrare molto lungo ma le cose in Europa possono anche evolvere rapidamente e l’America di Trump sembra stanca del ruolo planetario sin qui esercitato. Seguiremo ancora l’idea di Europa Nazione