I Neocon USA vedono la guerra come inevitabile

 

I Neocon USA vedono la guerra come inevitabile

Già da vario tempo si era compreso che l’elite di potere dominante a Washington, i neocon, nella loro psicosi di onnipotenza, avevano in mente di mettere in moto la possente macchina militare degli USA per affrontare uno alla volta quelli che vengono considerati i nemici: la Siria, l’Iran, la Corea del Nord, la Russia e la Cina.

L’Amministrazione del presidente Trump risulta ormai totalmente in mano a questo gruppo di potere e Donald Trump sta aspettando soltanto l’esito delle prossime elezioni di medio termine, per avere la conferma della sua maggioranza al Congresso e far approvare i suoi budget di spese militari.

D’altra parte lo stesso Trump si è fatto convincere dai suoi consiglieri di fiducia, John Bolton e Mike Pompeo. “L’America deve tornare ad essere grande” non è soltanto un slogan ma è la convinzione politica di Trump.

A suo parere, tutti i paesi dovrebbero seguire un’unica nazione leader, gli Stati Uniti d’America e questi possono arrogarsi il diritto di decidere quali governi siano una “minaccia alla sicurezza” e quali debbano cambiare il proprio regime se non vogliono subire sanzioni o un attacco militare.

I “neocon” credono che gli Stati Uniti non dovrebbero vergognarsi di usare il loro potere militare per promuovere i propri “valori” in tutto il mondo. Per questo gli USA hanno costituito nel tempo un enorme numero di basi militari dislocate nel mondo, in ogni continente e sotto ogni latitudine.

La scelta fatta a suo tempo da Donald Trump di nominare John Bolton come suo consigliere per la sicurezza nazionale era stata significativa di quale sarebbe stata la linea di politica estera dell’Amministrazione. In particolare Bolton aveva già creato una prospettiva di guerra con l’Iran che è diventata sempre più reale e chiede ripetutamente di bombardare l’Iran nelle sue regolari apparizioni fatte sulla Fox News.

Questo spiega come sia stato lui ad influenzare Trump per distruggere l’accordo sul nucleare iraniano.

L’ultima clamorosa decisione di Trump, il ritiro degli Stati Uniti dal Trattato INF sui missili a medio raggio, sembra coerente con le opinioni del “falco” John Bolton. Il consigliere per la sicurezza nazionale è famoso per la sua antipatia per i trattati internazionali, che in qualche modo obbligano gli Stati Uniti.

D’altra parte Bolton ritiene che gli Stati Uniti siano stati troppo accomodanti, non avendo speso abbastanza per la difesa e non affrontando le minacce in modo sufficientemente aggressivo. Una di queste minacce, sostengono, era stato Saddam Hussein. Altre minacce erano state viste in Libia, in Somalia, in Siria ed in tutti i paesi che non si sono piegati al dominio di USA e Israele. Quei paesi dovevano essere puniti e subire” la cura per la democrazia”. Si è visto come è andata a finire.

Questo spiega come la maggior parte dei neocon propugni un sostegno costante per Israele, che vedono come avamposto chiave della democrazia in una regione governata dai despoti, considerando tali soltanto quelli dei paesi ostili agli USA. Nessun problema invece per i despoti dell’Arabia Saudita, del Qatar o degli Emirati, tutti paesi chiave nell’alleanza con gli USA.

Tuttavia nell’ultimo viaggio di Bolton in Russia dove ha incontrato prima il Segretario del Consiglio di sicurezza russo, Nikolai Patrushev e successivamente lo stesso presidente Vladimir Putin, gli osservatori hanno colto una frase detta da Bolton, “..Washington vorrebbe avere colloqui con Mosca focalizzati sulle attività militari della Cina”. Secondo Bolton,” i missili cinesi rappresentano una minaccia per Mosca, dal momento che il “cuore della Russia” si trova nella zona del loro attacco.

Da questa frase si può intuire che Washington sta cercando di convincere la Russia che il vero pericolo sia la Cina.

Questo denota la preoccupazione degli USA di dover affrontare il blocco militare costituito dall’alleanza fra Russia e Cina e pertanto Washington cerca il modo di dividere i suoi due più possenti nemici.

Purtroppo per gli strateghi della Casa Bianca, la politica imperiale USA si trova a cozzare con i due colossi euroasiatici. O li affronti entrambi o sei costretto a negoziare. “Tertium non datur”.

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