Il punto sull’esercito europeo

 

Il punto sull’esercito europeo

Si stanno compiendo in questi ultimi tempi i primi passi della formazione del futuro Esercito Europeo, complice la Brexit con l’uscita di scena della Gran Bretagna storica nemica dell’idea.

Sono ormai innumerevoli i progetti di partnership fra le varie aziende nel campo della difesa sul suolo europeo. Uno dei massimi risultati di queste partnership è stato sicuramente il caccia multiruolo Tornado. Il 13 novembre 2017 l’Unione europea, pressata dalle tendenze isolazionistiche di Trump, dalla Brexit e da Macron, si è ufficialmente dotata di una Struttura permanente di difesa (PeSCo, Permanent Structured Cooperation). Tramite questo accordo, successivamente rinvigorito il 7 dicembre con l’ingresso di Irlanda e Portogallo, che non avevano aderito alla prima ratifica, viene segnato un passo significativo verso la creazione di una forza di difesa comune istituendo anche il Fondo Europeo per la Difesa.

Nel 2018 si è arrivati a raggiungere un nuovo importante traguardo. La sonnacchiosa Agenzia Europea per la Difesa è riuscita a battere un colpo assegnando a Leonardo-Finmeccanica il primo e più importante bando di gara per il settore della difesa europea. Il team OCEAN2020 guidato da Leonardo è riuscito a vincere la gara d’appalto garantendo lo sviluppo di un programma di ricerca e sviluppo per la sicurezza marina proponendo soluzioni innovative ed all’avanguardia che mostrano le capacità del gruppo italiano. Secondo difesaonline.it OCEAN2020 si propone come un innovativo programma di coordinamento di velivoli senza pilota di diverso tipo (ala fissa, ala rotante, superficie e subacquee) con il centro di comando e controllo delle unità navali, prevedendo lo scambio dati via satellite con centri di comando e controllo a terra. Nell’ambito del progetto sarà anche dimostrato l’impiego congiunto e cooperativo di piattaforme con e senza pilota. Tali capacità innovative saranno impiegate per missioni di sorveglianza e interdizione marittima. OCEAN2020 prevede, infatti, oltre a complesse simulazioni, due dimostrazioni reali di operazioni di sorveglianza e interdizione marittima condotte da flotte europee con impiego di sistemi aerei, di superficie e subacquei. La prima dimostrazione, pianificata nel 2019 nel Mediterraneo, sarà coordinata dalla Marina Militare Italiana, e vedrà gli elicotteri senza pilota di Leonardo, Hero e Solo, operare da unità navali italiane e cooperare con i sistemi di altri partner europei. La seconda dimostrazione, pianificata nel 2020 nel Baltico, sarà coordinata dalla Marina Militare svedese.

Su un altro versante nel 2017, Germania, Repubblica Ceca e Romania, hanno annunciato l’integrazione delle loro forze armate. L’intero esercito della Romania non si unirà alla Bundeswehr, né le forze armate ceche diventeranno una semplice divisione tedesca. Ma nei prossimi mesi, ciascun paese integrerà una brigata nelle forze armate tedesche: l’81esima Brigata meccanizzata della Romania si unirà alla Divisione delle forze di risposta rapida della Bundeswehr, mentre la 4a Brigata di dispiegamento rapido della Repubblica Ceca, che ha servito in Afghanistan e in Kosovo ed è considerata la punta di lancia dell’esercito ceco, diventerà parte della Decima divisione blindata tedesca. Così facendo, seguiranno le orme di due brigate olandesi, una delle quali è già entrata a far parte della Divisione delle forze di risposta rapida, mentre l’altra è stata integrata nella Prima divisione blindata della Bundeswehr e gettando le basi di una rete di “mini-eserciti” pronti per la Germania da mettere sul piatto della difesa europea.

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