L’ONU favorisce migrazioni e sfruttamento neocoloniale dell’Africa
“Il debito è la nuova forma di colonialismo. I vecchi colonizzatori si sono trasformati in tecnici dell’aiuto umanitario, ma sarebbe meglio chiamarli tecnici dell’assassinio. Sono stati loro a proporci i canali di finanziamento, i finanziatori, dicendoci che erano le cose giuste da fare per far decollare lo sviluppo del nostro Paese, la crescita del nostro popolo e il suo benessere… Hanno fatto in modo che ciascuno di noi sia, oggi e domani, uno schiavo finanziario”.
Dal discorso che fu tenuto nel 1987 da Thomas Sankara all’’assemblea dei Paesi non allineati’. Sankara fu assassinato due mesi dopo.
Si potrebbe partire da questo discorso per ricercare le vere cause delle massicce migrazioni dall’Africa: in realtà poche rispetto ai milioni di africani che aspettano l’occasione di emigrare verso l’Europa, sospinti dalla propaganda criminale delle mafie transnazionali che lucrano sui fenomeni migratori.
Per non parlare degli organismi promotori delle migrazioni per obiettivi inconfessabili, dall’ONU al F.M.I.
Tutti ricordano la relazione presentata all’inizio di quest’anno dal Segretario Generale ONU, António Guterres, il quale aveva proclamato che gli stati membri delle Nazioni Unite dovrebbero prepararsi a grandi movimenti migratori.
Questo significa solo una cosa: l’Europa e l’intero mondo occidentale devono prepararsi all’alluvione di masse di africani.
Attualmente, circa 1,3 miliardi di persone vivono in Africa e entro la fine di questo secolo saranno il 350% in più, ovvero 4,4 miliardi.
I paesi africani sono sottoposti ad un fortissimo sfruttamento e la situazione, dai tempi di Sankara è nettamente peggiorata, infatti le grandi potenze, dagli USA alla Cina, con la Francia (che impone il franco FCA alle sue ex colonie per trarne profitti di usura) sono interessate a mettere le mani sulle risorse dell’Africa.
Il caso della Nigeria risulta illuminante sulle strategie utilizzate per avere il controllo dei paesi africani. La Nigeria è un grande paese dove, da anni, infuria una guerra alimentata dalle formazioni dell’ISIS di Boko Haram.
La missione dichiarata dell’ISIS in Nigeria è quella di imporre, alla popolazione sotto il suo controllo, l’ideologia radicale dell’islam.
Il Qatar e l’Arabia Saudita guardano con estrema attenzione alla Nigeria, che è il più importante produttore di petrolio in Africa, il 6° a livello mondiale. Per l’Arabia Saudita, primo produttore mondiale di petrolio, una Nigeria instabile ed economicamente debole fa comodo. E Boko haram diventa funzionale alla loro strategia.
Il terrorismo jihadista oggi è un’efficace arma di destabilizzazione per mettere in ginocchio un paese. Ha funzionato bene in Iraq, in Libia e in Siria; perché non usarlo allora in Nigeria, che rischiava di sfuggire al controllo delle grandi potenze occidentali? In questo interrogativo c’è la risposta su chi sia interessato alla destabilizzazione dell’Africa che produce come conseguenza, grandi masse migratorie verso l’Europa.
Il continente africano, i cui abitanti non sono in grado di nutrirsi da soli, non può far fronte all’imponente aumento demografico previsto. L’ONU ha quindi avuto la “brillante idea” di far migrare gli africani in Europa.
In Italia la sinistra mondialista ha fin dall’inizio accettato la prospettiva della forte ondata migratoria dai paesi dell’Africa e del Medio Oriente, sfuggendo sempre al dibattito sulle reali cause delle migrazioni, di chi le ha provocate e perché. Il discorso è stato volutamente limitato alla necessità di salvare i migranti in mare.
Dopo il netto rifiuto manifestato dalla gran parte dell’opinione pubblica italiana nel continuare ad accettare la politica delle porte aperte all’invasione, adesso gli esponenti della sinistra si fanno promotori della sottoscrizione dell’ultimo accordo trappola proposto dall’ONU: il “Global Compact”.
Il Global Compact è un accordo che tende a imporre l’accoglienza dei migranti attraverso un’adesione che diventa cogente per il sistema giuridico dei singoli stati. Quando l’ONU legifera, la normativa nazionale deve adeguarsi.
La sottoscrizione di questo accordo renderebbe di fatto impossibile l’espulsione di migranti clandestini.
Alla luce di quanto sopra si può capire la posizione di chi oggi afferma che, il miglior modo di aiutare l’Africa, da parte delle potenze occidentali, è quello di andarsene e lasciare agli africani il compito di scegliersi il proprio futuro, avendo il diritto di non emigrare e decidendo da soli a chi affidare i loro piani di sviluppo. Di nuovi neo colonizzatori travestiti da “umanitari” i popoli africani non ne hanno certo bisogno.