L’irruzione della Cina sullo scenario del Medio Oriente sta cambiando gli equilibri strategici
Come era facile prevedere, l’accordo sottoscritto fra la Cina e l’Iran nel marzo di quest’anno, che prevede la cooperazione strategica per 25 anni tra l’Iran ricco di petrolio e la Cina, sta cambiando le regole del gioco non solo in Medio Oriente, ma anche in Asia.
Considerando che tale accordo implicherà investimenti cinesi su larga scala (400 miliardi di dollari) nelle infrastrutture e nei settori industriale e petrolchimico dell’Iran, questo rappresenterà un grosso polmone economico e finanziario per il paese persiano. Questa cooperazione di Teheran con Pechino segna una svolta nella lunga campagna di pressione a cui il paese è stato sottoposto da parte degli USA e dei paesi occidentali con le sanzioni.
Previsto nell’accordo anche il rafforzamento della cooperazione militare, già esistente, oltre alle capacità di intelligence e di prevenzione del terrorismo e collegherà strettamente l’Iran alla Belt and Road Initiative cinese.
Entrambi i paesi hanno un nemico comune, gli Stati Uniti, che creano provocazioni nell’area di interesse asiatica, nel Golfo Persico e nel Mar Cinese meridionale. In più l’Iran deve affrontare la minaccia continua di Israele che cerca di sabotare tutti i piani di sviluppo dell’Iran con cyber attacchi agli impianti nucleari, attacchi alle petroliere iraniane, eliminazioni mirate di scienziati e tecnici iraniani, spionaggio e tentativi di infiltrazione interna di terroristi.
La Cina ha già iniziato a fornire all’Iran un supporto di intelligence per difendersi da questi attacchi, disponendo di radar e apparecchiature elettroniche che sono all’avanguardia.
Questa cooperazione avvantaggerà notevolmente le capacità di difesa iraniana e già si parla della fornitura di caccia intercettori multiruolo J-20 di fabbricazione cinese di ultima generazione; oltre a molte altre apparecchiature militari di cui la Cina dispone e che possono migliorare la capacità di difesa dell’Iran.
Indirettamente la cooperazione Iran-Cina andrà ad avvantaggiare anche l’asse della resistenza formato da Siria-Hezbollah e milizie sciite in Iraq, che combattono contro le forze occupanti statunitensi.
Una più ampia cooperazione tra Cina e Iran, soprattutto nel contesto dei loro stretti legami con la Russia e le relazioni ostili di questo “trio” con gli Stati Uniti, ha un grande potenziale per modificare il panorama strategico regionale e segna il fallimento della strategia statunitense di isolare l’Iran. Questo non solo non è avvenuto ma ha reso più forte l’antagonismo dell’Iran ed attualmente l’amministrazione USA è costretta a trattare per riprendere l’accordo nucleare da cui erano usciti unilateralmente.
Alla luce degli ultimi avvenimenti, l’Iran è in una posizione di forza e non ha voglia di capitolare alle condizioni di Washington: riduzione dell’arsenale missilistico e del supporto alle forze della resistenza.
Con il sostegno della Cina e della Russia, l’Iran è in grado di sottrarsi ai ricatti delle potenze occidentali.
La Siria è l’altro paese indirettamente interessato al rafforzamento iraniano, visto che l’Iran fornisce un aiuto importante nella lotta contro i gruppi terroristi e contro le aggressioni continue di Israele. L’Iran potrà fornire in Siria tecnologia avanzata cinese per contrastare gli attacchi aerei e le azioni di sabotaggio di Israele.
Con la nuova situazione determinatasi in Asia occidentale, gli Stati Uniti e i loro alleati potrebbero perdere gran parte della loro influenza.
Con le truppe americane considerate forze occupanti in Iraq e in Siria, sottoposte ad attacchi continui dalle forze della resistenza, e con il nuovo possente asse Iran-Cina-Russia che si è stabilito nell’area, Washington deve dire addio ai suoi progetti di egemonizzare il Medio Oriente e prendere atto che non c’è più spazio per le pretese egemoniche della potenza americana.