I giochi di Guerra degli USA nell’Est Europa potrebbero determinare un prossimo conflitto
Mentre in Europa si intensifica la campagna di allarmismo del Covid, utilizzata come pretesto per cambiare gli equilibri sociali ed economici del continente, in Ucraina e nel Mar Nero si avvertono i segnali di un conflitto in essere che potrebbe portare ad uno scenario di guerra totale fra la Russia, la NATO e l’Ucraina.
Si rende evidente che l’offensiva iniziata dalle forze Ucraine nel Donbass e l’invio di unità navali USA di primo livello nel Mar Nero costituisce una trappola creata appositamente dall’Amministrazione USA per suscitare un intervento militare della Russia contro l’Ucraina e una conseguente rottura di rapporti con l’Europa. Questo porterebbe alla chiusura del gasdotto Nord Stream 2 e si realizzerebbe l’obiettivo di Washington di subentrare nella fornitura del gas liquefatto e creare una frattura fra Russia e Germania in particolare.
Alcuni analisti sostengono che il motivo di questa provocazione contro la Russia è dettato da motivi interni dell’amministrazione di Biden che, dopo la disfatta del ritiro dall’Afghanistan, ha un disperato bisogno di ottenere un successo in politica estera e mostrare il pugno duro nei confronti di Mosca.
Gli Stati Uniti stanno da tempo istigando l’Ucraina nel provocare la Russia, con le dichiarazioni rilasciate dal segretario alla Difesa Austin, nel suo ultimo viaggio a Kiev, con la fornitura di armi sofisticate e l’invio di istruttori della NATO. Senza calcolare che il regime del presidente Zelensky a Kiev, a sua volta, ha un’urgente necessità di distrarre la sua opinione pubblica dalle crisi economica ed energetica.
Mosca fino ad ora è parsa riluttante ad intervenire, ma l’intervento russo sarà inevitabile qualora siano messi in pericolo i circa 450.000 cittadini con passaporto russo che vivono nel Donbass.
Putin non potrebbe permettersi di rimanere inerte qualora le linee rosse già tracciate e notificate agli USA siano infrante.
Il gioco di Washington è sicuramente lanciare il sasso e nascondere la mano, visto che un conflitto aperto con la Russia in questo momento non sarebbe conveniente e potrebbe includere il rischio di una guerra con armi nucleari ma, al contrario, un conflitto limitato dove la Russia sia tirata a svolgere la parte del cattivo che invade l’Ucraina e disarma le forze di Kiev sarebbe estremamente conveniente per la strategia degli USA. Il punto è che non è facile prevedere dove il gioco inizia e dove finisce.
L’Europa non ne uscirebbe bene in ogni caso, visto che ci ha messo del suo per associarsi alle provocazioni ed alimentare la russofobia che dilaga non solo in Ucraina ma anche in Polonia e nei paesi baltici.
Bisogna considerare che l’establishment americano teme chiaramente qualsiasi prospettiva di perdere la supremazia ed è disposto a qualsiasi cosa per contenere la Russia.
Questa ossessione contraddice gli sforzi dell’amministrazione Biden di accantonare l’ostilità con la Russia e dedicarsi al pericolo cinese, considerato il vero antagonista degli Stati Uniti. Si tratta di spinte contrapposte che provengono dall’apparato industriale militare che è ansioso di alimentare una corsa agli armamenti.
In questo momento l’attenzione è concentrata sul fronte est dove gli attriti sono più forti e dove si aggiunge la crisi dei migranti fra Bielorussia e paesi baltici a causa delle sanzioni che la UE ha fatto nei confronti della Bieolorussia. Quest’ultima reagisce sospingendo masse di migranti verso i confini polacchi. Lukashenko ha preso lezioni da Erdogan ed ha imparato a come ricattare l’Europa utilizzando i migranti. Se sarà altrettanto bravo come il turco, richiederà soldi e assistenza alla UE per trattenere le invasioni migratorie alle sue frontiere.
Da non trascurare che la Bielorussia ha stretto un patto di alleanza ed integrazione con la Russia e questo gli ha procurato l’ostilità della NATO e della UE che hanno cercato in tutti i modi di destabilizzare il regime. Tutti fattori che hanno portato questo paese a schierarsi con la Russia ed a integrare le sue forze militari con l’esercito russo.
La lotta fra i due schieramenti, quello della NATO e quello russo e bielorusso, sta diventando senza esclusione di colpi e si svolge non solo sul piano militare ma anche su quello della propaganda e della guerra ibrida.
Di fronte alle dichiarazioni di ostilità pronunciate dall’Amministrazione Biden, dall’Unione Europea e dai responsabili militari della NATO, la Russia ha scelto di rompere ogni indugio e dichiarare a sua volta guerra aperta al mondo occidentale.
Questo è il senso delle dichiarazioni fatte dal presidente Putin al club di Valdai, non soltanto confronto militare ma soprattutto guerra ideologica contro la deriva sovvertitrice che investe l’Europa.
Il clima non è del tutto pacifico, per usare un eufemismo, e i prossimi avvenimenti determineranno chi uscirà con una vittoria politica da questa contesa.
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