Iniziata la strategia di accerchiamento della Russia che si manifesta su più fronti
Come alcuni analisti hanno notato, da un certo tempo si è intensificato il numero delle provocazioni che gli USA e la NATO svolgono contro la Russia, nelle vicinanze dei suoi confini.
Stiamo assistendo al processo di accerchiamento pianificato dai neocon che lavorano nell’Amministrazione Trump ma che sono anche collegati con il “Deep State” e l’apparato Militare industriale USA.
In cosa consiste questa strategia?
1) Pressione ai confini della Federazione russa con prove di attacco nucleare, facendo leva sugli stati vassalli di Washington come l’Ucraina e la Georgia dove gli USA hanno stabilito basi, armamenti strategici e comandi militari. Ne sono un esempio i sorvoli dei super bombardieri B-52 Stratofortress sull’Ucraina, sul Baltico e sul Mar Nero, voli che hanno il duplice scopo di testare le difese aeree russe e lanciare un messaggio di intimidazione a Mosca.
2) La cintura sanitaria creata alle frontiere con la Russia, che potrebbe trasformarsi in una cintura di fuoco. Questa cintura include la mobilitazione di forze USA e NATO su Polonia e paesi Baltici in vista di possibili azioni aggressive contro la Russia o la Crimea e l’Est Ucraina (Donbass)..
3) La guerra del Caucaso tra Armenia e Azerbaijan, che si sta sviluppando in forma sempre più cruenta in questi giorni, ha molta attinenza con la situazione di assedio alla Russia da parte delle forze USA/NATO. La ratio di questa guerra è in motivazioni del tutto diverse da quelle che appaiono dalla versione ufficiale di entrambe le parti. Questo potrebbe essere un nuovo focolaio del confronto militare di natura occulta e che si relaziona con la situazione geopolitica generale. Il Caucaso è un cortile della Russia.
Occorre segnalare che, indipendentemente dalle circostanze, questa situazione risponde agli interessi geopolitici degli USA. In primo luogo, dati i rapporti di vicinanza politica e militare tra Azerbaijan e Turchia e fra Russia e Turchia, Washington ha l’opportunità di aprire una breccia nelle relazioni fra Mosca ed Ankara.
La Nato è cosciente che si sta formando una grande coalizione anti occidentale su scala globale, fra Russia-Iran-Turchia-Cina e per questo motivo considera prioritariamente l’opportunità di far rompere l’intesa fra Russia e Turchia.
La NATO è consapevole che una guerra nel Caucaso obbligherà la Russia a reagire ed è poco probabile che questa reazione piacerà alla Turchia e tale fattore spingerà Erdogan a rompere l’alleanza con Mosca (e con Teheran).
Inoltre una colonizzazione pro occidentale dell’Azerbaijan permetterà di prendere alle spalle anche l’Iran e questo rappresenta un vantaggio nella possibilità di un conflitto con l’Iran.
Pertanto in questa situazione molto dipenderà dalla posizione di Ankara , fino dove arriverà la Turchia nel suo appoggio all’Arzebaijan, se questa entrerà in conflitto indirettamente con la Russia o se arriverà ad un accordo. Al momento Ankara sta fomentando il conflitto ed ha iniziato da tempo a trasferire nell’Azerbaijan mercenari jihadisti provenienti dalla Siria.
Questo conflitto lascia l’impressione che il grande gioco dell’assalto alla Russia da parte della NATO stia per iniziare.
La Russia ha inviato già l’aviazione nella sua base in Armenia e sono stati avvistati Mig-29 russi nei cieli della capitale armena, pertanto Mosca mantiene i suoi impegni con l’alleato, l’Armenia. Gli aerei russi sono assegnati a una base militare attrezzata con missili antiaerei S-300, con una guarnizione russa di 4000 persone e può contare su caccia Mig-29 ed elicotteri MI-24P e Mi-8MT.
La Russia non potrà restare passiva se ai suoi confini si crea una presenza di islamisti radicali salafiti. Questo è certo. Mosca dovrà intervenire prima che sia troppo tardi.
Altro fattore: ci sono indiscrezioni secondo cui che la cellula operativa che dirige i consiglieri turchi in Azerbaigian e le forze azerbaigiane che combattono ai confini della regione del Nagorno-Karabakh – con l’aiuto di circa 4000 mercenari di Daesh – è formata da ufficiali israeliani e americani.
L’obiettivo tattico di queste operazioni è cercare di trascinare i russi e gli iraniani in questo conflitto regionale.
Obiettivo Strategico: stringere la Russia e l’Iran in una morsa a tenaglia.
Perchè succede questo e perchè adesso?
L’iniziativa contro la Russia trova la sua spiegazione nel fatto che i falchi statunitensi, occupano un posto chiave nell’apparato militare degli USA, incluso il Pentagono, e spingono per azioni più decise contro la Russia. Il segretario della difesa Mark Esper ha una relazione difficile con Trump e considera la Russia il principale nemico degli USA. Questi “falchi” del Pentagono vogliono suscitare una partecipazione diretta degli USA nei teatri dove affrontare la Russia e hanno un piano B per esercitare una maggiore pressione sulla Russia che deve essere attuata dai paesi satelliti degli USA ubicati lungo le frontiere russe, dove l’Occidente sta costruendo un cordone sanitario.