Il conflitto tra USA e Cina è solo questione di tempo

Il conflitto tra USA e Cina è solo questione di tempo

Dopo l’inizio della guerra per procura tra Russia e NATO in Ucraina, gli osservatori e gli esperti di geopolitica hanno iniziato a fare pronostici sul quando potrà avvenire lo scontro fra la vecchia potenza egemone e il dragone cinese, poiché Washington è decisa a non permettere alla Cina di subentrare con la sua influenza in molte parti del mondo. Bloccare e contenere l’espansione della Cina è da tempo il mantra dei neocon USA.

In realtà questa azione ostile degli Stati Uniti non sembra destinata ad ottenere grandi risultati, visti i molteplici legami che Pechino è riuscita a stringere con un grande numero di paesi del sud del mondo.

Ma chi ha interesse a questa guerra?

Resta inteso che uno scontro è inevitabile a causa della crescita oggettiva delle ambizioni della Cina e delle contraddizioni USA-Cina, mentre la questione di Taiwan è nominata come la ragione principale dello scontro diretto. Pechino, dicono, vuole davvero riportare l’isola sotto il suo controllo, e gli Stati Uniti in nessun caso possono permetterlo, visto che perderebbero di prestigio. Quindi l’argomento riguarda solo i tempi di quando esploderà il conflitto, non se questo avverrà?

L’esercito americano sta facendo la sua parte per intensificare la tensione, anche quando parla di evitare uno scontro militare. Questo avviene in quanto il loro stesso approccio alla Cina si basa inizialmente sul contenimento e l’accerchiamento del gigante cinese. Così da questo punto di vista, qualsiasi azione cinese sarà vista come un’espansione o una minaccia.

La Cina raddrizza davvero le spalle e avanza conquistando influenza non solo in Asia ma anche in Africa e in America Latina, oltre che nel Mar Cinese Meridionale e nella situazione intorno a Taiwan. Tuttavia questa è una naturale conseguenza di una situazione in cui una potenza storicamente possente, già erede di un impero secolare, dopo aver attraversato un periodo di debolezza, riacquista forza e fiducia in sé stessa.

Nei cicli passati, la Cina si era accontentata di una graduale espansione lungo i suoi confini terrestri, espandendo gradualmente il suo nucleo a ovest e a sud. Ma ora, dopo aver riacquistato le forze dopo un secolo di disordini, la Cina si è trovata strettamente circondata e i suoi confini marittimi sono apparsi pieni di basi militari e alleati americani. Sembra normale che una grande potenza come la Cina voglia avere il suo spazio vitale libero, mentre gli Stati Uniti d’America non sono disposti a ritirarsi dallo spazio cinese.

Da qui la costante escalation di quella che Washington considera la “minaccia cinese”, inoltre la Cina in realtà “minaccia” non la sicurezza mondiale ma l’egemonismo americano.

La stessa campagna di demonizzazione utilizzata per la Federazione Russa: “guardate la Russia come si comporta in Ucraina? Quindi raggiungerà Varsavia e Berlino! E nessuno si chiede cosa stia facendo la NATO nei territori della Russia occidentale che sono diventati accidentalmente indipendenti trent’anni fa. Trascurabile per l’occidente il particolare dell’espansione della Nato (il braccio militare USA) verso est negli ultimi trent’anni, in violazione di tutti gli accordi.

Il confronto tra l’Ucraina e Taiwan è diventato un luogo comune lo scorso anno. E sono stati proprio gli States a promuovere la tesi secondo cui “i russi non dovrebbero vincere in Ucraina, anche perché questo spingerà la Cina a impadronirsi di Taiwan”. I più ossessionati hanno persino sostenuto che la Cina potrebbe rivedere i suoi piani di conquista e prevedere un attacco a Taiwan già nel 2024-25.

Le provocazioni USA contro la Cina sono sempre più forti ma Pechino risponde colpo su colpo e non si lascia intimorire.

La visita di Nancy Pelosi a Taiwan l’anno scorso era stata calcolata proprio per umiliare Pechino: l’esito non è stato quello che a Washington si aspettavano. Gli strateghi USA sono consapevoli che non possono neppure pensare di prendere Taiwan. Tuttavia la strategia del Dipartimento di Stato è continuare a suscitare timori intorno alla minaccia di “aggressione cinese”.

In realtà quello che disturba Washington non è tanto l’espansione economica della Cina ma il fatto che Pechino non intende giocare per sempre secondo le regole anglosassoni, piuttosto punta  (come la Russia e la maggior parte del mondo non occidentale) a costruire un nuovo ordine mondiale post-occidentale.

Il mondo sta vivendo uno spostamento dei poli nella distribuzione del potere globale: l’Occidente si trova in fase di caduta, qualcos’altro sta arrivando. Allo stato attuale, potenze come Russia, Cina e India stanno giocando un ruolo chiave in questo processo, mentre si profila una caduta del potere USA a tutti i livelli.

Il blocco costituito da Cina e Russia minaccia il potere egemonico USA.

Tuttavia la Storia procede decisamente in avanti. L’epoca dell’Impero americano sta ormai arrivando al suo capolinea.

Immagine: https://tech.everyeye.it/

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