L’Occidente smascherato nella sua ipocrisia con l’ultima fase della guerra in Siria


 

L’Occidente smascherato nella sua ipocrisia con l’ultima fase della guerra in Siria

L’attacco delle forze turche in Siria rappresenta l’ultimo atto della lunga guerra nel martoriato paese arabo e, fra gli altri effetti, ha avuto quello di smascherare l’ipocrisia dell’Occidente, la doppiezza dei turchi e il gioco sporco degli statunitensi.

Il rovesciamento dei fronti con l’Esercito siriano e la Russia che prendono in carico la protezione dei curdi a precise condizioni, fa tornare in campo l’Esercito siriano di Assad come protagonista della guerra in Siria.

Soltanto adesso i media occidentali iniziano “ad accorgersi” che in Siria non esistono soltanto i curdi delle SDF, i militari USA (occupanti) e le forze turche di Erdogan, ma esiste anche un Esercito Siriano, fatto da coscritti, che da 8 anni combatte ed ha sconfitto i gruppi terroristi (ISIS-Al Nusra e vari). Si tratta dello stesso Esercito Arabo Siriano che oggi costituisce il baluardo a difesa dell’integrità della Siria dalle molteplici forze straniere che da anni stanno cercando di distruggere quel paese, sotto la direzione degli USA, di Israele e dell’Arabia Saudita.

La bozza di accordo trapelata fra Russia e l’Autorità militare siriana, prevede lo schieramento dell’esercito siriano lungo tutti i confini con la Turchia e il ritorno di tutte le fonti di energia (gas e petrolio) al governo di Damasco.  Queste fonti di energia, che erano state sequestrate dai curdi e dalle forze USA, sono vitali per il governo della Siria che sta subendo le dure sanzioni imposte dagli Stati Uniti e dall’Europa. 

L’intesa iniziale tra i curdi e Damasco (avvenuta grazie alla Russia) prevede la fine dell’amministrazione autonoma del NES (l’enclave curda), l’integrazione dei curdi siriani nell’esercito di Damasco e il proseguimento della caccia all’ISIS fino alla sua distruzione.

I curdi si sono illusi di avere la protezione degli USA ed oggi sono costretti a trattare con Damasco nel momento in cui sono sotto attacco.

Le posizioni all’interno del mondo arabo stanno cambiando e molti paesi della regione si riavvicinano alla Siria ed è stata fatta richiesta alla Lega Araba di riammettere il paese che ne era stato espulso, dietro pressione dell’Arabia Saudita e dei paesi del Golfo, alleati dell’Occidente. La Siria è oggi più forte.

La Turchia  si trova  sempre più isolata e sottoposta a forti critiche dai suoi stessi alleati della NATO con la prospettiva di avere il blocco delle forniture di armi. La mossa di Erdogan ha irritato anche la Russia.

Nel frattempo le forze russe e siriane stanno annientando la ridotta terrorista di Idlib, martellando le posizioni dei jihadisti con l’aviazione e gli attacchi della Forza Tigre dell’Esercito siriano. I tentativi dell’Occidente di difendere l’indifendibile, ovvero i truci terroristi che da anni tengono in ostaggio la popolazione civile di quella zona, sono falliti. 

La guerra in Siria si trova ormai nella fase finale e la realtà del conflitto viene alla luce in tutta la sua crudezza.  La barbarie dei terroristi è stata respinta in primis dalla popolazione siriana che si è schierata compatta con il suo esercito ed il suo presidente, nonostante la demonizzazione occidentale.  L’ISIS e i gruppi terroristi sono stati sconfitti. I curdi sono stati colpiti duramente, e dovranno ridimensionare le loro ambizioni.

La NATO si ritrova con lo scomodo alleato turco a difendere i massacratori ed i tagliagole, quasi tutti venuti da fuori e adesso deve affrontare il problema dei “foreign fighters” che rientreranno in Europa.

Una volta risolto il conflitto in Siria, Damasco avrà bisogno di pochissimi sforzi per rivendicare le alture del Golan e recuperare i suoi territori occupati. Con l’uscita di scena degli USA sarà la Russia di Putin a fare da garante della situazione in Medio Oriente. L’Amministrazione Trump ha danneggiato le relazioni degli Stati Uniti con la regione per molti anni a venire. La Russia, l’Iran e perfino la Cina si stanno imponendo.

Gli Stati Uniti pagano il prezzo della loro stolta politica estera nell’aver sostenuto tutte le scelte e gli obiettivi di Israele: la loro credibilità ha raggiunto il livello più basso dopo il trattamento riservato ai curdi. Questo avrà delle conseguenze all’interno degli States e qualcuno già inizia a mettere in questione la soggezione della elite politica di Washington agli interessi di Israele e dell’Arabia Saudita.  Il denaro ed il potere militare non bastano più per essere una potenza che pretende di dettare la sua legge al mondo.

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