Il boomerang del caos contro Washington

 

Il boomerang del caos contro Washington

Quello che avviene in Medio Oriente in questi giorni possiamo considerarlo il sinistro presagio del disfacimento dell’Impero USA che sta rimanendo invischiato nelle sue stesse contraddizioni dovute alla politica del caos seguita fino ad oggi dalle amministrazioni di Washington.

Non era mai accaduto che due paesi della NATO di trovassero in una guerra contrapposta su uno stesso teatro e questo oggi si sta verificando sotto gli occhi di tutti: gli USA si sono impantanati nelle sabbie mobili della Siria e da un momento all’altro rischiano di entrare in conflitto con il loro principale alleato del fronte sud, la Turchia.

La mossa di Trump, dettata dal suo genero Jared Kushner (consigliere di prima classe del presidente), ha portato gli USA a dover sfidare le potenze regionali non soltanto l’Iran ma anche la Turchia che, se pure ancora formalmente alleata degli Stati Uniti e della NATO, ha i suoi propri interessi geopolitici e intende svolgere un ruolo sempre più autonomo nella regione che si dimostra incompatibile con il doppio gioco di Washington nel sostenere le aspirazioni della minoranza curda a crearsi una entità autonoma nel nord della Siria.

Il disastro strategico delle guerre lanciate da George w. Bush prima e da Obama poi, ha creato un caos regionale ((Iraq, Afganistán, Pakistán, Libia, Siria ) che si è poi esteso allo Yemen mentre l’Amministrazione Trump ha gettato altra benzina sul fuoco con la dichiarazione su Gerusalemme, quale capitale di Israele e con l’intenzione di disconoscere l’accordo sul nucleare che riguarda l’Iran.

I circa trenta anni di interventi militari degli USA a gamba tesa in Medio Oriente hanno distrutto le società arabe laiche e tolleranti, hanno favorito la rinascita delle fazioni islamiche più fanatiche, dal wahabismo alla fratellanza Mussulmana ed hanno creato uno scenario di guerre continue e senza controllo, di morte e di distruzione, di sviluppo del fanatismo religioso e di crescita esponenziale del terrorismo.

Non basta questo scenario ma le tensioni ed il caos si sono estese negli ultimi anni anche altre parti del mondo: nell’est Europa con il conflitto in Ucraina che rischia di esplodere da un momento all’altro per la imprudente politica di Washington che, dopo aver sobillato e provocato il colpo di Stato a Kiev, adesso pretende di riarmare fino ai denti l’Ucraina ed utilizzarla come un ariete per attaccare la Russia.

In Asia, nel mar della Cina dove gli USA si intromettono per impedire al colosso asiatico di esercitare la sua influenza su un’aria strategica che corrisponde al Mar meridionale della Cina, che Pechino considera un’area vitale per il transito dei suoi traffici e per la sua sicurezza. Anche in questo caso gli USA rischiano uno scontro con la Cina che non accetta le limitazioni alla sua sovranità.

Gli Stati Uniti stanno scatenando una guerra su più fronti per cercare di mantenere la propria egemonia nel mondo; cosa che crea enormi difficoltà finanziarie e politiche.

L’aumento spropositato degli investimenti militari minaccia la stabilità dell’economia americana.

Lo Stato profondo (“Deep State”) che domina negli ambienti di Washington e ne determina le scelte ha deciso che è preferibile il caos e la guerra piuttosto che accettare la perdita dell’egemonia globale degli USA. Questo spiega l’aggressività senza limiti e l’ossessione per il dominio che ha spinto gli USA a seminare il caos e le guerre nel mondo.  Sono gli USA, con la loro possente macchina da guerra e la loro imprevedibile politica, la principale fonte dei problemi nel mondo.

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