Fallito il piano USA per il Nuovo Secolo Americano ?
Le intemperanze del presidente Donald Trump e le sue contradditorie dichiarazioni denotano una crisi latente nella dirigenza USA e fanno emergere in forma plateale il contrasto tra il “Deep State” e l’Amministrazione Trump.
Gli analisti politici sono in difficoltà a delineare le ripercussioni di questa frattura sullo scenario internazionale.
Dobbiamo ricordare il vecchio piano della élite di potere USA della fine degli anni ’90, denominato “The Project for the New American Century (PNAC)” da cui prendeva nome un importante Think-Thank a Washington dove si studiavano le strategie da mettere in atto per assicurare agli USA l’egemonia unipolare negli anni 2.000, dopo il disfacimento della vecchia URSS. Non era un piano teorico visto che i personaggi di quella organizzazione furono in buona parte catapultati nell’Amministrazione di George W. Bush e, dall’11 Settembre 2001, si occuparono di attuarlo mediante la strategia del caos e delle guerre in Medio Oriente, in Asia ed in Nord Africa; come dimostra la destabilizzazione di una vasta area del mondo che va dal Medio Oriente al Nord Africa (Libia), all’Asia (Afghanistan), includendo l’Iraq, la Somalia, il Sudan, la Siria e lo Yemen.
Le guerre fatte da Washington hanno determinato, nei paesi coinvolti, non soltanto centinaia di migliaia di vittime e immani distruzioni ma anche l’insorgere del terrorismo islamico (da loro stessi utilizzato come leva di destabilizzazione), milioni di profughi e altre nefaste conseguenze.
Tuttavia l’emergere di nuove potenze militari ed economiche ha di fatto reso impossibile l’attuazione del piano accarezzato dagli strateghi statunitensi: Russia, Cina e India si sono coalizzate in grandi alleanze come il BRICS (accordo di cooperazione economica) e si sono allontanati dal vecchio ordine mondiale creato da Washington sulla base dei propri interessi geopolitici.
La Cina si avvia a divenire la prima potenza economica mondiale ed è il paese che, con tutte le sue contraddizioni, sostiene ancora l’istanza del libero commercio su cui ha costruito il suo iper sviluppo economico, al cospetto di una alleanza trans atlantica che è stata messa in crisi dalla politica dei dazi praticata da Trump.
All’aggressiva politica USA si contrappone il nuovo blocco dei paesi dei BRICS e dello SCO (accordo di Shangai) che sostengono il nuovo assetto multipolare del mondo. Questo è un fatto che non può essere messo in discussione ed a poco serve l’agitarsi di minacce e sanzioni da parte dell’Amministrazione Trump.
Il gioco è piuttosto scoperto e la priorità di Washington è quella di recuperare la posizione di predominio sulle aree strategiche del globo, dal Medio Oriente all’Africa, dove gli USA vedono insidiate le proprie vecchie posizioni di preminenza per l’attivismo e la presenza di Russia e Cina.
Il mondo è cambiato e non è più quello degli anni ’90, gli USA e l’Occidente rappresentano le potenze in declino, mentre si afferma un contropotere in Asia, come in altre regioni del mondo, che rifiuta il modello occidentale e molti paesi sono alla ricerca di un proprio modello sulla base della propria cultura, Storia e religione.
Nel Medio Oriente si è costituito e si è affermato un “asse della Resistenza”, formato dalla Siria, dall’Iran e da Hezbollah libanese. Si tratta di un asse che si contrappone ai progetti dell’Imperialismo USA ed ai piani espansionistici della dirigenza israeliana. In sostanza si è creato un fronte anti USA che contrasta i programmi dell’Imperialismo e del sionismo, con l’appoggio di Russia e Cina.
La caparbia ed eroica resistenza siriana alle forze mercenarie jihadiste appoggiate ed armate dagli USA, dall’Arabia Saudita e da Israele, ha creato una situazione nuova che oggi Washington deve affrontare con il tentativo di Trump di isolare e mettere al bando l’Iran, in vista di una nuova aggressione con il pretesto delle “armi di distruzione di massa” (nucleari), per quanto l’organismo internazionale della OIEA avesse certificato il rispetto dell’accordo sul nucleare da parte di Teheran.
Si è creata la nuova “Santa Alleanza” sulla base di comuni interessi, fra USA, Arabia Saudita e Israele per la restaurazione del vecchio ordine mondiale.
L’Europa è coinvolta e deve decidere quali siano i suoi interessi preminenti. Le classi politiche dei governi europei, prostituite agli interessi dell’Impero USA, sono oggi assediate da movimenti di contestazione e di alternativa al vecchio ordine. Allinearsi all’Impero o schierarsi con i popoli che lottano per la propria sovranità?