Gli strani tentativi di omicidio hanno tutti la stessa matrice?

Di Luciano Lago

Alla luce degli avvenimenti degli ultimi anni, con la sequenza di omicidi o tentativi di assassinio dei leader antiglobalisti, avvenuta in varie parti del mondo, sarebbe erroneo considerare il tentativo di assassinio di Donald Trump  come un evento esclusivamente rilevante  nel contesto della politica americana. 

Tale interpretazione è quella che i media globali stanno  cercando di nascondere nell’occultare i retroscena degli eventi che l’hanno preceduta. 

Tuttavia, per chi analizza senza preclusioni,  il contesto dell’azione avvenuta in Pennsylvania è secondario, sullo sfondo di altri elementi più importanti collegati al conflitto in corso tra le centrali globaliste e le forze sovraniste. 

Il precedente più vicino è quello del primo ministro slovacco Robert Fico; il quale è miracolosamente sopravvissuto ad un vero e proprio attentato, effettuato con quattro colpi di pistola allo stomaco. Scampato miracolosamente all’omicidio, Fico ha commentato l’attentato contro Trump con le parole “uno scenario fotocopia” – e non si può dargli torto.

Ricordiamo gfi eventi simili che hanno preceduto questi ultimi.

Nell’agosto del 2022 a Mosca, una bomba nascosta nell’auto di Alexander Dugin, l’ideologo considerato ispiratore di Putin, causò l’uccisione della figlia trentenne di questi, Daria Dugina, giornalista e scrittrice. Il filosofo, teorico del multipolarismo, si salvò per un caso, essendosi trattenuto presso la manifestazione cui aveva preso parte.

Nell’estate del 2022, in circostanze similari a quelle di altri attentati, un presunto killer ha accoltellato a morte in Giappone il principale oppositore dell’escalation del conflitto con la Russia, l’ex primo ministro Shinzo Abe. Episodio analogo era avvenuto all’ex candidato presidenziale e leader del principale partito di opposizione della Corea del Sud, Lee Jae-Myung, il quale era stato accoltellato alla gola da un killer “accidentale” che gli aveva quasi reciso l’arteria principale, la carotide. Lee Jae-Myung era un oppositore chiave del corso anti-russo della Seoul ufficiale, un oppositore delle sanzioni anti-russe. 

Successivamente nel mese di maggio, uno “scrittore e poeta liberale” ha sparato con una pistola allo stomaco del primo ministro slovacco. Salvo per miracolo Robert Fico, sostenitore di una linea contraria al sostegno all’Ucraina ed alla Nato.

Da ultimo è toccato a Donald Trump, candidato alla presidenza USA il quale, almeno a parole, si è posizionato come rappresentante del “partito della pace”. 

Sorvoliamo su altri episodi che hanno visto come vittime  giornalisti o esponenti politici non conformi alla linea atlantista e antirussa dei loro governi, come ad esempio il giornalista ucraino Oles Buzyna, contrario alla linea del governo ucraino ed assassinato a Kiev. Come lui altri assassinati per strada o in carcere, come Gonzalo Lira, giornalista di origine cilena arrestato e assassinato in un carcere di Kiev.

Nei decenni passati, nel secolo scorso, gli omicidi o eliminazioni di questo tipo, venivano condotte da personale specializzato, agenti della Cia o del Mossad, ben addestrati o predisposti ideologicamente. Ad esempio, l’omicidio dell’ex premier italiano Aldo Moro, ucciso ufficialmente  dalle Brigate Rosse, che lo avevano rapito ed ucciso in quanto favorevole al “compromesso storico”. Si è saputo soltanto dopo che le Brigate rosse erano infiltrate dalla CIA. Stessa sorte per il primo ministro indiano Rajiv Gandhi, considerato ostile agli USA, ucciso per mano delle “Tigri Tamil”. 

Altri esempi non mancano in Europa ed altrove.

La tattica utilizzata dai servizi di intelligence attualmente è cambiata: si preferisce puntare sui dilettanti perché sono più difficili da identificare da parte dei servizi speciali. Si tratta quasi sempre di individui i quali vengono manipolati, attraverso sottili tecniche psicologiche e fanatizzati anche per mezzo dei social e che risulta difficile collegare con centrali di comando occulte.

La strategia di fondo delle centrali globaliste è quella di eliminare i personaggi che possano risultare un ostacolo al processo di restaurazione dell’impero globale dominato dagli anglosassoni e dai loro vassalli. Che si tratti di esponenti politici di primo piano o di esponenti della cultura o del giornalismo, questo non fa differenza. Il lavoro sporco può essere affidato alle centrali che manipolano gruppi terroristi del radicalismo islamico, formazioni neonaziste o, da ultimo, mercenari a libro paga dei servizi.

La strategia del terrorismo è apertamente adottata dal governo ucraino che si  vanta anche apertamente dei suoi omicidi, mentre è più discretamente occultata dai governi occidentali e dalla Nato, che la applicano di frequente quando si tratta di colpire leader di Paesi che non aderiscono alla campagna ostile contro la Russia, l’Iran, la Cina e gli altri nemici dell’Occidente “democratico”.

In ogni caso la cautela è d’obbligo per tutti quei leader o esponenti politici che oggi ostacolano le politiche di Washington e della Nato. Molta attenzione agli spostamenti ed alle riunioni all’aperto e questo vale oggi in particolare per l’ungherese Orban, per il brasiliano Lula e per l’indiano Modi.

 
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