Il vero potere e la finzione della “democrazia”

Di Luciano Lago

Come dice un vecchio detto cinese; “stiamo vivendo tempi interessanti”, questo perché ci troviamo oggi in una fase storica che segna una svolta rispetto alla Storia degli ultimi 500 anni. In questo lungo periodo l’occidente ha mantenuto la supremazia indiscutibile sul resto del mondo per cui le potenze occidentali hanno dominato e controllato il commercio globale, la finanza internazionale, grazie al progresso industriale ed alla tecnologia di cui disponevano. Sappiamo che questa supremazia già esisteva, come noto dalla storia, fin dall’epoca dell’impero della Repubblica di Venezia, dal periodo del Ducato di Milano in Italia, in seguito con l’impero della Spagna e con la sua conquista dell’America e successivamente con l’Impero Britannico per i seguenti 300 anni circa. 

Quando è venuta l’epoca degli Stati Uniti, questi si agevolarono della loro ricchezza e della loro posizione geografica per conquistare la supremazia nelle Americhe (dopo lo sterminio dei nativi) e poi per conquistare l’Europa e sottometterla nel corso delle due guerre mondiali ed estendere il loro dominio in buona parte dell’Asia, del Pacifico e del Medio Oriente.

Questa supremazia oggi sta arrivando alla fine, come è facile vedere dagli avvenimenti in corso, in particolare dalla guerra in Ucraina, condotta dagli Stati Uniti contro la Russia, come da quella in Medio Oriente di Israele e gli USA contro palestinesi, libanesi, siriani, iracheni e yemeniti.

Nello stesso modo vediamo un conflitto latente tra gli Stati Uniti e la Cina in Asia e l’India in contrasto con il Pakistan. Sono tutte linee di tensione che dimostrano il crollo graduale di un sistema di governo che durava da molto tempo, quello delle cosiddette democrazie occidentali che si dichiarano in contrapposizione con le autocrazie come la Cina, la Russia, l’Iran e altre nazioni  che non accettano più le regole stabilite dagli Stati Uniti.

I teorici della supremazia occidentale, gli anglosassoni, affermano che si tratta di uno scontro di civiltà che avviene tra le democrazie e le autocrazie, le cui differenze consisterebbero nel modo in cui vengono trattati i cittadini: solo teoricamente liberi nel primo caso e sudditi nel secondo.

Questo concetto è stato enunciato da George Soros nel Foro Economico mondiale di Davos, in Svizzera, nel 2021. Questa interpretazione pone l’accento sulla contrapposizione tra due sistemi di governo, piuttosto che sul conflitto geopolitico tra gli USA e la Russia o gli USA e la Cina. In realtà George Soros e Stoltz Volker vogliono far sembrare che i sistemi occidentali siano i “buoni” mentre i sistemi delle nazioni ostili al dominio USA, siano i “tiranni”.

In realtà questa descrizione teorica non esiste in quanto nella realtà il mondo è stato dominato per secoli da oligarchie occulte cresciute con il potere bancario internazionale e con le corporazioni multinazionali che appoggiano questo potere. L’occidente è tutto assoggettato a questo potere oligarchico.

Dietro la facciata della democrazia si nascondono le oligarchie di potere che influiscono sul potere politico, sui media e dettano le decisioni essenziali ai governi, alle istituzioni sovranazionali ed ai grandi organismi finanziari.

Il voto dei cittadini non conta più nulla.

Questo spiega perché tutto quello che i cittadini non vorrebbero vedere – disuguaglianze, crisi economiche, arricchimenti illeciti, riduzione spese sociali, enormi spese per armamenti, immigrazione incontrollata, speculazione finanziaria – si verifica nonostante le presunte belle dichiarazioni dei politici. Quello che conta viene deciso alle spalle dei popoli e con la ben pagata complicità degli organismi di governo. La miseria che esiste nelle società occidentali, con l’aumento dei senza tetto e dei cittadini sotto la soglia di povertà, potrebbe facilmente risolversi impiegando una minima parte delle spese destinate agli armamenti. 

In realtà la democrazia è solo una finzione per mascherare il vero potere di una oligarchia occulta che utilizza il ricatto (finanziario) per obbligare i cittadini ed i governi (spesso complici) all’obbedienza. Oggi questa forza non è più sufficiente per contrastare quelle nazioni e quei poteri che vi si oppongono.

Questo è quanto accade con la Russia in Ucraina, dove la Russia sta vincendo sul campo e si dimostra come un contropotere molto solido, al contrario di quanto avvenuto in passato con l’Iraq, la ex Jugoslavia, la Libia, l’Afghanistan o altri paesi deboli. Lo stesso problema avviene con la Cina che sfida la supremazia americana e anglosassone e dispone di un contropotere militare, industriale e tecnologico impossibile da fronteggiare per l’occidente. Inoltre queste due superpotenze si sono associate tra di loro e rendono ancora più difficile per l’occidente a guida USA rovesciare i loro regimi e neutralizzare il loro potere. Queste nazioni sono protagoniste nella creazione di un nuovo blocco, i BRICS, che competono e contrastano con gli interessi del blocco occidentale e detengono oltre la metà delle risorse energetiche, industriali e buona parte di quelle tecnologiche del mondo. In più queste nazioni hanno una crescita veloce del potere di acquisto di larghe fasce della loro popolazione.  Il blocco dei paesi emergenti in poco tempo sarà in grado di contrastare l’egemonia delle nazioni al servizio delle oligarchie finanziarie mondiali e mettere fine al potere di ricatto degli Stati Uniti.

Questo significa che il percorso verso un mondo multipolare è ormai già avviato e si trova ad un buon punto, che questo piaccia o no ai vecchi detentori del potere oligarchico. La Storia sta facendo il suo corso e non sarà più possibile fermarlo.

 
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