I politici italiani non chiedono più “due popoli, due Stati”


Dicevano, a gran voce, “Due popoli, due Stati”.  Non ci credevano, evidentemente, ma in pubblico sostenevano questa posizione, argomentando che “non c’è altra via percorribile”. Adesso, dopo l’attacco di sabato scorso di Hamas a Israele, hanno gettato tutti la maschera, usando parole che non lasciano spazio a dubbi: vogliono che resti un solo popolo, quello israeliano. I politici italiani, tranne rarissime eccezioni, hanno sposato in blocco la causa sionista, agevolati dall’indignazione generale, sollevata dalle immagini, ripetute decine di volte, dell’assalto di Hamas ai civili israeliani.

Certamente, tutti siamo rimasti scossi da quelle uccisioni, da quella violenza gratuita. Ma i morti israeliani non possono far dimenticare, d’improvviso, i bambini, le donne e gli anziani trucidati senza un perché, negli anni, dai militari israeliani. E, invece, la classe politica italiana ha colto la palla al balzo, per liquidare definitivamente i palestinesi, sostenendo che “adesso Israele ha il diritto di difendersi”. Che, tradotto, significa: “Nethanyau è libero di fare, a sua volta, strage di civili”. Sì, perché Israele, come al solito, non si limiterà alla difesa, ma si accinge, ancora una volta, a uccidere bambini, donne e anziani.

Ovviamente, in questo triste contesto di sostegno praticamente obbligato a Israele, si è distinta – com’era facile immaginare – Giorgia Meloni. La premier, sulla scia di quanto affermato dai “padroni” americani, ha fatto irruzione nella Sinagoga di Roma e ha garantito agli israeliani che l’Italia li difenderà e che saranno rafforzate le misure a tutela dei cittadini di religione ebraica nel nostro Paese, anche perché esiste il rischio che qualcuno voglia emulare i terroristi di Hamas. Non solo: prima ancora di presentarsi nel cuore del Ghetto, Giorgia Nostra aveva pensato bene di illuminare Palazzo Chigi con una bella bandiera israeliana. Una follia, molto più pericolosa dell’evocato rischio di emulazione, perché la stella a sei punte su Palazzo Chigi potrebbe apparire – agli occhi di qualcuno – una vera provocazione, col rischio di scatenare reazioni violente delle frange estremiste.

Certo è che viene spontaneo domandarsi se questa sia la stessa Giorgia Meloni che il 28 luglio 2014 scriveva su Facebook: “Un’altra strage di bambini a Gaza. Nessuna causa è giusta quando sparge il sangue degli innocenti. #duepopoliduestati”. E la risposta è: “Sì”. Drammaticamente sì, perché questa signora ha ingannato milioni di italiani, con i suoi voltafaccia, tesi esclusivamente alla conquista (prima) e alla conservazione (poi) del potere. Una volta arrivata a Palazzo Chigi, Giorgia Meloni si è consegnata agli americani e ai vari padroni del vapore, mettendo in cantina slogan e promesse, che parlavano d’interesse nazionale. Ha fatto, insomma, come un altro “tossico” della poltrona, come Matteo Renzi, che anche in questi giorni conferma di avere sempre, come minimo, due verità e due strade, pur di riuscire a stare sempre e comunque dalla parte dei vincenti. Era proprio Matteo Renzi, infatti, quello che nel 2015 parlava al Parlamento israeliano e affermava: “La pace sarà possibile solo con due Stati e due popoli e solo se sarà garantita la piena sicurezza di tutti: il diritto dello Stato palestinese all’autodeterminazione e quello dello Stato ebraico alla propria sicurezza. Lo dico qui e lo ripeterò a Betlemme incontrando il leader dell’Anp, Abu Mazen”. Sono passati otto anni, la carriera politica di Renzi ha avuto un brusco arresto, ma il “Bomba” fiorentino non ha perso la voglia di essere protagonista. Così, parlando al Senato italiano della guerra tra Hamas e Israele, ha dichiarato che “è impossibile paragonare gli attentati di Hamas alla reazione israeliana”. Come dire: altro che due popoli e due Stati, da costruire con la pace: Israele oggi ha il diritto di sterminare il popolo palestinese.

Potremmo andare avanti per giorni, citando le nefandezze dei nostri smemorati politici sulla vicenda palestino-israeliana. Ci fermiamo qui, perché riteniamo che sia già ampiamente dimostrato da che parte stanno tutti e quale sarà il triste, scontato finale di questa storia: Israele attaccherà la striscia di Gaza, colpirà soprattutto obiettivi civili (la scusa è già stata anticipata: Hamas ha piazzato nei palazzi abitati i “nidi” dei missili…) e ci saranno migliaia di morti innocenti. Che nessuno, nel civilizzato mondo occidentale, piangerà, come è stato fatto, giustamente, per quelli israeliani.

In definitiva, Hamas, con l’attacco di sabato, ha fatto un regalo al premier israeliano Nethanyau, che era alle politicamente corde, criticato e messo in discussione. L’attacco a Gaza sarà un inferno e ricompatterà il fronte politico e i cittadini israeliani. E dimostrerà, una volta di più, che i morti innocenti non sono tutti uguali.

Immagine: https://africafactszone.com/

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