Il nuovo riallineamento internazionale non favorisce i vecchi egemoni di Washington e Londra

Il nuovo riallineamento internazionale non favorisce i vecchi egemoni di Washington e Londra

La fase che il mondo sta oggi attraversando senza dubbio si può anche definire una fase di post-globalizzazione ove le grandi potenze si stanno riposizionando, non solo nella loro sfera di influenza ma anche sulla scena internazionale.

Dopo il vertice BRICS, che si è tenuto in Sud Africa dal 22 al 24 agosto, e l’interesse globale per l’adesione di 6 nuovi membri e le prospettive di una sua espansione e crescente importanza sulla scena internazionale, due notevoli vertici si sono svolti in Asia, in cui sono state esaminate le questioni più importanti che sono all’attenzione dei governi.

Facendo seguito al vertice BRICS, i paesi dell’ASEAN hanno tenuto la loro quarantatreesima conferenza a Giakarta, in Indonesia (7-9 settembre), alla presenza del vicepresidente americano e del primo ministro cinese, e il vertice del G20 si è appena tenuto in India a settembre, 9-10. Da rilevare che i presidenti cinese e russo (Xi Jinping e Putin) non hanno partecipato a questo vertice ma, il fatto che questi vertici si siano svolti tutti in Asia è un indicatore della crescente importanza dell’Asia nella competizione in corso tra le maggiori potenze globali.

E’ stato notevole il discorso tenuto a Giacarta dal presidente indonesiano Joko Widodo, che quest’anno presiede il gruppo dei dieci dell’ASEAN, quando ha denunciato il pericolo di “una competizione distruttiva” tra le grandi potenze in riferimento alla tensione tra Cina e Stati Uniti, che mette in pericolo l’intera Asia, ed ha aggiunto nel suo discorso di apertura: “Abbiamo tutti la responsabilità di “non creare nuovi conflitti, nuove tensioni e nuove guerre. Il mondo sarà distrutto se i conflitti e le tensioni verranno trasferiti da un luogo all’altro, e la cooperazione e il multilateralismo saranno in pericolo. Non lasciamo che il dominio dei forti prenda il loro posto.” Parole sagge a cui si contrappone il discorso del rappresentante degli Stati Uniti il quale ha dichiarato: “Gli Stati Uniti condividono con l’ASEAN l’interesse a proteggere l’ordine internazionale basato su regole di fronte alle rivendicazioni marittime illegali e alle azioni provocatorie della Cina”.

I funzionari statunitensi insistono sull’uso dell’espressione “ordine internazionale basato su regole” per riferirsi al sistema stabilito dagli Stati Uniti e dai loro alleati attraverso la forza di guerre, sanzioni, blocchi, predominio finanziario e infinite controversie occidentali con tutti i paesi del mondo.

Di fatto quel tipo di “ordine internazionale” volge verso la sua fine, in quanto rifiutato dalla maggior parte dei paesi del mondo che non sono più propensi ad uniformarsi alle regole dettate dagli Stati Uniti e dall’occidente. –

Lo stesso G20 è stato svuotato della sua importanza dal momento del rilancio del gruppo dei BRICS (Brasile, Russia, India, Cina, Sud Africa) a cui si sono uniti altri sei importanti paesi (Arabia Saudita, Egitto, Emirati Arabi, Iran, Etiopia, Argentina). Non è un caso che la Cina si sia assentata al vertice del G20, in particolare l’assenza del presidente cinese Xi Jinping dal vertice del G20, indica chiaramente che la Cina si sta allontanando da questo incontro o si sta rifiutando di concedergli le risorse necessarie. Piuttosto Pechino conserva il suo slancio in favore di altri blocchi in cui la Cina svolge un ruolo vitale.

Lo slogan del vertice G20, “Una famiglia, un futuro”, non è realistico ma suona falso alla luce delle continue divisioni, competizioni, tensioni, guerre e sanzioni lanciate dagli Stati Uniti e dai paesi occidentali contro tutti i popoli e i paesi del mondo, come la Cina, la Russia e i paesi arabi, contro l’Iran, il Venezuela, Cuba e vari paesi africani.

Non c’è dubbio che la Cina intendesse, in assenza del suo presidente dal vertice, togliere l’importanza che il vertice del G20 aveva nei vertici precedenti, e questo conferma anche la determinazione della Cina a creare il proprio sistema globale con i paesi in via di sviluppo in varie organizzazioni dai “BRICS” all’”ASEAN” e “Shanghai Cooperation” e altri. Questo contribuirà a seppellire per sempre il sistema globale basato sulla preminenza degli USA e le continue guerre e tensioni, guidate da Washington e dai suoi alleati.

Il sistema globale di stampo occidentale sarà inevitabilmente sostituito da un sistema di blocchi in competizione fra loro.

Tutti i fattori economici e politici indicano che il futuro apparterrà ai blocchi influenti e che la vera competizione oggi è assicurarsi una posizione importante al centro di questi blocchi e influenzare i loro percorsi e risultati. Tutti nel mondo di oggi hanno capito che nessun singolo paese, non importa quanto potente o “eccezionale” sia, può cambiare il corso della storia, e che il forte è quello che avrà più alleanze, cooperazione più profonda e reale condivisione di visioni e obiettivi con il maggior numero di paesi.

La politica di neocolonialismo e sfruttamento è ormai messa all’indice e rifiutata da tutti, così come il modello occidentale, consumistico, materialistico e liberal propugnato dalle centrali occidentali con le loro perversioni e capovolgimento dei valori morali seguiti in tutto il mondo.

Questo cambiamento è fondamentale e non potrà essere arrestato da Washington, da Londra, da Bruxelles e i paesi occidentali devono farsene una ragione.

Immagine: https://www.ispionline.it/

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