Il Boss è fuori gioco e nuovi scenari mondiali si affacciano all’orizzonte

 

Il Boss è fuori gioco e nuovi scenari mondiali si affacciano all’orizzonte

Con lo spettacolo offerto il 6 di gennaio al Campidoglio di Washington e gli eventi successivi, inclusa la tardiva presa di distanza dello stesso Trump dai suoi sostenitori (teppisti ed infiltrati), la scena della grande superpotenza è sostanzialmente cambiata… Il presidente Trump è stato decisamente, anche se non lealmente, battuto. Le speranze di milioni di elettori americani sono state schiacciate e deluse.

I vincitori del Deep State hanno usato uno stratagemma: hanno sacrificato la sacralità del Campidoglio, hanno permesso agli intrusi di entrare, hanno consentito loro di farsi dei selfie nell’ufficio del portavoce del Congresso, poi hanno simulato orrore e indignazione. I tentativi di chiedere trasparenza elettorale sono stati polverizzati in tempo reale, l’ascesa alla Casa Bianca di Biden assicurata.

Una trappola perfetta in cui Trump è caduto “con tutte le scarpe”, come si dice a Roma.

Nonostante Trump abbia poi rinnegato le persone che lui stesso ha chiamato a protestare, i suoi stessi alleati politici più stretti hanno ritirato il loro sostegno. Nel giro di poche ore, questo onnipotente boss mondiale, ammirato e temuto da milioni di persone, è diventato un soggetto inaffidabile e screditato.

Persino i grandi social hanno cancellato le sue pagine, Twitter e Facebook hanno dimostrato di quali poteri sono al servizio. La vita politica del boss sembra essere finita, anche se i suoi sostenitori ancora lo acclamano.

Anche in Italia i suoi ammiratori, a partire da Salvini e Meloni, hanno preso le distanze, ma dichiarandosi comunque sostenitori del Partito Repubblicano, pur di marcare il loro servilismo di vecchia data.

Cosa ti potevi aspettare: mai una critica per le operazioni di aggressione fatte dall’America, mai un dito alzato per i crimini commessi dagli USA ma, al contrario, sempre appoggio alla “grande democrazia”.

La destra “sovranista” era appena salita sulla campagna condotta da Washington per accusare la Cina di essere una minaccia per il mondo, tanto che si erano eretti anche loro a difensori dell’americanismo e del sistema liberista. Adesso si trovano orfani del loro boss, destinato a finire nell’impotenza politica. Un vero trauma per tutta la destra filo atlantista e finto sovranista.

La vicenda di Washington ha dimostrato l’onnipotenza del “Deep State”, con l’ascesa di Biden, si ritroverà nuovamente al vertice, ma lo scenario degli Stati Uniti d’America, è nettamente cambiato. Il caos che l’America ha portato in tanti paesi, adesso è arrivato di prepotenza nella casa stessa dei suoi creatori.

L’élite del Deep State si troveranno un paese con due fronti antagonisti inconciliabili, da una parte l’America ricca della borghesia cosmopolita e finanziaria, ma dall’altra l’America profonda, rabbiosa e vendicativa, per aver perso reddito, peso sociale e libertà di azione per effetto delle politiche globaliste.

Nel frattempo si avvera la previsione fatta nel 2018 dagli analisti del World Economic Forum: “Se vogliamo sopravvivere alla transizione geopolitica globale, dobbiamo prima accettare che l’era dell’egemonia americana è finita…”.

Il cambiamento degli equilibri internazionali era alle porte ma gli ultimi avvenimenti lo hanno accelerato.  Il mondo si sta spostando verso un nuovo ordine multipolare, con al centro la Cina, gli USA e la Russia. La Cina sta rapidamente acquisendo la supremazia economica con la crescita del suo PIL e in particolare con la supremazia tecnologica, testimoniata dal numero record di brevetti registrati.

Impossibile per l’America in crisi correre dietro al gigante cinese. Gli Stati Uniti sono ancora la prima superpotenza militare ma sono ormai screditati in molta parte del mondo e molti dei paesi che  erano nell’orbita  occidentale  entrano nella sfera d’influenza cinese.

Tutto si muove verso un grande cambiamento mentre l’elite finanziaria si gioca la sua ultima carta con il “Great Reset”, quello causato dalla pandemia, che potrebbe riportare una parte del mondo sotto un regime totalitario dominato dalle corporations farmaceutiche e finanziarie, scardinando la sovranità degli Stati.

In definitiva ci si avvia fatalmente verso un periodo di caos del sistema mondiale che preannuncia un potenziale grande conflitto geopolitico fra chi vuole imporre un nuovo ordine e chi si oppone ad esso.

Come recita un vecchio detto, i cambiamenti generano opportunità ed è vincente chi si dimostra in grado di coglierle.

Torna in alto